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Monteverde

L'associazione di calcio sociale sfrattata dalla Croce Rossa. Il caso sul tavolo di Draghi

Il deputato Pd Claudio Mancini: "Croce Rossa priva il territorio di una realtà molto preziosa dal punto di vista educativo, sociale e sportivo"

Il caso del circolo Il Faro finisce in parlamento. Il deputato dem Claudio Mancini ha presentato un'interrogazione alla Camera rivolta al presidente del Consiglio per informarlo sui fatti e invitarlo a trovare una soluzione. 

Parliamo dell'associazione sportiva dilettantistica di Monteverde che rischia la chiusura. Punto di riferimento del territorio, nonché "casa" di Crazy for Football, nazionale italiana per persone con problemi di salute mentale, scuola calcio per i più piccoli a prezzi popolari, con un'attenzione rivolta ai bimbi con disabilità, e una prima squadra che partecipa al campionato di C1, il circolo è sotto sfratto da parte della Croce Rossa italiana, proprietaria del terreno di via Arcangelo Ilvento che ospita i tesserati dal 2005.

"L'amministrazione municipale ha favorito l'individuazione di una soluzione condivisa attraverso la convocazione di un apposito tavolo tecnico, registrando tuttavia l'indisponibilità della Croce Rossa Italiana, intenzionata unicamente a rientrare in possesso degli spazi senza meglio specificarne la futura destinazione d'uso" si legge nell'interrogazione parlamentare.

Un attacco diretto all'associazione umanitaria rea di aver tenuto una "posizione di chiusura, privando di fatto i municipi XI e XII di una realtà molto preziosa dal punto di vista educativo, sociale e sportivo, recherebbe un indiscutibile pregiudizio per tutta la comunità". 

Le ragioni della controversia

Il Faro ha stipulato un contratto di affitto dell'area con la fondazione Il Faro di Susanna Agnelli nel 2005. Nel 2020 la fondazione ha chiuso e Croce Rossa ha ripreso possesso dell'area dove si trova il circolo, contestando il contratto di locazione a suo dire illegittimo in quanto non stipulato direttamente con l'ente proprietario.

Altra contestazione da parte della storica organizzazione di volontariato riguarda alcune presunte irregolarità dell'area dove sono stati realizzati i campi sportivi, tra cui la registrazione al catasto come orto urbano. "Pur riconoscendo le nobili finalità delle attività di sensibilizzazione nei confronti delle disabilità svolte dalla società sportiva, Croce Rossa Italiana ha voluto ristabilire la legalità della struttura  garantendo la sicurezza di tutte le persone che la frequentano, cosa che, per le problematiche sopra evidenziate, al momento non è garantita" spiegano dall'organizzazione benefica. 

I gestori del circolo d'altra parte rivendicano il loro operato: "Siamo sempre stati adempienti agli obblighi contrattuali e ci siamo fatti carico in questi anni di tutti gli interventi di manutenzione sia ordinaria che straordinaria per garantire l'uso e la qualità dei campi e delle strutture". Fallito ogni tentativo di mediazione stragiudiziale, le parti sono finite in tribunale. Il prossimo 22 giugno è atteso il pronunciamento sul caso. 

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