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Bologna Bologna / Piazza Ruggero di Sicilia

Piazza Bologna piange Ernesto, il giocattolaio che ha "cresciuto" intere generazioni

Aveva 97 anni. Da Bassano in Teverina si era trasferito nella Capitale per realizzare il sogno di vendere giocattoli

Il quartiere Nomentano è in lutto: si è spento nel giorno della Festa del Papà, il 19 marzo scorso, il giocattolaio Ernesto Arcangeli. Aveva 97 anni.  Arrivato a piazza Bologna nel 1975, precisamente in piazza Ruggero di Sicilia all'angolo tra via Stamira e via Sambucuccio d'Alando, Ernesto per quasi cinquant'anni ha soddisfatto le richieste di migliaia di bambini e ragazzi della zona. A raccontare di lui e della sua passione è la nipote Sonia, che insieme alla madre Antonia gestisce il negozio "La Galleria 900". 

"Mio nonno era amato da tutti - ricorda - perché si è sempre fatto in quattro per accontentare i clienti. Una persona disponibile, di cuore, appassionata del suo lavoro". Nato a Bassano in Teverina, provincia di Viterbo, le sue origini sono contadine: "Ma un giorno decise di lasciare il paese - prosegue Sonia - e venire a Roma, dove inizialmente si è adattato a fare tutto: ha lavorato in cucina, ha fatto il porta a porta come venditore, si è sacrificato. Poi ha avuto l'occasione di aprire la sua attività, quella che sognava da tempo e non l'ha più lasciata". 

Tanti sono passati per il suo negozio, tanti hanno fatto visita ancora alla Galleria per fare le condoglianze alla figlia e alla nipote, portando in dote un ricordo: "Ognuno ha qualcosa da raccontare legato a nonno - conferma Sonia - perché è stato buono con tutti. Ricordo per esempio che, tanti anni fa, un bambino arrivò chiedendo una squadra del Subbuteo al tempo introvabile, forse era il Catania. Insomma, nonno Ernesto si adoperò così tanto che alla fine gliela trovò, facendolo contentissimo. Oggi quel bambino è un uomo di quarant'anni con famiglia ed è passato a trovarci in negozio, era dispiaciutissimo". 

Vedovo da sei anni, Arcangeli è morto circondato dall'affetto dei suoi cari nel suo letto: lascia una figlia, due nipoti e tre pronipoti. Dopo le esequie, che si sono tenute alla chiesa di Sant'Ippolito, il feretro ha raggiunto Bassano in Teverina dove Ernesto si è ricongiunto alla moglie. "Nonno mi ha insegnato tanto - conclude il suo ricordo Sonia - e innanzitutto il rispetto per il cliente, che per lui aveva davvero sempre ragione. Mi diceva sempre: 'ricordati che la nostra sopravvivenza dipende da loro'. Purtroppo adesso il modo di lavorare è cambiato, abbiamo anche ridotto il negozio, ma la nostra stella polare è sempre la qualità del prodotto, come voleva nonno". 

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