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Speranza, il santone-mostro in giacca e cravatta di via dei Sabelli

Gli abitanti di via dei Sabelli raccontano il guru che ha abusato di tante bambine: “Non abbiamo mai capito con chiarezza cosa facesse e che attività si svolgesse all'interno del centro”

Un uomo sulla sessantina, distinto, spesso elegante ed ancora più spesso impegnato al cellulare. A San Lorenzo è questa la descrizione che i cittadini fanno di Danilo Speranza, il guru, il santone, forse sarebbe meglio dire il mostro, che promettendo guarigioni, si faceva consegnare le figlie dalle madri, per poi stuprarle.

"Lo vedevamo spesso fermo davanti alla porta del centro della sua Comunità, in via dei Sabelli. Non abbiamo mai capito con chiarezza cosa facesse lì fuori e che attività si svolgesse all'interno del centro”, spiega una residente. “Alcuni africani che abitano di fronte alla Comunità, in passato, mi hanno detto che dava loro una mano affinché ottenessero i permessi di soggiorno”.

"Spacciavano quel posto come un centro di servizi di call center e consulenze per attività di solidarietà”, spiega un altro residente. “Sembrava un luogo rispettabilissimo, con tanto di uffici e più di una decina di dipendenti”, racconta un'altra signora.

"Qui fuori c'erano spesso molti giovani di 20 e 30 anni, ma anche gente più adulta", spiega ancora un'altra persona. "Spesso in quel centro c'era la porta aperta, una volta sono entrata all'interno per chiedere invano di poter lavorare, anche se non sapevo di cosa si trattasse”, ha aggiunto una negoziante. All'interno c'era un corridoio con diverse postazioni di computer".
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