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La Pisana

Il futuro del complesso di via Longhena 98, tra progetti di "housing first" e accoglienza

La giunta del Municipio XIII punta a riqualificare il grande complesso della Pisana realizzando un centro di accoglienza per donne vittime di violenza e per senzatetto. Opposizioni all'attacco

Il grande complesso immobiliare di via Baldassarre Longhena 98, alla Pisana, torna ad accendere la polemica e a infiammare gli animi all'interno del Municipio XII, nodo del contenere la destinazione d'uso di spazi di grande metratura e il modo in cui i fondi pubblici - in particolare quelli del PNRR - vengono utilizzati per riqualificarli.

La questione è annosa, e il presidente Elio Tomassetti non è certo il primo a ritrovarsi tra le mani il tema del futuro del complesso della Pisana, tre ale soltanto parzialmente occupate. A oggi infatti al suo interno sorge la biblioteca, la più grande del quartiere (per cui in epoca di piena pandemia Covid era salita la preoccupazione, vista la prolungata chiusura), un centro anziani - spostato da un'ala all'altra - e la sede del gruppo K9 della Protezione Civile.

Restano liberi e vuoti due piani di un'ala, che nelle intenzioni della maggioranza del parlamentino andrebbero destinati a due finalità differenti: su un piano un centro per l'accoglienza di donne vittima di violenza e pronte a iniziare un percorso di reinserimento in società, sull'altro - ed è qui che gli animi si infiammano - un polo dedicato al cosiddetto "housing first". Che è un modello di intervento nell'ambito delle politiche sociali finalizzato a contrastare la marginalità fornendo a persone senzatetto singoli appartamenti indipendenti. 

La scelta dell'amministrazione di Elio Tomassetti è stata presa e comunicata in commissione congiunta tramite ratifica di una delibera che passerà in consiglio giovedì, e ha immediatamente scatenato le proteste delle opposizioni. Duro Giovanni Picone, capogruppo della Lega nel Municipio XII: “A colpi di maggioranza, il centrosinistra alla guida del Municipio XII ridisegna i soggetti destinatari dell’immobile di via Longhena 98 aprendo le porte anche ai senza fissa dimora. Una soluzione non contemplata nelle linee programmatiche del presidente Tomassetti e che non rientra negli atti di indirizzo votati in questa consiliatura. In un quartiere abbandonato per anni dalle Istituzioni che chiedeva servizi, investimenti e progettualità, il Pd porta i senza fissa dimora e progettualità di stampo sociale che non possono convivere tra loro”.

Per Picone, come ha chiarito a RomaToday, il problema risiede principalmente in una mancanza di visione integrata sulla destinazione d'uso del complesso di via Longhena: "È un immobile immenso, in un'ala sorgono biblioteca e palestra, un'altra ala era destinata con concessione di Roma Capitale a genitori di bambini affetti da autismo, concessione scaduta. Adesso l'amministrazione parla di housing first, aprendo all'accoglienza di senzatetto e persone che hanno perso la casa in un territorio che invece chiedeva servizi e centri di aggregazione giovanile. All'interno del complesso ci sono già la Protezione Civile, una biblioteca e un centro anziani, ora si parla di accoglienza di donne vittime di violenza e di senzatetto: troppe realtà differenti in un unico luogo, non c'è omogeneità e manca la visione integrata". 

Anche il Movimento 5 Stelle ha contestato la scelta della maggioranza: “Condividendo la tensione solidaristica di base, abbiamo subìto la disattesa delle indicazioni della scorsa consigliatura che ci aveva visti attivi nel proporre l'utilizzo di parte dell'immobile per attività culturali e per la destinazione ad alloggi per padri separati - ha aggiunto Alessandro Galletti, consigliere del Movimento 5 Stelle - Oggi ci ritroviamo con la decisione unilaterale e non condivisa da parte dell'attuale maggioranza, che ci sentiamo di osteggiare al fine di conferire un'identità ben precisa alla destinazione d'utilizzo evitando problematiche che si creerebbero con la condivisione di spazi con categorie eterogenee di frequentatori. Il nostro intento è quello di rilanciare il progetto anche a livello culturale e senza creare ghettizzazioni sociali”.

Tomassetti, dal canto suo, ha chiarito a RomaToday i motivi alla base della delibera: "L'immobile di via Longhena 98 è al centro di un progetto di riqualificazione partito con il raddoppio della biblioteca. Abbiamo già salvato il centro anziani, che doveva essere spostato al civico 84, e ora manca la parte est dell’immobile. Il piano zero è stato affidato tramite regolare bando all'associazione K9 per fini di protezione civile, e così sarà per i prossimi 3 anni, ora stiamo lavorando sui due piani che hanno invece una vocazione sociale".

Il presidente del Municipio XII ha confermato che l'intenzione è quella di riservare un piano a "un centro d'avanguardia per donne vittime di violenza di secondo livello, richiesta che ci viene dal mondo dell’associazionismo, e abbiamo deciso di sfruttare l’occasione rappresentata dal PNRR, che prevede l'erogazione di fondi comunali dipartimentali sino a 710mila euro per la riqualificazione di immobili da destinare all'housing first. Il che significa al ricovero di persone non tanto senza fissa dimora, ma sostanzialmente fragili, come per esempio anziani che non possono stare dentro casa o persone che si trovano improvvisamente sfrattate. La delibera detta solo le linee guida, e prevede la possibilità che siano ospitate al massimo 10 persone all'interno di un polo che avrà insieme la tutela della protezione civile, la biblioteca più grande del quadrante, il centro anziani aperto dalla mattina alla sera. Sarà poi chiaramente il Comune a scrivere un eventuale bando su queste linee guida, come Municipio l'obiettivo è sfruttare l'occasione per ottenere i fondi del PNNR per ristabilire la vocazione sociale dell'immobile".

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