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I gestori di Castel Porziano annunciano battaglia legale: "Sono arrivati senza alcun preavviso"

La "ruspa della legalità" si è abbattuta, vogliono chiarire i gestori dei chioschi, su "una situazione che ad oggi non è stata definita illegale da tutti i gradi di giudizio"

“Sono arrivati senza alcun preavviso e siamo stati ingiustamente lasciati fuori dai cancelli della spiaggia impedendoci di accedere alle nostre attività che sono quindi rimaste chiuse”, così, all’indomani della demolizione di alcune delle cubature dei chioschi sul litorale di Castelporziano, commenta il presidente del Consorzio Castelporziano ’98 Roberto Giordani.

Le ruspe sono giunte all’alba di ieri sull’arenile di Castelporziano demolendo i chioschi, uno al primo ed uno al sesto Cancello. "Su entrambi però pendeva un’impugnativa ed era ancora in corso di emissione l’eventuale provvedimento di sospensiva. Sospensiva che, per quanto riguarda la demolizione del chiosco al sesto cancello, è infatti arrivata dal Consiglio di Stato nel primo pomeriggio di ieri, a parziale smantellamento ormai avvenuto. Quando le ruspe sono state fermate, grazie all’emissione della sospensiva riguardante il chiosco in questione, infatti, parte della struttura in legno (sempre con riferimento al 6° cancello ndr) era ormai stata abbattuta”, racconta Giordani.

In relazione alla messa in atto della demolizione, fanno notare i gestori dei chioschi e riferisce il presidente del Consorzio, “l’intervento è stato svolto senza che il Giudice Amministrativo si fosse definitivamente pronunciato per tutti gli interessati riguardo alla richiesta di sospensione degli ordini di abbattimento, tutti impugnati, di cui Roma Capitale era a conoscenza; infatti tre chioschi (il numero 2, il 3 ed il 4) avevano ottenuto il provvedimento di sospensiva alcuni giorni fa e gli altri erano in attesa dell'adozione di medesimi provvedimenti, di cui uno arrivato nel primo pomeriggio di ieri - continua - . Sono stati messi quindi in esecuzione i suddetti ordini di abbattimento comunali, senza attendere tutti i gradi di giudizio e che hanno riguardato parti adibite ai servizi e alla ristorazione”.

“Secondo la sentenza del 1998 del Tribunale Penale  – spiega inoltre Giordani -, alcune delle questioni oggetto del contenzioso, hanno ottenuto l’assoluzione perché in virtù della complessa vicenda amministrativa il fatto non costituiva reato. Un’ulteriore sentenza di assoluzione è arrivata anche nel 2007, perché non esisteva reato di abuso edilizio”.

La "ruspa della legalità" si è abbattuta, vogliono chiarire i gestori dei chioschi, su “una situazione che ad oggi non è stata definita illegale da tutti i gradi di giudizio. Il contenzioso, infatti, sarà se necessario posto al vaglio dell’ultimo parere della Corte di Giustizia Europea; infatti i giudici del Consiglio di Stato non si sono pronunciati in via definitiva". "Fino ad ora – fa presente Giordani - la presunta situazione di illegalità è stata esercitata in correttezza dai gestori e con il benestare dell'Amministrazione Capitolina, visto l'accordo stipulato nell'agosto 2002 con il Consorzio Castelporziano '98”. 

I chioschi principali, realizzati dal Comune in seguito alla convenzione con la Presidenza della Repubblica del 1965, sono stati ceduti nel 1990 ai 5 gestori/consorziati e sono stati oggetto, in seguito all'accordo citato, di un progetto teso ad ammodernarli, riqualificando gli ampliamenti nelle aree dei chioschi. Riqualificazione per la quale, riferisce il presidente Giordani “il Consorzio aveva proposto un progetto depositato agli atti del Comune dal 2007, sul quale ancora non è stato emesso parere. Sorprendentemente il  X Municipio nel 2014 ha poi inviato gli ordini di abbattimento”.

La richiesta del Consorzio Castelporziano ’98  è dunque quella di un colloquio (già tentato nei mesi addietro) con i responsabili al litorale romano nonché con il Sindaco di Roma Ignazio Marino, attualmente a capo del X Municipio in seguito alla dimissionaria amministrazione Tassone.

Il legale del Consorzio, l'avvocato Emilia Pernisco,  fa presente tuttavia che sussistono ragioni di diritto "per portare avanti la battaglia legale".

Il parco naturale di Castelporziano è aperto tutto l’anno e nei mesi tra ottobre e aprile dalle 9 alle 17, periodo in cui i bagni sono chiusi e i servizi presso i fabbricati retrodunali inattivi, "sono i punti-ristoro ad assicurare i servizi igienici e la possibilità di spogliatoio ai visitatori. Servizi che, vista la maggiore affluenza, necessitavano di un adeguamento per assicurare maggiori aree di ombra e zone di ristoro e di sosta ad accessi gratuiti e liberi per romani e turisti. In carenza di tali aree la sosta dei frequentatori di Castelporziano risulterebbe compromessa", commentano.
 

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