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La presidente di Anffas: "Le istituzioni vedono i disabili come un business"

La presidente di Anffas Ostia: "Cosa si può fare per migliorare l'inclusione scolastica? Scuotere i genitori, non accontentarsi di creare piccole associazioni personali ma aggregare"

Il 14 novembre in prima serata, su Rai1 è andato in onda 'La Classe degli Asini', film-tv tratto da una storia vera con protagonisti Vanessa Incontrada e Flavio Insinna. Incontrada interpreta Mirella Antonione Casale, insegnante, socia Anffas e madre di una bimba con un grave deficit psicomotorio che, nella seconda metà degli anni Settanta, ha intrapreso un'importante battaglia contro la discriminazione ossia l'abolizione delle classi speciali o differenziali, le cosiddette "classi degli asini", come venivano anche chiamate ai tempi.

La svolta nell'inclusione sociale dei ragazzi dotati di handicap nelle scuole ha avuto la sua svolta nel 1977. RomaToday, per saperne di più, ha intervistato Ilde Plateroti Narducci presidente dell'Anffas Ostia Onlus, che è stata tra le prime ad intraprende questo percorso a Roma.

Cosa si porta dietro da quell'esperienza?

Mi porto ancora dentro la voglia di cambiare il mondo, di credere negli ideali, in un mondo uguale per tutti, dove non ci sia discriminazione. Negli anni '70 i ragazzi con disabilità non potevano andare a scuola. Non c'era assistenza domiciliare, assistenza scolastica, non c’era nulla. Se avevi un figlio con una disabilità non potevi lavorare, uscire la sera. Creai la mia scuola e il mio asilo personale in casa, aprendo le porte ai bambini del palazzo. Noi cercammo di cambiare le cose insieme a genitori specialisti. C’era voglia di costruire un sistema sociale che purtroppo oggi, piano piano, pezzo dopo pezzo, si sta in qualche modo cercando di distruggere.

Dai primi passi ad oggi cose è cambiato e cosa ancora si può fare per migliorare l'inclusione sociale nelle scuole?

La vera rivoluzione, come sempre, sta nelle persone. Se si trovano maestre e personale con qualità morali e un grande bagaglio culturale allora ci può essere davvero inclusione scolastica. Altrimenti rispetto agli anni 70 non sarà cambiato nulla. Non tutte le insegnanti e le scuole oggi sono uguali. Cosa si può fare per migliorare l'inclusione scolastica? Scuotere i genitori, non accontentarsi di creare piccole associazioni personali ma aggregare, non disperdere energie, conoscenze scientifiche e forze ma unirsi. Ai miei tempi c'era voglia di costruire insieme un mondo nuovo. Oggi invece noto un pizzico in più di egoismo.

Proprio nel X Municipio, nel novembre 2015 è scoppiato un caso. Alessio, bambino disabile, è stato lasciato abbandonato in un'aula di fortuna in una scuola di Casal Palocco. Una situazione risolta un anno dopo, con tanto di festa da parte dei compagni di scuola di Alessio. 

Cosa possono fare le istituzioni affinché non accadano più queste situazioni?

Quali istituzioni? Quelle che stanno distruggendo lo stato sociale? Quelle che vedono nel ragazzo con disabilità un business invece di una persona da amare e da proteggere. Alessio in qualche maniera è stato fortunato perché ha avuto una famiglia dietro con la forza di prendersi ciò che era un loro diritto. Quante famiglie invece ci sono costrette in silenzio a subire perché non hanno questa forza, o perché per arrivare a fine mese devono fare turni massacranti al lavoro? Quante persone invece oggi sono demoralizzate e non hanno più la forza di reclamare i loro diritti? Le istituzioni oggi proteggono queste famiglie?


Anffas è un punto di riferimento per molte famiglie e sta portando avanti da anni la battaglia per i servizi AeC. Nel X Municipio commissariato per mafia ci sono stati dei problemi recentemente.

Com'è la situazione adesso?

Ci sono due sentenze passate in giudicato che dimostrano come Anffas dicesse la verità. Sul resto preferisco non rispondere. C'è molta amarezza comunque. 

Assistenza nella scuole, corsi per avviare i ragazzi al mondo del lavoro ed educazione stradale.  

Quale sarà il prossimo progetto di Anffas ad Ostia?

Abbiamo oltre 550 bambini con disabilità in lista di attesa. Una cifra mostruosa. Un bambino preso in tempo può avere una vita nettamente migliore. Questo stiamo cercando di spiegare alle istituzioni.  

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