rotate-mobile
San Lorenzo San Lorenzo / Via dei Sabelli, 88

A San Lorenzo i campi da padel "bloccati" dal Tar. Adesso la palla passa al Comune

I giudici impongono all'amministrazione di dare risposte alle istanze dei cittadini contrari alla realizzazione di 5 nuovi impianti a via dei Sabelli e aggiungono: "Per farli ci voleva un permesso di costruire"

Cinque campi da padel per un'estensione totale di quasi 1.300 mq all'interno dell'impianto sportivo di via dei Sabelli 88, proprietà dell'ordine dei Cavalieri di Colombo, potrebbero essere bloccati da una sentenza del tribunale amministrativo regionale del Lazio. La sentenza, emessa dalla seconda sezione bis e pubblicata il 21 marzo, dà ragione (in parte) ad un gruppo di residenti dei palazzi di fronte alla struttura, passando la palla al Comune e al municipio, oltre che alla Soprintendenza ai Beni Culturali. 

I campi da padel a San Lorenzo che fanno infuriare i cittadini

La storia è stata affrontata già in precedenza: a maggio la Phadel Srl, per conto della proprietà del campo "Benedetto XV", inizia un cantiere per realizzare 5 campi da padel. L'area interessata è quella ancora vuota, un parchetto non attrezzato con alcuni alberi da frutto, accessibile al pubblico, su via dei Sabelli a San Lorenzo. Immediatamente alcuni "frontisti", abitanti dei palazzi che affacciano sull'area, decidono di opporsi. I motivi sono due: il consumo di suolo in uno spazio considerato "verde di pregio storico, morfologico e ambientale" e l'abbattimento di 39 essenze considerate storiche, ultratrentennali, in violazione del regolamento del verde approvato nel 2021. 

Il ricorso al Tar: "Area vincolata e documentazione insufficiente"

I cittadini, circa 40 (ma alla fine a figurare sulla sentenza sono in 12), hanno chiesto più volte al II municipio di intervenire, contestando anche l'autorizzazione ad aprire il cantiere previa la semplice presentazione di una Cila, poi trasformata in Scia e non di un permesso di costruire. Per i ricorrenti l'area oggetto del cantiere, la particella 158 foglio 611 del catasto, ha una destinazione d'uso "seminativo" e l'autorizzazione arrivata dal ministero della Cultura, la Cila e la successiva Scia presentate dalla società fanno riferimento solo al fabbricato (cioè il villino Liberty interno alla struttura), non agli spazi aperti. "Il complesso risulta essere bene culturale e monumentale ex art. 10 della legge 42/2004 - si legge in una memoria dei "frontisti" - come conferma Roma Capitale nelle sue memorie difensive. Ma nella Cila e successiva Scia si legge che i 5 campi non altererebbero i luoghi. La realizzazione di campi da padel richiede una Scia alternativa al permesso di costruire, come chiarito anche da beni culturali e dipartimento urbanistica, visto l’impatto non lieve sul paesaggio e sul suolo". 

Il destino dei campi da padel a San Lorenzo è in mano ai giudici

La diffida inviata al municipio caduta nel vuoto

Per i ricorrenti è stato illegittimo, da parte di Roma Capitale, restare in silenzio dopo la diffida trasmessa dai cittadini il 19 maggio 2022 tramite posta certificata, non avendo esercitato i "poteri inibitori" previsti dalla legge rispetto all'attività edilizia avviata dalla Phadel Srl. E sostengono sin dall'inizio che su tutta l'area insistano dei vincoli: gli stessi giudici, nell'esposizione dei fatti prima della sentenza, scrivono che "sia il villino che il parchetto sono qualificati quali beni culturali, tanto da essere stato richiesto il necessario parere della Soprintendenza". L'area, secondo quanto si legge nella Carta per la Qualità di Roma Capitale, risulta avere "depositi archeologici documentati da indagini geognostiche". Per questo i ricorrenti avevano presentato una diffida nella quale chiedevano al II municipio di esercitare il suo potere e inibire l'attività edilizia, con l'annullamento in autotutela dell'autorizzazione rilasciata da parte della Soprintendenza il 9 marzo 2022 "prospettando che essa fosse stata rilasciata senza adeguata istruttoria circa l'effettiva condizione dei luoghi", si legge nella sentenza del Tar. 

I giudici: "Era necessario un permesso di costruire"

Il passaggio della sentenza che mette in difficoltà la Phadel Srl, sul quale i cittadini ricorrenti fanno più leva e che potrebbe comportare un blocco dei lavori (anche se, a quanto risulta a RomaToday, i campi sono praticamente finiti) è questo: "Non c'è dubbio che l'intervento avrebbe richiesto il permesso di costruire - si legge nell'atto - così come già affermato dal Tar in altre fattispecie, sovrapponibili a quella odierna e correttamente richiamate dai ricorrenti". Con un permesso a costruire - che la presidente del II municipio, Francesca Del Bello, al nostro giornale aveva detto non essere necessario - la Phadel Srl dovrebbe presentare una serie di istruttorie allegate, come l'asseverazione della corrispondenza allo strumento urbanistico e al regime vincolistico generale "ove esistente". Insomma, non basta una Scia per costruire quei 5 campi da padel. "Non si poteva negare il permesso per quei lavori - dichiarava Del Bello il 17 maggio scorso - sarebbe stato come negare la ristrutturazione di un appartamento privato. Anche perché la destinazione d'uso è verde privato e tra le attività previste ci sono anche quelle sportive. Avrebbero dovuto chiedere un permesso a costruire? Assolutamente no, non stanno tirando su un palazzo". Sta di fatto che, adesso, l'amministrazione comunale e municipale dovranno riprendere in mano tutte le carte, come imposto dai giudici del Tar, dando quella risposta che un anno fa non hanno dato ai cittadini. La palla passa a loro. 

L'assessore municipale: "Sono a favore dei campi da padel"

"Io sono a favore dei campi, non mi creano problemi e sono in un'area privata". Risponde così a RomaToday Rino Fabiano, assessore ad ambiente e sport del II municipio, subito dopo la notifica della sentenza del Tar: "Qualche cittadino vuole determinare la vita di un centro sportivo - prosegue - e allora facessero ricorso anche contro il rumore di ragazze e ragazzi che giocano nella tensostruttura o contro i cori dei tifosi durante le partite (al Campo Benedetto XV gioca l'Atletico San Lorenzo di calcio, ndr), nonché per gli schiamazzi dei bambini della scuola durante le lezioni quotidiane. Tuttavia quando i tribunali si esprimono vanno rispettati, ma continuo a dire che il rumore è rumore sempre". In conclusione, adesso per l'assessore "è una questione che compete agli uffici tecnici". 

Il cantiere per i campi da padel è bloccato: "Non potevano abbattere gli alberi"

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

A San Lorenzo i campi da padel "bloccati" dal Tar. Adesso la palla passa al Comune

RomaToday è in caricamento