Casale San Pancrazio, la strada dei Cinque Stelle: affidamento provvisorio fino alle elezioni
Sarebbe possibile procedere in deroga senza accelerare il cambio di destinazione d’uso, sostengono dalla maggioranza. Subito una nuova commissione.
Che il Casale di San Pancrazio a Monteverde debba essere messo a servizio dei cittadini sono tutti d’accordo. Nel bilancio del Municipio sono già stanziati 100mila euro che è giusto mandare in esecuzione il prima possibile, e anche su questo c’è intesa. La giunta è invitata a procedere alla verifica dello stato dell’area esterna e a lavorare sulla burocrazia relativa al cambio di destinazione d’uso, ed è il terzo punto di consenso. E’ sulle modalità dell’utilizzo del casale, che si dividono invece, in maniera sostanziale e profonda, le forze politiche del XII Municipio di Roma. Si è tenuta venerdì 30 aprile una prima commissione congiunta sulla Casina Garibaldina a due passi da Villa Pamphilj, se ne terrà una seconda domani, martedì 4 maggio. Al centro del dibattito le procedure amministrative per aprire lo stabile che, come in tutte le partite burocratiche, nascondono diverse intenzioni politiche. Si radunano e si organizzano intanto i comitati di quartiere che già nel 2017 raccolsero oltre 800 firme per chiedere l’apertura dello stabile i cui lavori di restauro sono terminati nel 2019.
A intralciare il decorso della procedura è stato innanzitutto il sequestro della documentazione amministrativa disposto dal TAR nel 2017 e sbloccato nel 2019, il che nel frattempo ha però consigliato alla maggioranza che sostiene Silvia Crescimanno, presidente in forza al Movimento Cinque Stelle, di muoversi con i piedi di piombo. Non si voleva, apprende Roma Today, che venisse espletato un bando di assegnazione a favore di una realtà del territorio, la quale, dopo magari aver fatto lavori per centinaia di migliaia di euro, si trovasse a venir espulsa per gli effetti della sentenza: “Il nostro modello è la struttura di via Panfilo Castaldi che, dopo l’approvazione del regolamento d’uso da parte del Municipio pubblicato il 13 aprile scorso, è oggi correttamente e di nuovo a disposizione delle associazioni del quartiere, mantenendo altrettanto correttamente la regia e il coordinamento in mano al Municipio”, spiega Domenico Basile, presidente della Commissione Cultura, a Roma Today. Le opposizioni, tornando alla Casina Garibaldina, premono perché la commissione impegni la giunta a modificare celermente la destinazione d’uso, procedendo alla bandistica: “E’ un atto che si fa in un mese”, hanno incalzato i consiglieri, giudicando incomprensibili i ritardi Cinque Stelle.
Questione di correttezza, invece, spiegano dalla maggioranza. Secondo i pentastellati, apprende ancora Roma Today, non ci sarebbero impedimenti per procedere a un affidamento in deroga “fino a giugno 2021” senza variare la destinazione d’uso dell’immobile, il cambiamento della quale è stato già più volte disposto ma le richieste inviate all’Amministrazione Capitolina di definire in maniera palese lo stato delle cose hanno finora mantenuto il quadro nel dubbio. Risulterebbe oggi all’amministrazione municipale che permanga la vocazione immobiliare per la struttura; si potrebbe allora adibire il casale, in via provvisoria, a “casa degli artisti” o “casa dell’artigianato”, consentendo così che si realizzino delle attività che non vadano in contraddizione rispetto alla forma urbanistica attualmente vigente. Il tutto per aspettare la scadenza elettorale: “Chi vince, poi, legittimamente deciderà cosa fare dello stabile, nel pieno dei poteri”, fanno sapere dai Cinque Stelle.
C’è un altro motivo, che ancora ha a che fare con la modalità della gestione: c’è un certo scetticismo dalle parti della maggioranza riguardo un affidamento lampo, magari al coordinamento delle associazioni che sembrerebbero troppo animate dal centrosinistra. L’idea è mutuare il modello Panfilo Castaldi: è assolutamente necessario, secondo la maggioranza in XII Municipio, che la regia del governo del Casale rimanga alla circoscrizione, così che tutte le associazioni del territorio possano liberamente usufruirne a condizioni di parità. Si vuole evitare “che finisca come con la Casa delle Donne a Trastevere o al Casale dei Cedrati”, con una gestione monocratica che di fatto va a impedire a diverse realtà di fruire liberamente del bene pubblico o, peggio, che consente all’affidatario una certa libertà di manovra rispetto al bene municipale. L’appuntamento è dunque in commissione, per il nuovo quadro della situazione.