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Montesacro Montesacro / Via Monte Bianco

Valerio Verbano, il corteo raccoglie il testimone di Carla

A 33 anni dalla morte del giovane assassinato negli anni di piombo, il primo corteo senza la madre Carla. Sulla vicenda si attendono ancora verità e giustizia

Giovani, famiglie, ragazzi dei collettivi e dei centri sociali, esponenti politici e comuni cittadini si sono dati appuntamento, come ogni anno, in via Monte Bianco sotto la casa della famiglia Verbano che il 22 febbraio del 1980 fu lo scenario dell’efferato omicidio di Valerio, studente 19enne e militante di Autonomia Operaia assassinato da un commando fascista.

Tra bandiere rosse, slogan e musica il corteo si è snodato per le vie del IV Municipio nel ricordo di Valerio, ma anche della mamma Carla, scomparsa lo scorso giugno: tanti i ragazzi presenti a testimoniare davvero che “Un’idea non muore”. Valerio è infatti il simbolo di una generazione che ha lottato per cambiare la Città ed il Paese, un impegno che il giovane ha pagato con la vita e con una giustizia ed una verità a tutt’oggi negate.

A sottolineare questo aspetto anche Fabio Nobile, candidato alla Regione Lazio con Rivoluzione Civile: “Quella di Valerio è una figura che ancora rappresenta un punto di riferimento per le nuove generazioni che oggi vivono senza una prospettiva per il futuro e che devono rimettersi in marcia per provare a riaprire un processo di cambiamento. Sappiamo tuttavia – ha proseguito Nobile – che dall’altra parte i fascisti, seppur del Terzo Millennio, continuano a fare il lavoro sporco e ad essere legittimati con spazi e possibilità”.

L’esponente del PdCi-FdS ha poi evidenziato l’importanza della figura di Carla Verbano, una donna che da quel 1980 ha dedicato la propria esistenza alla ricerca della verità sull’omicidio del figlio: “Questa manifestazione è particolare – ha detto a Roma Today, Nobile - perché è la prima senza Carla che ha fatto della verità la battaglia della sua vita, una battaglia che purtroppo ancora non si è conclusa. Credo dunque – ha proseguito -  che questa sia la manifestazione in cui raccogliamo il suo testimone per proseguire nella ricerca della verità e della giustizia”.

Valerio Verbano, il primo corteo senza Carla

Tra i manifestanti anche Gianluca Peciola, del coordinamento SeL Area Metropolitana di Roma, che ha ricordato il grande impegno di Valerio Verbano e di Carla nel sociale e nella politica, un aspetto dal quale prendere esempio non solo per guardare a quello che fu, ma per costruire qualcosa nel presente: “Questa manifestazione recupera il loro progetto di società: non è dunque solo una manifestazione del ricordo ma è una manifestazione che parla dell’oggi e della necessità di cambiare radicalmente questa società”.
“Valerio
– ha proseguito ai nostri microfoni, Peciola - è stato ucciso perché voleva mettere le mani su una trama che legava i neofascisti ai servizi segreti, ad ambienti dello stato e mirava quindi a fare luce su quella che è un po’ la biografia di questo Paese, una storia che parla della costruzione di una democrazia fondata sulla contaminazione con i poteri forti, con gli interessi mai usciti dal buio: era un’inchiesta – ha spiegato - sulla democrazia che stava sicuramente dentro il suo percorso rivoluzionario ma che voleva mettere in evidenza la storia profonda di questo Paese che no ha mai fatto realmente i conti con il suo passato. Noi – ha concluso Peciola - parliamo di Carla e di Valerio al presente: è questo il senso di questa manifestazione”.

Con il prossimo Governo della Regione Lazio probabilmente si decideranno anche le sorti dell’appartamento dove è vissuta la famiglia Verbano, una casa alla quale la Regione ha apposto i sigilli mesi fa e che tutti gli amici, i compagni e i familiari rivendicano invece come luogo della memoria nel quale proseguire nella ricerca della verità e della giustizia dovuta a Valerio e chiesta per oltre trent’anni dalla madre Carla.
“La Regione Lazio con la presidenza Zingaretti dovrà sostenere questo progetto: lo chiederemo il giorno dopo il suo insediamento” – ha detto Gianluca Peciola.

“Sicuramente ci sono luoghi che non possono diventare come altri: qui si è vissuta una tragedia, una barbarie, un fatto che tutti devono conoscere. E’ dunque giusto – ha chiosato Nobile - che questa diventi  la casa di tutti coloro che nell’antifascismo, in Valerio e in Carla vedono una storia importante. Non una delle tante storie della Città”.

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