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Venerdì, 29 Marzo 2024
San Lorenzo San Lorenzo / Via dei Lucani

San Lorenzo, parla Montuori: "Ecco come riqualificheremo l'area di via dei Lucani"

Intervista all'assessore all'Urbanistica Luca Montuori

Prima la delibera di giunta con le linee di indirizzo. Poi l’apertura al mercato con un avviso pubblico. E ancora. Il processo di partecipazione con i cittadini e infine il concorso vero e proprio. Il Campidoglio, in collaborazione con il II municipio, punta alla riqualificazione dell’area abbandonata di via dei Lucani, a San Lorenzo, finita agli onori della cronaca per la morte della giovane Desirèe Mariottini. Per raccontare il progetto, Romatoday ha intervistato l’assessore all’Urbanistica, Luca Montuori.

Come nasce il progetto?

Da tempo avevamo l’ambizione e la curiosità di investigare le modalità innovative di relazione tra soggetti pubblici e privati nell’ambito dei progetti urbani a cui si sta lavorando in giro per il mondo. L’iniziativa più interessante è Réinventer Paris, alla quale ci siamo ispirati anche per il progetto Reinventiamo Roma. C’è stato poi il convegno dell’Acer sulla rigenerazione urbana, che ha lanciato altre suggestioni; la nostra presenza al Mipim di Cannes, evento che rappresenta la componente più aggressiva del mercato; abbiamo incontrato soggetti diversi con proposte diverse. Una serie di sollecitazioni che ci ha portato alla convinzione della necessità di avviare programmi di rigenerazione urbana su aree private, costringendo i proprietari a uscire dall’inerzia. Purtroppo c’è una relazione tra investimento finanziario e proprietà dei suoli che permette ai proprietari di tenere inutilizzate aree e immobili, come in attesa che accada qualcosa. Quella di via dei Lucani sarà una prima sperimentazione, con un livello superiore di complessità, perché abbiamo di fronte 12 proprietà, due delle quali finiranno all’asta per procedura fallimentare. Con questo progetto vogliamo affermare che la mano pubblica può dettare le regole delle trasformazioni cittadine. Speriamo che gli investitori privati sappiano comprendere questa apertura. Dieci anni di crisi del mercato immobiliare devono portare a modelli di sviluppo diversi.

Avete già parlato con i proprietari dell’area?

Non ci abbiamo parlato, abbiamo interloquito con i custodi giudiziari che ne gestiscono una parte consistente. Abbiamo sondato il terreno con molte associazioni di settore in merito all’iter che avevamo intenzione di intraprendere, senza specificare i luoghi su cui avremmo sperimentato, e tutte hanno risposto positivamente. Nel caso di San Lorenzo si tratta di trovare uno o più investitori privati in grado di dialogare e coinvolgere i proprietari e nel caso disponibili a espropriarne una parte, un processo previsto anche dalla legge. Il rischio, in questo caso, è che anche chi possiede 20 metri quadrati pensi di poter di guadagnare chissà quanto da questa operazione.   

Qual è l’attuale destinazione d’uso dell’area?

L’area di via dei Lucani rientrava nel Progetto urbano San Lorenzo, molto più esteso, che qui prevedeva un mix di funzioni, con una parte consistente da destinare a residenziale, una parte artigianale, addirittura alcune percentuali a industriale. Solo quest’ultimo aspetto, per esempio, pone numerosi interrogativi. Un coworking è un’attività produttiva o direzionale? Dobbiamo comprendere queste trasformazioni.

I progetti arriveranno dai privati. Il Comune, però, deve delineare le linee guida entro cui è possibile muoversi. Avete già assicurato che escluderete il residenziale, da sempre considerato il più remunerativo per gli investimenti immobiliari. Non temete che i proprietari si oppongano alla modifica di queste previsioni urbanistiche?

Il Progetto urbano San Lorenzo è stato ormai snaturato dall’attuazione di molti interventi immobiliari sorti tutt’attorno con l’applicazione del Piano casa, una legge che agisce ignorando le regole della pianificazione. Anche il The Student Hotel all’ex Dogana verrà costruito sulla base di quella legge. Di quel progetto urbano ne rimangono attuabili solo alcune parti e non sono stati realizzati i servizi. Continuare con quello strumento vorrebbe comunque dire anche farsi carico di questo aspetto. Inoltre sono ormai più di 15 anni che i proprietari di quelle aree non fanno nulla. Dopo tutto questo tempo l’amministrazione ha il diritto di pianificare.

Vi è già arrivata qualche proposta? Avete già parlato con qualche investitore interessato?

Non abbiamo parlato con nessuno, vogliamo un confronto più ampio possibile.

Avete un’idea di cosa potrebbe diventare quell’area?

Possiamo solo avanzare ipotesi. Da spazi per le attività sportive a servizi per gli anziani del quartiere. Potrebbe arrivare un museo o una scuola d’arte, caso in cui saremmo anche disposti ad aprire ad una residenzialità funzionale. L’area potrebbe essere interessante per le università, vi si potrebbe realizzare una biblioteca. Stiamo parlando di uno spazio importante per il quartiere ma nevralgico anche per l’intera città, molto vicino a Termini, a due passi dalla Sapienza. Ribadisco: sono solo ipotesi. Aspettiamo dal mercato una risposta capace di tenere insieme ritorno economico e bisogni del territorio. Se non avremo reazioni, siamo pronti a espropriare l’area e destinarla a verde pubblico e servizi. A quel punto, sarà l’amministrazione a dover progettare e anche a stanziare tutti i fondi necessari.

A proposito di fondi, i costruttori hanno apprezzato l’iniziativa ma hanno anche subito ricordato che l’esproprio avviene a prezzi di mercato. Avete idea di quante risorse andranno individuate in questo caso?

Non ancora, perché abbiamo solo indicazioni di massima sulle consistenze edilizie presenti all’interno del perimetro. Per stabilire il valore bisogna capire quante costruzioni sono legali e quante abusive. In ogni caso siamo ottimisti. La nostra idea ha ottenuto tutti riscontri positivi e siamo sicuri che arriveranno dei progetti. Sul mercato romano si stanno muovendo molti investitori. Abbiamo lavorato sulla struttura degli atti amministrativi e adesso dobbiamo avere la forza di portarla avanti nella sua fase pubblica.

Nell’iter che avete elaborato occupa una parte importante il processo partecipativo. San Lorenzo è un quartiere molto attivo. Siete pronti al confronto con tutti?

Lo faremo, vogliamo organizzare un confronto pubblico con tutti. Con una novità: non chiameremo i cittadini per chiedergli cosa vorrebbero in quello spazio, senza considerare la fattibilità delle proposte, ma per esprimersi nel merito sui progetti che arriveranno. Li chiameremo a discutere sulla loro sostenibilità e a confrontarsi su un progetto di massima. Un sistema in cui si muovono tre soggetti: l’amministrazione pubblica, i privati e i cittadini. Se questa circolarità funziona, con trasparenza da parte di tutti, il progetto andrà in porto. In via dei Lucani partiamo avvantaggiati perché non ci sono gruppi consolidati con interessi specifici sull’area.

A proposito del confronto con le realtà del quartiere. L’unica frazione sottratta all’abbandono è Communia, un’ex officina occupata oggi destinata a varie attività autogestite, tra cui anche un’aula studio. Secondo lei c’è un modo per far proseguire questa esperienza con il nuovo progetto?

Communia è un presidio importantissimo, l’unico che ha rivitalizzato un’area in abbandono. Non solo a San Lorenzo, la vita informale delle città è sempre la più vivace. Pensare a vincoli o percorsi che acquisiscono queste realtà trasformandoli in soggetti definiti non è percorso semplice e spesso rischia di snaturarne la forza. La maggior parte delle volte il valore di queste realtà sta proprio nel loro carattere informale, dovrebbero avere la capacità di essere parte di questo confronto.

Proprio di fronte all’area abbandonata di via dei Lucani, nei prossimi mesi, dovrebbero partire i lavori per la costruzione del The Student Hotel. Da quell’operazione arriveranno 4 milioni di euro di oneri urbanistici. La presidente del II municipio Francesca Del Bello ha chiesto di poterli reinvestire sul territorio. Cosa ne pensa?

Questo passaggio è tutto da verificare. Perché no, ma gli oneri di urbanizzazione che arrivano dal piano casa, in realtà, servono alle casse del Comune per essere redistribuiti in tutta la città. Ci sono aree di Roma che, in questi termini, producono molto di più. Non possiamo lasciare scoperte le altre. In ogni caso è un discorso prematuro, lo affronteremo al momento opportuno.

La sindaca Raggi, in conferenza stampa, ha parlato di prototipo. Roma è piena di aree abbandonate. Avete già individuato la prossima area di intervento?

Si, abbiamo molti spazi in mente, ma iniziamo da qui.

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