Omicidio all'Axa: salgono a tre gli arrestati
Dopo i due uomini catturati nelle scorse settimane, presa una 24enne sospettata di essere la basista della banda. Secondo l'accusa avrebbe fornito informazioni agli autori del colpo, ma non sarebbe stata presente sulla scena dell'omicidio
Redazione
18 dicembre 2008 10:30
S algono a tre le persone arrestate per l'omicidio del gioielliere Francesco Lenzi all'Axa. Ieri è toccato ad un'amica della domestica dell'uomo finire in manette. La 24enne romena è sospettata di essere la basista della banda che aveva progettato il colpo.
Gli investigatori l'avevano già interrogata e i sospetti su di lei si erano fatti via via più forti, tanto che Adriana (questo il suo nome, ndr) aveva in progetto di tornare in Romania. Al momento dell'arresto, i segnali della fuga, a detta dei Carabinieri c'erano tutti.
L'accusa ha escluso che la donna fosse presente al momento del colpo, poi sfociato in omicidio. Questo perché l'alibi fornito dalla stessa sarebbe inattaccabile da parte degli inquirenti. A motivare l'arresto della donna ci sarebbero invece i forti sospetti su di lei come tramite d'informazioni, che avrebbe carpito grazie al suo legame d'amicizia con la domestica del Lenzi ed avrebbe poi fornito agli esecutori materiali del colpo.
Gli inquirenti stanno ora cercando di capire se le informazioni sono state estorte con la forza o l'astuzia o siano il frutto della complicità del complice del Lenzi. Fin dall'inizio si è sospettato che la banda conoscesse bene i movimenti nella casa, visto che la cassaforte è stata immediatamente rintracciata dietro una libreria, distrutta poi dai banditi stessi.
Attualmente sono due i connazionali della donna in carcere con l'accusa di aver preso parte alla rapina, mentre un terzo è tutt'ora latitante. Gli inquirenti sospettano sia andato all'estero. Il primo romeno era stato arrestato alla stazione di Milano, pronto a partire con il trolley pieno della refurtiva del colpo. Il secondo romeno è stato bloccato invece ad Aprilia, dove si nascondeva pressato dai carabinieri.
Gli investigatori l'avevano già interrogata e i sospetti su di lei si erano fatti via via più forti, tanto che Adriana (questo il suo nome, ndr) aveva in progetto di tornare in Romania. Al momento dell'arresto, i segnali della fuga, a detta dei Carabinieri c'erano tutti.
L'accusa ha escluso che la donna fosse presente al momento del colpo, poi sfociato in omicidio. Questo perché l'alibi fornito dalla stessa sarebbe inattaccabile da parte degli inquirenti. A motivare l'arresto della donna ci sarebbero invece i forti sospetti su di lei come tramite d'informazioni, che avrebbe carpito grazie al suo legame d'amicizia con la domestica del Lenzi ed avrebbe poi fornito agli esecutori materiali del colpo.
Gli inquirenti stanno ora cercando di capire se le informazioni sono state estorte con la forza o l'astuzia o siano il frutto della complicità del complice del Lenzi. Fin dall'inizio si è sospettato che la banda conoscesse bene i movimenti nella casa, visto che la cassaforte è stata immediatamente rintracciata dietro una libreria, distrutta poi dai banditi stessi.
Attualmente sono due i connazionali della donna in carcere con l'accusa di aver preso parte alla rapina, mentre un terzo è tutt'ora latitante. Gli inquirenti sospettano sia andato all'estero. Il primo romeno era stato arrestato alla stazione di Milano, pronto a partire con il trolley pieno della refurtiva del colpo. Il secondo romeno è stato bloccato invece ad Aprilia, dove si nascondeva pressato dai carabinieri.
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18 dicembre 2008 10:30
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