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In Commissione Antimafia il caso Ostia: bandi anomali e case popolari occupate

Rappresentanti delle associazioni locali hanno portato all'attenzione del presidente della commissione, Baldassarre Favara, i problemi generati dalla criminalità organizzata nei territori

Ostia e il X Municipio tornano a tenere banco in Commissione Antimafia. Tema della riunione tenutasi nella Sala Etruschi del consiglio regionale del Lazio, le infiltrazioni mafiose e criminalità organizzata.

LA COMMISSIONE - Rappresentanti delle associazioni locali hanno portato all'attenzione del presidente della commissione, Baldassarre Favara, i problemi generati dalla criminalità organizzata nei territori. Proprio il tema del controllo antimafia sulle aziende e associazioni beneficiarie di finanziamenti pubblici è stato al centro del dibattito riguardante Ostia e il X Municipio, commissariato per mafia.

BANDI ANOMALI - "Ad Ostia ci sono associazioni che sono state escluse dai bandi pubblici in altri territori e poi, presentatesi ad Ostia, hanno vinto l'appalto", ha denunciato Stefania Galimberti dell’associazione Città del Sole.

"La nostra commissione non ha i poteri di quella nazionale, ma certamente possiamo proporre normative a livello regionale – ha detto il presidente di commissione Favara – e poi possiamo diffondere, segnalare e condividere la notizia di queste associazioni che non sono state ammesse a determinati bandi in un municipio e poi nell’altro hanno vinto l’appalto: ecco mi sembra un’informazione da distribuire a chi di dovere".

LE CASE POPOLARI - Ma rispetto al territorio di Ostia, l'impatto della criminalità organizzata è fortemente sentito anche nel sistema d'assegnazione degli alloggi popolari come nella vicenda che ha portato all'arresto di 10 membri della famiglia Spada nell'operazione Sub Urbe

"Ci sono stabili che vengono occupati, con la tolleranza degli stessi proprietari, da parte degli adepti del clan spada e vengono poi distribuiti alla popolazione, dietro versamento di una quota diciamo 'simbolica' – ha spiegato Agostino Biondo dell'associazione Città del Sole – in questo modo il clan opera un controllo sistematico sul territorio, che poi genera anche forme di racket e usura differenti da quelle già note: ad esempio è emerso un sistema di collegamento con gli istituti bancari, per cui il cittadino che va a richiedere il finanziamento in banca riceve un rifiuto. Successivamente il soggetto bancario indirizza verso i soggetti criminali il richiedente, generando così un circuito d’usura. La maggior parte degli edifici interessati dal fenomeno sono strutture dell'edilizia pubblica, lasciate da coloro che erano un tempo assegnatari e in cui c’è stato un subentro da parte di terzi che versano la pigione direttamente all'intermediario".

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