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Muore nella spiaggia senza bagnini, i marinai di Ostia: "Tragedia evitabile. Ora servizio diventi pubblico"

Dopo il caso dell'anziano morto martedì nel tratto privo di assistenza, un'altra persona ha rischiato di annegare. I bagnini si riuniscono in protesta

Salari migliori, più considerazione e un passaggio al servizio pubblico, senza più affidarsi alle cooperative. I bagnini di Ostia, Capocotta e Castelporziano si sono riuniti, organizzando una protesta che domenica 21 agosto andrà in scena nella spiagge Senape, luogo dell'ultima tragedia in mare, dove un uomo è morto annegato in un tratto di arenile dove il servizio di salvamento è assente. 

La morte dell'ottantaduenne sulla spiaggia libera di Ostia sarebbe stata "una tragedia annunciata". A sostenerlo sono la sezione Lazio dell'Associazione Nazionale Assistenti Bagnanti e i Marinai Lidensi, che dall'inizio della stagione si battono perché il servizio di salvataggio venga garantito anche sugli arenili di competenza municipale

Ad oggi su tre lotti della spiaggia libera di ponente (le cui gare per l'affidamento, a maggio, erano andate deserte) non vengono assicurati alcuni servizi essenziali, fra cui quello dell'assistenza ai bagnanti. Nonostante i diversi incontri e solleciti rivolti all'amministrazione comunale, si è arrivati al mese di agosto e, purtroppo, ancora oggi a Castel Porziano manca lo storico presidio medico tanto richiesto che offrirebbe maggiore sicurezza e tempestivo supporto medico ai cittadini, mentre ad Ostia ponente persiste ancora un ampio tratto di arenile di circa 600 metri che è privo di servizi connessi alla balneazione indispensabili per la salute e l'incolumità pubblica.

"Servizi – ricordano i bagnini dell'Anab – che sono stati assicurati sino allo scorso anno". E se per il minisindaco Mario Falconi le polemiche politiche dopo i fatti del 16 agosto scorso sono solamente "inutili speculazioni", secondo l'associazione la tragedia "si sarebbe potuta evitare", come spiega l'esponente di Anab Silvano Terenzio: "Dopo quanto accaduto alla spiaggia Senape, noi assistenti bagnanti di Ostia e Castelporziano abbiamo deciso di riunirci domenica proprio sul luogo della tragedia per denunciare la scarsa considerazione che amministrazione pubblica e soggetti privati hanno del servizio di salvataggio". 

"Troppo spesso questo servizio non viene visto come una tutela per i cittadini - sottolinea Terenzio a RomaToday - ma come un inutile dazio da pagare. Così però si abbassa sia il livello di sicurezza che la qualità dei contratti dei lavoratori. Noi chiediamo che il servizio di salvataggio possa diventare pubblico, gestito direttamente dalle amministrazioni locali e comunali tagliando così fuori le cooperative che finora hanno sfruttato i lavoratori e sfruttato il livello del servizio stesso. Solo così potremmo dare ai cittadini il peso che gli spetta. 

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