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Sabato, 20 Aprile 2024
Ostia

Arrivata la disdetta degli affitti delle sedi giudiziarie di Ostia

A partire dal prossimo mese di giugno saranno a rischio i tre uffici del giudice di pace, dell’Unep e della sezione distaccata del Tribunale di Roma

Con l’arrivo del nuovo anno è stata recapitata a tutte e tre le sedi giudiziarie del municipio XIII (giudice di pace, Unep e tribunale sezione distaccata di Ostia) una lettera di disdetta degli affitti a partire da giugno del 2013. Si avvera così quanto temuto dagli operatori del diritto, dai professionisti e dai cittadini, ossia l’azzeramento della giustizia in un municipio a forte rischio criminalità. "Viene così ad essere completamente ignorata la richiesta avanzata da tempo contro i tagli delle sedi giudiziarie previsti dalla spending review. In questa drammatica situazione emerge inoltre con chiarezza come il municipio XIII ed il comune di Roma abbiano letteralmente preso in giro non solo gli avvocati, i dipendenti e i giudici ma i cittadini sull’impegno a mantenere le sedi nel nostro territorio". Lo dichiara Giulio Notturni, rappresentante di Cambiare davvero e responsabile giovani Udc del municipio XIII.
 
“L’art. 8 della  legge n. 148, del 14 settembre 2011, pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 216, del 16 settembre 2011 con la quale è stato convertito, con modificazioni, il decreto-legge n. 138 del 13 agosto 2011 prevede che, qualora i comuni provvedessero al recepimento di strutture comunali come sedi dei tribunali da accorpare e al mantenimento delle stesse, il termine per la soppressione sarebbe stato prorogato di 5 anni”, spiega l’esponente politico. “Ma fino a oggi non è arrivata neanche una proposta credibile e attuabile per mantenere i tre uffici di via dei Fabbri navali, di via Cardinal Ginnasi e di via Costanzo Casana nonostante la mozione fatta votare in Aula Giulio Cesare da Alessandro Onorato, capogruppo Udc, che impegnava il sindaco a mantenere aperta la sede del giudice di pace di Ostia”, prosegue Giulio Notturni.
 
“Piuttosto”,  prosegue, “abbiamo avuto notizia di proposte sgangherate e prive di fondamento da parte dei consiglieri del municipio XIII che, in ultima istanza, hanno votato un documento che individuava negli uffici di piazza Capelvenere, ad Acilia, il luogo dove trasferire le sedi. Ma si tratta, ripeto, di una proposta priva di fondamento in quanto, per esempio, i locali sono già occupati dagli uffici municipali”, sottolinea il rappresentante di Cambiare davvero.  
“A nome dei cittadini e degli operatori ritengo che il comune di Roma,  attraverso il sindaco, il delegato al litorale e il presidente del XIII municipio, ‘debbano’, prima che sia troppo tardi, individuare un sito credibile, funzionale e sicuro dove trasferire questi uffici. E' questo un obbligo verso il cittadini del Tredicesimo e di tutta la Capitale perché  Roma non può permettersi di perdere tre uffici distaccati importanti come quelli attualmente presenti a Ostia".
 
“A me, come responsabile dell'ufficio,
non risulta che le deliberazioni del consiglio del municipio XIIII (e in particolare quella del 6 dicembre 2012 in cui si è risolto che gli uffici giudiziari di Ostia avrebbero dovuto continuare ad essere ospitati nei locali attualmente locati in attesa di soluzioni alternative) siano state opportunamente trasmesse al dipartimento patrimonio ufficio affitti passivi del Comune di Roma”, interviene il dottor Claudio Fiorentino, giudice di pace di Ostia, preoccupato dalla soppressione della sede di via Costanzo Casana.
 
“Quanto invece competeva al presidente e al direttore del municipio,
e se non fosse stato fatto sarebbe di per sé una grave disattenzione, dopo di che sarà mia cura esaminare il documento con cui il Comune dice di aver ‘disdettato’ il contratto in corso, ossia la dichiarazione di recesso che dal dipartimento patrimonio dovrebbero aver spedito al privato proprietario delle mura dell'ufficio, che a tutt'oggi non mi è stata partecipata”, continua il magistrato.“Ne farò richiesta formale utilizzando il canale del regolamento di accesso agli atti del Comune riservandomi di denunciare comportamenti di abuso dei dirigenti del dipartimento competente. Comunque”, conclude, “quello che è successo è grave  perché segna la scarsa cura dei funzionari addetti ad un patrimonio così importante come quello del Comune di Roma nel trattare questioni che riguardano l'erogazione di un servizio essenziale e costituzionalmente previsto dalla Costituzione come quello giudiziario, oltre  al vissuto di così tanti cittadini amministrati da Roma Capitale”.

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