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Venerdì, 19 Aprile 2024
Monteverde Monteverde / Via Arcangelo Ilvento

La Croce Rossa sfratta la società di calcio sociale per i più fragili. Il caso in parlamento

Pronta un'interrogazione del gruppo del partito democratico. Il 22 giugno il pronunciamento del tribunale

L'associazione sportiva dilettantistica Il Faro rischia la chiusura. Punto di riferimento del territorio tra Monteverde e Portuense, "casa" di Crazy for Football, nazionale italiana per persone con problemi di salute mentale, scuola calcio per i più piccoli a prezzi popolari, con un'attenzione rivolta ai bimbi con disabilità, e una prima squadra che partecipa al campionato di C1, il circolo è sotto sfratto da parte della Croce Rossa italiana, proprietaria del terreno di via Arcangelo Ilvento che ospita i tesserati dal 2005. Un caso che sta facendo rumore al punto da prepararsi ad approdare in parlamento con un'interrogazione a cui sta lavorando il gruppo del partito democratico. 

"La nostra società è apprezzata e conosciuta in tutta la regione non solo per i suoi risultati sportivi ma anche per il forte valore educativo e sociale della sua attività. Lo sport come riscatto, come lotta allo stigma" rivendicano i ragazzi del noto circolo sportivo. "Le nostre squadre, soprattutto quelle dei più piccoli, accolgono bambini e bambine con necessità speciali. Al contrario di molte altre realtà sportive, non facciamo provini o selezioni in base alle capacità, ma ci guida l’idea che lo sport debba essere sempre un diritto e un divertimento di tutti e di tutte". Ma veniamo ai dettagli della vicenda. 

Le ragioni della controversia

Il Faro ha stipulato un contratto di affitto dell'area con la fondazione Il Faro di Susanna Agnelli nel 2005. Nel 2020 la fondazione ha chiuso e Croce Rossa ha ripreso possesso dell'area dove si trova il circolo, contestando il contratto di locazione a suo dire illegittimo in quanto non stipulato direttamente con l'ente proprietario.

Altra contestazione da parte della storica organizzazione di volontariato riguarda alcune presunte irregolarità dell'area dove sono stati realizzati i campi sportivi, tra cui la registrazione al catasto come orto urbano. "Pur riconoscendo le nobili finalità delle attività di sensibilizzazione nei confronti delle disabilità svolte dalla società sportiva, Croce Rossa Italiana ha voluto ristabilire la legalità della struttura  garantendo la sicurezza di tutte le persone che la frequentano, cosa che, per le problematiche sopra evidenziate, al momento non è garantita" spiegano dall'organizzazione benefica. 

I gestori del circolo d'altra parte rivendicano il loro operato: "Siamo sempre stati adempienti agli obblighi contrattuali e ci siamo fatti carico in questi anni di tutti gli interventi di manutenzione sia ordinaria che straordinaria per garantire l'uso e la qualità dei campi e delle strutture". Fallito ogni tentativo di mediazione stragiudiziale, le parti sono finite in tribunale. Il prossimo 22 giugno è atteso il pronunciamento sul caso. 

La campagna per salvare il circolo

Nel frattempo prosegue la campagna social #nonspegneteilfaro, lanciata sul web dal circolo e dai suoi sostenitori. "Il nostro futuro è in pericolo e al momento non siamo in grado di garantire di poter riprendere le nostre attività dopo l’estate" ha dichiarato Enrico Zanchini, il vicepresidente del circolo e mister della nazionale di Crazy for football. "Restiamo fiduciosi che nei prossimi mesi, anche con l'ausilio del municipio e del Comune sarà possibile trovare una soluzione per il futuro, ma adesso è determinante far sentire forte la voce insieme a tutte le persone che conoscono il nostro lavoro a cominciare dalle famiglie che sanno bene quanto sia necessario non perdere una risorsa così importante per il territorio". 

Anche il XII municipio si è interessato alla vicenda cercando di favorire il dialogo tra le parti. "Croce rossa deve giustificare perché vuole interrompere un servizio così importante per il territorio - commenta a RomaToday il presidente del XII municipio Elio Tomassetti - dirci se vogliono mandare via Il faro e soprattutto cosa vogliono farci in alternativa". 

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