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Ostia: tra Pd e M5S è scontro sulla palestra della legalità

Il Pd: “Sui beni confiscati il M5S predica bene e amministra male”. Il Campidoglio spiega i ritardi

È scontro tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sulla così detta “palestra della legalità” ad Ostia. Annunciare il progetto, lo scorso febbraio, fu il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. 

La struttura, in via di Idroscalo, dovrà nascere nei locali sequestrati dal tribunale di Roma all'imprenditore Mauro Balini numero uno del Porto Turistico a processo per bancarotta. L'ultimo blitz della Finanza portò al sequestro di 320 immobili (e pochi mesi prima di beni per 450 milioni di euro) e così il Porto di Ostia, da oltre tre anni, è sotto amministrazione giudiziaria.

Gli intoppi burocratici 

Dopo 7 mesi, tuttavia, della “palestra della legalità” neanche l’ombra. Colpa, secondo il Pd, di un bollo e una modifica della dicitura che bloccano l'uso del bene confiscato ad Ostia. Il blocco sarebbe dovuto, infatti, ad un problema burocratico. L'espressione 'Uso servizi' al posto dell'attuale 'Uso servizi adiacenza distribuzione benzina' impedisce da mesi la conclusione del passaggio alla cooperativa Ipab Savoia e quindi niente palestra. 

Questo il motivo per cui il Dipartimento Programmazione Attuazione Urbanistica ha rinviato per ben tre volte l'incontro con i sottoscrittori del protocollo siglato tra Regione Lazio e terza sezione del Tribunale che gestisce i beni sequestrati e confiscati. 

Le accuse dell’opposizione al M5S

“E' assurdo quanto irritante il rimpallo burocratico-amministrativo. Il passaggio e la rinascita della struttura improntata alla legalità potrebbe avvenire da subito, sono però passati sette mesi senza alcun intervento nè da parte della sindaca Raggi nè della sua delegata Di Pillo”, denuncia in un comunicato il consigliere del Pd capitolino Marco Palumbo.

"Sui beni confiscati il M5S predica bene e amministra male. Non capiamo perche' siano necessari al Dipartimento Urbanistica più di quattro mesi per cambiare tre parole per un semplice cambio di 'destinazione di servizi'. La legalità per il M5S è una parola vuota, nei fatti su tutto vince l'immobilismo. Il via libera all'uso della palestra era stato dato dal Commissario prefettizio, dal Tribunale e dalla Regione Lazio. L'ultimo tassello spettava al Comune di Roma e la palestra poteva essere inaugurata già dai prossimi giorni. Tutto però si è inspiegabilmente arenato al dipartimento centrale di Roma Capitale”, accusano la consigliera capitolina del Partito Democratico Valeria Baglio e Giovanni Zannola, ex consigliere dem nel X Municipio.

Ostia, una palestra della legalità al Porto

La spiegazione del Campidoglio 

L’amministrazione Raggi per uscire dall’equivoco ha quindi voluto far “chiarezza” con una nota ufficiale del Dipartimento Urbanistica e degli uffici che spiega come non ci siano “anomalie sulla tempistica”. 

“Si sottolinea che si tratta di un'area sequestrata dall'Amministrazione Giudiziaria che ha comportato il sequestro anche della relativa documentazione allegata che definisce quindi una gestione più complessa rispetto a una semplice pratica ordinaria. E' stato quindi possibile esaminare la documentazione, presente solo presso gli Uffici del Porto Turistico di Roma, il 15 settembre 2017. Nella stessa data – si legge nella nota del Campidoglio - da parte dell'Amministratore Giudiziario viene richiesta una riunione del gruppo di lavoro, già costituito dal 7 luglio 2017, per procedere alla risoluzione delle problematiche che derivano anche dall'anomalia dello strumento urbanistico generale ratificato nel 2000 con un cambio di titolarità risalente al 2008 e sprovvisto di convenzione. Riunione già convocata per il prossimo 2 ottobre 2017 in cui è previsto il superamento delle problematiche riscontrate attraverso l'esame della documentazione con relativo cambio di destinazione d'uso”.

A rispedire al mittente le accuse democratiche ci ha pensato, infine, Giuliano Pacetti, consigliere M5S di Roma Capitale: “Il Pd ci accusa di non interessarci alla legalità. Pensino piuttosto a Tassone, l’ex Presidente del X Municipio del loro partito, che ha fatto commissariare il Municipio ed è stato condannato in primo grado nel processo Mafia Capitale”.

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