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La discoteca di Ostia che ha negato l'ingresso a tre ragazze perché "troppo vestite"

A denunciare l'episodio è stata la madre di una delle ventiduenni coinvolte con un post su Facebook diventato poi virale

"Sono molto indignata per quello che è successo". Inizia così il post di Daniela, una mamma, che su Facebook tre giorni fa ha vergato una denuncia social nella quale sottolinea tutto il suo sdegno per il trattamento "umiliante e discriminatorio" che un buttafuori della discoteca Shilling di Ostia avrebbe riservato a sua figlia e ad altre due amiche, tutte ventenni, respinte all'ingresso del locale perché non erano vestite in maniera succinta nel pomeriggio del primo maggio.

Un lungo messaggio pubblicato nella mattinata del due maggio sul gruppo Ostia Informa, una piazza virtuale per il quartiere sul mare di Roma, all'indomani del fatto. "Un gruppo di ragazzi tra i 21 e 23 anni, alcuni del luogo altri provenienti da altri quartieri romani si sono trovati respinti perché non avevano i requisiti fisici?! - apre il messaggio di Daniela - Per bere un aperitivo quali qualità fisiche necessitano?! Lo trovo vergognoso, umiliante e discriminante da parte del gestore di questo locale un tale comportamento. Solo perché non sei alta abbastanza, non hai una taglia di reggiseno notevole o perché non ti vesti succinta non puoi accedere, per giunta pagando a consumare".

"Come possono arrogarsi il diritto di esercitare una tale discriminazione e farlo tranquillamente pubblicamente?! Sentirsi dire da un troglodita rivestito in giacca e cravatta non puoi entrare perché non hai i requisiti fisici??? Locali come questo andrebbero chiuso. Naturalmente i ragazzi in questione non erano né in stato evidente di alterazione ma semplicemente dei ragazzi normali, studenti universitari impegnati forse più allo studio che non a seguire le tendenze per essere più visibile sui social! Mi domando in un paese che si fa paladino dei diritti umani , aiuti umanitari permette che i propri figli vengano trattati in questo modo?!", le domande e le riflessioni del genitore. 

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Il post, neanche a dirlo, in poco tempo è diventato virale. Prima sui social e poi sui media. Vari i pareri, c'è chi concorda con la riflessione di Daniela e chi, invece, sostiene la linea del locale. A provare a mettere la parola fine alla discussione è stata la stessa amministrazione della discoteca Shilling, anche loro utilizzando il canale virtuale. 

"Ci scusiamo con tutte le ragazze, i ragazzi ed i genitori coinvolti in questa spiacevole storia per il trattamento ricevuto dai steward la scorsa domenica. - sottolineano - Anche se la persona che si è permessa di mancare di rispetto non è un nostro dipendente la responsabilità della scelta della società ricade comunque su di noi e ci assumiamo la piena responsabilità delle loro azioni. L'eterogeneità del nostro staff dimostra il nostro desiderio di inclusione, rispetto ed eguaglianza e critichiamo fortemente qualunque atteggiamento o comportamento non etico tenutosi all’interno della nostra struttura". 

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