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Ex Cinema Palazzo, il Codacons: "Vediamo le carte del progetto"

Sulla vicenda dell'ex Cinema Palazzo si è espresso il Codacons chiedendo al Comune di vedere la documentazione relativa al progetto

Dopo la conferenza stampa della Camene Spa e lo scontro all'ultimo insulto Capezzone-Guzzanti, la vicenda dell'ex Cinema Palazzo occupato da tre mesi torna a far parlare. La paura che i locali si trasformino in una sala giochi serpeggia anche nel Codacons che vuole vederci chiaro. L’associazione ha presentato una formale diffida e istanza d’accesso al Comune di Roma, affinché fornisca tutte le carte e la documentazione inerenti il nuovo progetto.

Si legge nell’atto del Codacons:

 “la scrivente Associazione da anni impegnata nella tutela del patrimonio storico e artistico della Città di Roma ha appreso della imminente apertura – corroborata da svariati articoli di carta stampata -  nel c.d. ex Cinema Palazzo di un vero e proprio casinò da parte della Società denominata CAMENE s.p.a.. Come noto il Codacons risulta essere portatore di quello specifico interesse a partecipare al procedimento finalizzato alla ristrutturazione dell’immobile sin dalle sue fasi iniziali, al fine di garantire non solo la presenza delle comunità ivi abitanti e residenti, necessaria per rendere gli atti e i provvedimenti adottandi immuni da vizi e/o nullità anche in considerazione dell’indubbio valore storico artistico dell’immobile, e in disparte ogni ulteriore considerazione sul fenomeno legato al diffondersi delle c.d. ludopatie (che l’apertura di una struttura ad hoc in ogni caso comporterebbe). Nel caso di specie la conoscenza compiuta del progetto e di ogni ulteriore suo atto presupposto e conseguente (comprese le concrete modalità di esecuzione del restauro) risulta indispensabile per poter valutare (e scongiurare) non solo una mala-gestio, ma, soprattutto, per verificare che vengano rispettate tutte le norme urbanistiche che espressamente vietano attività che, nel caso di specie, sembrano in procinto di essere realizzate (id est: una sala da gioco) e non venga utilizzato da un privato “come cosa propria” con violazione dei precetti fondamentali in tema di buon andamento ed imparzialità della P.A. di cui all’art. 97 Costituzione (anche tenuto conto come accennato del connesso profilo legato alle c.d. ludopatie)”.

 
Sulla base di tali elementi il Codacons ha chiesto dunque al Comune la documentazione relativa al progetto, richiamando la contempo la delibera n.36 del 2006 che vieta nei tessuti T4 attività aventi ad oggetto “sale per videogiochi, biliardi e altri giochi leciti”. Qualora dovessero emergere illeciti o irregolarità, e il mancato rispetto delle disposizioni di legge – conclude l’associazione – i cittadini potrebbero avviare una class action contro lo stesso Comune.

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