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Anffas Ostia evade 1 centesimo, Inps ne chiede 155mila ma interviene il Tribunale di Roma

Per una presunta evasione fiscale di un solo centesimo di euro rischia di essere bloccata l'attività dell'Anfass di Ostia

L'attività della Anffas di Ostia, che da vent’anni di occupa della riabilitazione di ragazzi con disabilità intellettiva e relazionale, ha rischiato di chiudere i battenti. La Onlus, per una presunta evasione di 1 centesimo nel 2009, si è infatti vista recapitare dall’Inps una sanzione di 155mila euro.

La 'diatriba' tra Anfass e Inps dura ormai da tanto tempo. Nel 2011 l’Anffas Ostia aveva dovuto combattere con le cartelle esattoriali da 300mila euro dell’Inps, ma il Tribunale di Roma aveva annullato il provvedimento. L'Inps, anche tramite Equitalia, attivò anche le procedure di pignoramento di 130mila euro, cifra che l’associazione attende da oltre un anno dalla Regione Lazio per prestazioni già erogate.

Il 10 ottobre scorso il Tribunale di Roma ha sospeso con urgenza (n° sospensione 29561/13) la cartella di Inps contro Anffas Ostia Onlus ed il successivo pignoramento effettuato, in gran segreto, il 25 settembre 2013, su fondi per la lotta alle mafie destinati all’associazione per la ristrutturazione di una struttura confiscata.

L’azione del giudice comprova le tesi di Anffas Ostia e le ragioni nel diritto e nel merito che, secondo la onlus, "da due anni vedono l’associazione al centro di uno scandalo sul litorale di Roma, iniziato nel 2011 con un’altra cartella pazza, addirittura su parte delle stesse partite di fondi, stroncata dal Tribunale di Roma che già condannò Inps a rifondere anche le spese del giudizio". 

All’epoca ballavano 320mila euro. "La materia è comune a quasi tutti gli enti accreditati con il SSN ex art. 26 nel Lazio, ma ha incredibilmente assunto un trattamento speciale per la sola Anffas Ostia Onlus, pur essendo da luglio 2013 ormai in via di definizione tra i livelli dell’Inps regionale e la Regione Lazio, fatto conosciuto dai funzionari dell’Inps di Ostia e dell’Asl Roma D, reale debitore dei fondi reclamati dalle casse dell’ente previdenziale, che ha segnalato il fatto ad Anffas Ostia. Ma questo non è bastato ad evitare anche il pignoramento segreto poi bloccato con la sospensiva del 10 ottobre", si legge in una nota stampa dell'Anffas. 

Tutto nasce da una disposizione di legge utilizzata dall’associazione che l’Inps non sembra voler riconoscere. La legge è la n.426 del dicembre 1991 (articolo 3) e prevede la possibilità, testualmente, per “istituzioni ed enti non aventi fini di lucro, che erogano prestazioni di natura sanitaria direttamente o convenzionalmente sovvenzionate dallo Stato, dalle Regioni o dalle unità sanitarie locali” (come lo è Anffas Ostia, accreditata con la Regione Lazio) di cedere i crediti vantati (in questo caso che l’associazione deve ancora ricevere dall’Asl Roma D) come “misura generalizzata di pagamenti dei contributi dovuti”. 

Cosa che regolarmente è stata fatta, cedendo i crediti vantati nei confronti della Asl Roma D per il saldo degli oneri contributivi Inps che però non ne volle sapere e inviò ugualmente all’associazione nel 2011 una cartella da 321mila euro. Ne è nata una causa e una sentenza del Tribunale di Roma che ha accolto in toto la procedura seguita da Anffas Ostia sottolineando come questi oneri fossero stati, testualmente, “oggetto di cessione crediti regolarmente riconosciuta dalla Asl” e dichiarando “cessata la materia del contendere”. Quest’anno quella cartella si è ripresentata, con un importo minore ma pur sempre cospicuo: 155mila euro.

Dulcis in fondo, l'Anffas Ostia sottolinea che "pur in attesa dell’udienza del 12 novembre 2013 l’Inps di Ostia continua a negare il Durc positivo con riserva e passa il 25 settembre 2013 al pignoramento dei fondi per la ristrutturazione di un bene confiscato alla mafia affidato ad Anffas Ostia, con procedura speciale che non prevede l’avviso all’ente pignorato, se non 10 giorni dopo il fatto".

“Ciò che sta avvenendo – afferma il presidente di Anffas Ostia, Ilde Plateroti - è assurdo. La mano è la stessa che costrinse Anffas Ostia a ricorrere nel 2011 contro una cartella pazza da 300mila euro. Se qualcuno dovrà chiudere di certo non possiamo permetterci di essere noi, ma ne dovranno risponderne quei funzionari dell'Inps di Ostia, cui i nostri sistemi virtuosi sembrano non andare né su né giù”.

“Con tutti i nostri sforzi – sottolinea il direttore generale, Stefano Galloni - ce la metteremo tutta per continuare a garantire anche questa volta i servizi e gli stipendi. Subire un pignoramento lampo intervenuto mentre si è ancora in attesa di giudizio, quando in realtà Inps è da mesi seduta al tavolo delle trattative con il reale debitore (Regione Lazio) per gli stessi importi, vedere il giudice sospendere cartelle e pignoramento, addirittura con atto olografo per la gravità degli avvenimenti, grida giustizia!”.

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