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Pensionato ucciso: l'assassino l'ha atteso sotto casa, è giallo

Una coltellata al cuore, nessuna rapina e il sospetto che l'omicidio possa essere la vendetta di qualcuno, forse di un debitore. Giallo sull'omicidio di Raffaele Cohen

Un giallo ancora irrisolto: così si prospetta ancora l'assassinio di Raffaele Cohen, l'anziano ebreo di 74 anni di origini libiche trovato morto nell'androne del suo palazzo e molto noto nella comunità ebraica capitolina. Una coltellata dritta al cuore da una mano forte e decisa. Nessuna rapina e il sospetto che l'omicidio possa essere il simbolo della vendetta di qualcuno, forse di un debitore; l'identikit dell'aggressore è ancora un rebus nascosto nella vita della vittima.

Tutto è affidato ai risultati degli esami dei Ris, che hanno trovato di macchie di sangue e altre possibili tracce sul tappeto davanti al gabbiotto dove l'uomo è stato ucciso. Dalla prima ricostruzione l'assassino avrebbe potuto aspettarlo all'interno del gabbiotto, averlo seguito entrando nel palazzo qualche istante dopo o ancora sulle scale del seminterrato dell'edificio. La moglie di Cohen era passata dal fruttivendolo intorno alle 20, come riferisce il dipendente dello stesso negozio, ha fatto la spesa come fa abitualmente. Cohen invece è rincasato dal lavoro dopo un manciata di minuti: ha parcheggiato l'auto in garage e si è avviato verso il portone. Poi l'omicidio.

Tutto è successo in pochi istanti. Un'aggressione lampo: l'assassino è spuntato dal nulla e Cohen dopo pochi secondi era a terra morto. E' stato trovato prono con una profonda coltellata al cuore, davanti alle cassette della posta all'interno del gabbiotto, inferta con tutta probabilità da una lunga lama. A dare l'allarme è stata una vicina che si è accorta del corpo. Esclusa l'ipotesi del tentativo di rapina: in tasca c'era ancora il portafoglio con 300 euro.

La 'chiave' potrebbe arrivare proprio dal passato di Cohen e i carabinieri stanno ascoltando i familiari dell'uomo per scavare su alcune vicende personali della vittima. Per questo quasi nessun movente è escluso in merito all'omicidio, neppure l'ipotesi della vendetta di un debitore di Cohen. L'anziano viveva a Roma da oltre vent'anni, aiutava negli affari il negozio di abbigliamento dei figli al centro di Roma, in via dei Giubbonari. Cohen apparteneva ad una famiglia sacerdotale ed aveva un ruolo carismatico all'interno della sinagoga di Roma. In via Lanciani, nei pressi di piazza Bologna, è continuato incessante il via vai di amici e parenti della vittima, che sono entrati nel palazzo passando più volte proprio davanti al luogo dell'omicidio, per salire al primo piano dell'edificio dove abitava Cohen e confortare i familiari. Tanto che è stato affisso un foglio affisso sul portone dell'edificio con su scritto "Si prega di astenersi dalle visite". "Fino a domenica scorsa era in Sinagoga, lo abbiamo visto tranquillo e sorridente", spiegano alcuni amici. "Litigavamo sempre per l'auto - dice il titolare di un negozio di via Lanciani - solitamente la lascio accanto all'ingresso del garage condominiale e lui si imbestialiva. Era un po' burbero, ma una brava persona". Un'altra persona riflette: "E' singolare che un fatto del genere sia successo proprio nel giorno della visita del primo ministro Netanyahu a Roma".

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