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A Roma c'è il primo regolamento sulla gestione dei beni comuni

A votarlo l'aula del municipio XII. La proposta è a prima firma del consigliere di Sinistra civica ecologista Fabio Magrini 

Ancora l'Assemblea capitolina non ha regole certe in merito. A far da precursore però pensa il XII municipio, primo su Roma ad approvare in aula, lo scorso 30 giugno, un vero e proprio regolamento sulla gestione dei beni comuni. Dieci pagine, a prima firma del consigliere di Sinistra civica ecologista e presidente dell'aula Fabio Magrini, che vanno a fissare in 25 articoli l'iter preciso di una nuova modalità di amministrazione condivisa. Al momento in città sono state sperimentate più volte forme di collaborazione tra municipi e cittadini, mancando però sempre una cornice normativa generale di riferimento. 

L'iter da seguire

Tradotto? I cittadini, sia in forma di associazioni e comitati che come singoli, potranno avanzare progetti per la gestione e la cura di un'aiuola, di un parco, di una strada, di un marciapiede o di un immobile in disuso (anche tra quelli confiscati alla criminalità organizzata). I piani di intervento, che possono comprendere vere e proprie operazioni di restauro e riqualificazione, dovranno essere presentati presso l'apposito Ufficio per l'amministrazione condivisa, appositamente insediato presso la Direzione socio educativa del municipio. L'apposito modulo da compilare verrà reso disponibile on line sul sito del Comune. "I cittadini che intendono occuparsi di un bene pubblico perché possa diventare ricchezza per il territorio possono presentare istanza al municipio, che a sua volta può promuovere una sua iniziativa di coinvolgimento degli stessi nella gestione", spiega a RomaToday il consigliere Magrini. 

Il patto di collaborazione con il municipio

Un processo che si si chiude con un "patto di collaborazione" tra le parti. Due le tipologie di accordo. I patti ordinari, tra cui rientrano attività di base quali pulizia, imbiancatura, piccola manutenzione ordinaria, giardinaggio, allestimenti, decorazioni, attività di animazione territoriale, aggregazione sociale, attività culturali e formative. E i patti complessi, riguardanti spazi e beni comuni che hanno caratteristiche di valore storico, culturale o dimensione e valore economico significativo. In questo caso il progetto presentato andrà sottoposto all'approvazione dalla parte della giunta municipale. Unica condizione: nessuna attività offerta dovrà portare un vantaggio economico per l'organizzatore. 

"Grazie a questa votazione, frutto di un scambio proficuo in aula con le opposizioni, il municipio verrà fornito di uno strumento all'avanguardia che darà regole certe per l'amministrazione del patrimonio pubblico del nostro territorio - commenta il presidente del XII municipio Elio Tomassetti - finalmente anche la città di Roma torna a progettare il futuro e apre a forme moderne di collaborazione con i cittadini".

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