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Malagrotta Malagrotta / Via Gioele Solari

A Massimina una strada chiusa da sette anni: la collina è franata e nessuno è mai intervenuto

Interdetto il passaggio nel 2015, da allora la messa in sicurezza deve ancora partire. La promessa della nuova giunta: "Pronti a riunione sul posto con gli uffici tecnici per definire gli interventi"

Nessuno interviene da sette anni. Una collina franata sotto il peso degli acquazzoni invernali, la strada chiusa e i residenti che ancora aspettano i lavori. Siamo in via Gioele Solari, nel quartiere Massimina, triste icona di inefficienza politica e lentezza burocratica. Era il 31 gennaio 2015. Uno smottamento fece crollare il terreno sull'asfalto e la via venne interdetta per ragioni di sicurezza. Da allora il tempo sembra essersi fermato. Circa 200 cittadini costretti da anni a percorrere strade limitrofe, piene di buche e con illuminazione scarsa, tanto spazientiti da ignorare spesso il divieto e percorrere ugualmente la carreggiata spostando su un lato la rete arancione che impedirebbe il passaggio. 

"Non è possibile che in tutto questo tempo non sia ancora partito un cantiere, siamo forse cittadini di serie b?" si sfoga Fabio, residente nel consorzio Villa Paradiso. Già, perché via Solari è una strada consortile e non di competenza comunale. Intervenire sullo smottamento collinare però spetta al dipartimento Simu (Lavori pubblici) del Campidoglio. Che finora non se n'è fatto carico, né sotto l'ex sindaco Ignazio Marino, né sotto Raggi. E chi all'opposizione si lamentava dell'inerzia della maggioranza, quando si è ritrovato dall'altra parte non ha fatto diversamente. 

Nel 2015 gli allora consiglieri municipali pentastellati Silvia Crescimanno e Daniele Diaco, all'opposizione, interrogavano la presidenza del municipio sul tema. "Ci auguriamo che via Gioele Solari possa essere al più presto riaperta - scriveva Diaco in un post sul blog di Beppe Grillo - rappresenta una strada importante per la viabilità del quadrante di Massimina e la sua prolungata chiusura ha già causato enormi problemi a tutta la cittadinanza, che come sempre risente dell'inefficienza e dei ritardi di un'Amministrazione sempre più indifferente ai problemi concreti dei cittadini". La stessa inefficienza che ha poi caratterizzato sia l'ex sindaca pentastellata che l'ex presidente di municipio Silvia Crescimanno. 

Eppure i fondi a disposizione c'erano e provenivano dalla Regione Lazio, che ogni anno mette a bando risorse specificatamente dedicate al dissesto idrogeologico. Bando a cui il Comune non ha mai partecipato. A giugno 2020 sono stati aggiudicati 28mila euro a una società di servizi di Ingegneria integrata, Architettura e Geologia con sede a Napoli per la progettazione esecutiva dell'intervento. Poi, il nulla. Ora la palla è in mano alla nuova amministrazione di centrosinistra, che promette di riprendere in mano il dossier. "Ho già contattato gli ingegneri del Simu - spiega a RomaToday l'assessore ai Lavori pubblici Francesco Geraci - dopo l'8 dicembre organizzeremo una riunione sul posto per avere chiarimenti e capire quali sono le prossime mosse". Sperando che almeno stavolta si vada oltre gli annunci. 

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