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Tribunale di Ostia, la questione arriva in Parlamento. Presentata un'iterrogazione dal M5S

Il Movimento 5 Stelle si mobilità in massa contro la chiusura del Tribunale di Ostia Lo fa con una dettagliata interrogazione a risposta al Ministro della Giustizia

Il Movimento 5 Stelle si mobilità in massa contro la chiusura del Tribunale di Ostia e lo fa con una dettagliata interrogazione a risposta al Ministro della Giustizia, firmata da 21 tra senatrici e senatori e che vede come prima firmataria Fabiola Anitori, già capolista nel Lazio per il M5S, che ha presentato un'interrogazione parlamentare al fine salvare la sede distaccata del tribunale di Ostia. Sono così state portate avanti le richieste di giudici, avvocati e cittadini del X Municipio. 

La Senatrice Anitori non ha avuto difficoltà, come prima firmataria, a trovare l'appoggio dei colleghi del Partito Democratico. "Come primo atto - spiegano i firmatari -si chiede di sapere se il Ministro non intenda valutare l’opportunit à, attraverso urgenti interventi normativi, di disporre una proroga del termine di entrata in vigore del decreto legislativo che sopprime la sezione distaccata di Ostia, almeno per il tempo necessario al pronunciamento della Corte Costituzionale ed al fine di evitare inutili aggravi procedurali e di spesa che potrebbero essere posti nel nulla da una eventuale declaratoria di incostituzionalità del decreto".  

I 21 senatori del Movimento 5 Stelle chiedono inoltre "se il Ministro non intenda escludere, attraverso intervento normativo di carattere primario, il Tribunale di Ostia dal procedimento di accorpamento sia per l’evidente contrasto del provvedimento con la legge delega e sia per questioni inerenti l’ efficienza del sistema giustizia nell’ area meridionale di Roma".

Infine l'Anitori e gli venti firmatari chiedono "se il Ministro valuti di intervenire attraverso  un provvedimento normativo d’ urgenza sulla procedura di revisione della geografia giudiziaria in corso attraverso una soluzione che preveda per le sole sedi distaccate di Tribunale che presentino i requisiti prescritti dalla legge delega e con alto indice di  produttività, come nel caso del tribunale di Ostia , la possibilità per gli enti locali interessati di chiedere e ottenere il mantenimento delle sezioni distaccate, ponendo a disposizione sedi inutilizzate e facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia".

Nell'interrogazione a risposta scritta vengono elencate diverse motivazioni contro la chiusura della sede distaccata di Ostia. "Nella legge delega 148/2011 non è stata prevista una soppressione generalizzata delle sezioni distaccate di tribunale quale è quella di Ostia bensì una selezione mirata che tenga conto di precisi fattori indicati nella legge delega" spiegano.

"Il decreto legislativo è in contrasto anche con il parere espresso dalla Commissione Giustizia della Camera il 1 agosto 2012  e dalla Commissione consultiva insediata presso il Ministero della Giustizia di cui il Governo Italiano si è avvalso per  la determinazione dei criteri da seguire per la chiusura degli uffici giudiziari improduttivi" si spiega nell'interrogazione. 

"In particolare, sono stati elaborati due valori soglia al di sotto dei quali si suggerisce la soppressione di una sezione distaccata. Il primo valore riguarda il bacino degli abitanti serviti dalla sezione, che non deve essere inferiore a 85.490,6. Il secondo valore riguarda le sopravvenienze per anno che non debbono essere inferiori a  2269 (cosiddetto indice di litigiosità)" si spiega. "La sezione distaccata di Ostia ha competenza su un bacino di utenza corrispondente al territorio del XIII municipio di Roma Capitale e quindi su circa 300.000 abitanti effettivi;   bacino di utenza simile a quello del Tribunale di Bologna"    

"La sezione di Ostia ha dimostrato inoltre un'esemplare efficienza con indici di smaltimento altissimi che hanno prodotto nel biennio 2010-2011 - caso unico nel distretto di Roma e anche attraverso un utilizzo intenso della mediazione delegata - un decremento delle pendenze del -32 per cento, come attestato dal presidente della corte di appello di Roma nella relazione di inaugurazione dell'anno giudiziario 2012" viene ribadito nel documento.

I firmatori spiegano inoltre che "la sezione distaccata di Ostia opera attivamente in un territorio ad alto rischio di infiltrazioni da parte della criminalità organizzata - come le cronache attestano da tempo - condizione che rende particolarmente importante la presenza in loco di un presidio dello Stato dove si celebrano convalide di arresti e processi penali anche nei confronti della manovalanza della criminalità organizzata".

"Chiudere il presidio di giustizia sul litorale romano, già caratterizzato da infiltrazioni criminali, con porto ed aeroporto e traffico di stupefacenti, comporta un reale arretramento dello Stato con abbandono del territorio - denunciano gli interroganti - e  crea un problema occupazionale in quel Municipio;  rischia di rendere inefficiente la giustizia accorpata all’ unico Tribunale metropolitano che si risolve in negata giustizia con evidente ricaduta sul cittadino già pesantemente penalizzato dalla situazione giustizia in Italia; che risulta violato il principio di prossimità ai cittadini che è un valore costituzionalmente garantito".

A tutto ciò i 21 firmatari aggiungono che "la chiusura della sezione distaccata di Ostia non produce per lo Stato un risparmio di spesa in quanto ne risulterebbe un aggravio di costi per il Tribunale di Roma, condannerà la popolazione del XIII Municipio a subire tempi del Tribunale di Roma con conseguente esposizione dell'Italia alle conseguenze delle condanne in sede Europea per le lungaggini processuali".

Seguirà nei prossimi giorni un colloquio con il Ministro della Giustizia Severino. "Un tema - dicono dal MoVimento 5 Stelle del X Municipio – che sta a cuore al litorale e che solo l’intervento del Ministro può sbloccare e risolvere. Per questo il passo appena fatto è di 

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