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Ostia Comune: confini definiti e un nuovo logo, primi passi per staccarsi da Mamma Roma

I confini rigorosamente fisici del nuovo comune sarebbero il mare, il Tevere, il Collettore Secondario, la Riserva Statale, il Fosso di Dragoncello, il Canale della Lingua, la Tenuta presidenziale

Ostia e Ostia Antica Comune. Un ruggito d'orgoglio per abbattere il pregiudizio. E no, non serve citare Jane Austen ma piuttosto Remo Remotti e il suo "Mamma Roma, addio". Già, perché anche parte dei residenti del X Municipio vorrebbero salutare per sempre, almeno politicamente parlando, "quella Roma dei pizzicaroli, dei portieri, dei casini, delle approssimazioni, degli imbrogli, degli appuntamenti ai quali non si arriva mai puntuali, dei pagamenti che non vengono effettuati".

E così, ieri, nella cornice del Teatro del Lido davanti a 200 persone si è presentata la Costituente per la realizzazione del Comune di Ostia e Ostia Antica. La riunione, tenutasi al teatro di via delle Sirene come atto simbolico di una struttura pubblica epicentro della valorizzazione culturale e sociale del territorio, si è articolata su due ore di illustrazione delle ragioni che hanno portato l'associazione 'Insieme per il Comune' ad avviare il processo partecipativo.

Cuore, ragione e storia sono state le parole d'ordine per rappresentare le motivazioni della proposta e gli obiettivi del progetto. Daniele Nannuzzi, direttore della fotografia insignito di premi nazionali tra i quali il David di Donatello, ha fatto parlare le immagini in un filmato di quindici minuti nel quale si è partiti dalla qualità dell'organizzazione sociale e architettonica del litorale romano, dalle sue eccellenze ambientali e turistiche, al profondo degrado nel quale è sprofondato. 

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Massimo Bareato, economista e consulente fiscale, ha tracciato le linee di studio che il suo gruppo di lavoro sta perseguendo nella elaborazione del piano di sostenibilità economica dell’ipotizzato comune di Ostia e Ostia Antica. Flavio Coppola, architetto e urbanista, ha illustrato i confini fisici della possibile area amministrativa segnalando le "dimenticanze del Comune di Roma in tutti gli anni passati, indipendentemente dal colore politico dei partiti che l'hanno guidato" .

Poi gli aspetti operativi. Almeno i primi messi in atto. La realizzazione di una pagina Facebook, la creazione di un conto corrente ad hoc e un nuovo logo. Poi i confini rigorosamente fisici del Comune di Ostia e Ostia Antica che sarebbero il mare, il Tevere, il Collettore Secondario, la Riserva Statale, il Fosso di Dragoncello, il Canale della Lingua, la Tenuta presidenziale.

In realtà non è la prima volte che Ostia sogna di eleggersi un Sindaco tutto suo. Il primo referendum municipale venne indetto (e perso) nel 1989. Il secondo, nel 1999, non raggiunse nemmeno il quorum. Impresa, invece, che riuscì a Fiumicino nel 1992 che iniziò a sfruttare al meglio l'indotto derivante dall'hub aeroportuale e dai tesori archeologici.

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La scissione, però, non è così immediata o scontata. Dopo aver avuto l'ok da una delibera regionale, servirà quindi raccogliere di 10mila firme. Poi l'indizione del referendum, quindi il raggiungimento dei quorum e l'invio della richiesta ufficiale al Presidente della Repubblica. Solo al termine di questo percorso, i cittadini ostiensi potranno gridare: "Addio Mamma Roma".

Insomma quella di Ostia Comune non è un romanzo o una poesia. O almeno non ancora. E' la pancia del litorale che ribolle. Un grido, d'orgoglio, per cancellare il pregiudizio che dipinge Ostia solo come "terra dei clan malavitosi del centro Italia". E' un azzardo contro Mamma Roma, per dire addio alla Capitale dopo essersi sentiti abbandonati al commissariamento che dura da ormai due anni e salutare "quella Roma del volemose bene e annamo avanti".

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