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Sabato, 20 Aprile 2024
San Lorenzo San Lorenzo / Via dei Sabelli, 88

Il destino dei campi da padel a San Lorenzo è in mano ai giudici: il 19 ottobre la sentenza del Tar

Un gruppo di circa 40 famiglie ha fatto ricorso contro la realizzazione dell'impianto

La diatriba esplosa intorno al cantiere per la realizzazione di 5 campi da padel in via dei Sabelli, all'interno del centro sportivo di proprietà della fondazione Cavalieri di Colombo, vedrà la conclusione di un primo "round" il 19 ottobre, quando il Tar del Lazio si esprimerà sul ricorso presentato da un gruppo di residenti che affacciano sulla struttura. Nel frattempo in municipio II si è svolta una commissione congiunta ambiente-urbanistica per un riepilogo delle puntate precedenti. 

Cinque campi da padel all'interno del campo Benedetto XV a San Lorenzo

Come raccontato in precedenza da RomaToday, a inizio maggio è partito un cantiere per la realizzazione di 5 campi da padel (1.280 mq totali di superficie) in quella che, nell'impianto intitolato a Benedetto XV, era l'unica area ancora non sfruttata dalla proprietà religiosa per attività sportive. Una novità che viene vista come fumo negli occhi da un gruppo di cittadini che a via dei Sabelli vivono e affacciano sui futuri campi. 

I motivi del ricorso dei "frontisti"

I motivi sono principalmente due: il consumo di suolo all'interno di uno spazio considerato "verde di particolare pregio storico, morfologico e ambientale secondo il piano regolatore, uno spazio aperto della città storica regolato dall'articolo 16 del Prg" facevano sapere i residenti e l'abbattimento di 39 alberi storici, ultratrentennali, in violazione - sostengono i ricorrenti - del regolamento del verde approvato lo scorso anno dall'assemblea capitolina. Per i "frontisti" ci sono "plurimi vizi formali e sostanziali nella redazione della Cila", cioè l'atto presentato nell'aprile 2022 dalla società che si occupa, per conto della fondazione religiosa, di costruire e gestire i campi. Il trambusto fa sì che la Soprintendenza archeologica si interessi ed effettui un sopralluogo: il cantiere a giugno viene sospeso e da quel momento è fermo. A luglio è stato depositato il ricorso al tribunale amministrativo regionale e tra pochi giorni si saprà cosa verrà deciso, anche se - come fa sapere in commissione municipale Marcello Mariuzzo, uno dei residenti  - lo stesso giudice avrebbe in passato deciso a favore dei ricorrenti su una questione del tutto simile.

"Abbiamo un interesse legittimo a ricorrere"

"La Cila - prosegue Mariuzzo in commissione - è stata sostituita con una Scia semplice, un documento identico  in cui viene solo cambiato il titolo. Vorrei far ragionare i presenti su cosa significhi avere a 12 metri di distanza 5 campi da padel a livello di inquinamento acustico e che inoltre copriranno la vista del villino storico all'interno dell'area. Ricordo anche che ci sono delle scuole a due passi. Abbiamo diritto ed interesse legittimo, perché il valore dei nostri immobili si abbasserà e per noi sarà una perdita economica grave". 

Per i residenti sono state presentate documentazioni insufficienti e lacunose

"L’area della particella 158 foglio 611 - si legge in un promemoria inviato dai ricorrenti alle commissioni ambiente e urbanistica del II municipio - ha destinazione d’uso 'seminativo': l’autorizzazione del ministero della Cultura, la Cila e la successiva Scia fanno tutte riferimento alle particelle relative al fabbricato, non agli spazi aperti del complesso. Il complesso risulta essere bene culturale e monumentale ex art. 10 della legge 42/2004, come conferma Roma Capitale nelle sue memorie difensive. Ma nella Cila e successiva Scia si legge che i 5 campi non altererebbero i luoghi. La realizzazione di campi da padel richiede una Scia alternativa al permesso di costruire, come chiarito anche da beni culturali e dipartimento urbanistica, visto l’impatto non lieve sul paesaggio e sul suolo". 

La presidente del municipio: "Difficile per noi intervenire se uffici danno un'interpretazione"

La presidente del II, Francesca Del Bello, è intervenuta a lungo durante la commissione: "Ad oggi l'area in questione non ha il vincolo dell'interesse culturale - spiega - cosa che vi ricorderete avevamo chiesto quando ci fu la questione del campo a 11 che doveva essere trasformato in campi più piccoli e in un parcheggio. La società privata che deve costruire i campi da padel aveva preventivamente chiesto un parere alla Sovrintendenza, prima di presentare la richiesta di titolo autorizzativo al municipio. E ha ottenuto una risposta positiva. L'area, dal punto di vista urbanistico, è un verde privato. E su questa definizione c'è differenza di interpretazione tra cittadini ricorrenti e uffici municipali: secondo i primi non si può costruire nulla perché sarebbero strutture 'ex novo', secondo gli uffici è solo un'opera di ampliamento di strutture già esistenti. Concessa dunque dalla destinazione d'uso definita nel Prg. La Cila è stata considerata legittima dai privati, poi è stata modificata con una Scia alternativa al permesso di costruire (ma su questa dichiarazione i ricorrenti dissentono, ndr). Se l’ufficio tecnico di disciplina edilizia del municipio, che assume decisioni e indicazioni di natura tecnica-autorizzativa, ritiene che si tratti di un ampliamento di area sportiva già esistente, è difficile intervenire politicamente. Lo può fare solo un tribunale amministrativo. Noi possiamo cercare di convincere la proprietà a cambiare location, ma abbiamo già ricevuto risposta negativa. Comprendo le richieste dei cittadini ma la capacità d'incidenza nostra è relativa". 

La consigliera: "Grave il taglio degli alberi"

"È grave aver tagliato gli alberi - interviene la consigliera Barbara Auleta di SCE - si sottrae uno spazio ad attività che la proprietà è obbligata a rendere pubblica. I ricorrenti su questo hanno ragione. Da avvocato mi sento di dire che la soluzione migliore delle vertenze è quella extragiudiziale evitando il ricorso alle vie legali". 

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