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Giovedì, 25 Aprile 2024
Val melaina Tufello / Via di Valle Melaina

Val Melaina e il giallo delle voragini. Sceso il silenzio sulla Chiesa S.S. Redentore

Una voragine si aprì in via Gran Paradiso a giugno. Dopo due mesi esiste ancora il silenzioso caso della Chiesa S.S.Redentore. Che c'entra il cantiere della metro?

Un riserbo che spiazza. Un riserbo su questa vicenda a tal punto incalzante da farti pensare "Non è niente di grave, se lo fosse si allerterebbero in molti". Ed è proprio questo riserbo, invece, a destare curiosità sul caso della  voragine nella Chiesa S.S. Redentore di via Gran Paradiso, a Val Melaina.

IL CASO. Il caso lo sollevò il mensile La Quarta nel numero di Settembre 2011: "Una voragine si apre al S.S. Redentore". "Cittadini ci chiamano, "c'è una crepa nel Redentore, il parroco ha transennato tutto". Si rileva una ferita profonda nel pavimento della navata centrale della Chiesa. Padre Gaetano ci parla di un boato udito chiaramente il 18 Agosto, cominciava l'articolo di Riccardo De Cataldo. Una crepa che nel giro di un mese si è poi allargata, tanto che i consiglieri di opposizione di Comune e Municipio presentarono una mozione con cui si chiedeva ai Vigili del Fuoco e al Dipartimento IX di Roma Capitale di verificare la stabilità della Chiesa di via Gran Paradiso e dei fabbricati del quartiere, costruiti alla fine degli anni '30. Mozione approvata all'unanimità, di cui si aspettano ancora i riscontri.

25102011011-2LA RISPOSTA DI ROMA METROPOLITANE. Il 24 Settembre scorso Roma Metropolitane, escludendo qualsiasi relazione tra il dissesto del pavimento e i lavori della metropolitana, dichiarava in un comunicato: "Il cantiere per la realizzazione della nuova stazione si trova effettivamente a ridosso di via del Gran Paradiso, ma nella zona immediatamente vicina alla chiesa si trovano solo impianti ed aree di stoccaggio di materiali. Tutte le lavorazioni potenzialmente in grado di provocare qualche effetto su strutture e fabbricati (scavi, consolidamenti del terreno, ecc.) si stanno invece svolgendo a una distanza dalla chiesa tale da poter affermare che non vi siano correlazioni tra queste e l'evento manifestatosi nello scorso mese di agosto. A proposito dell'evento registrato all'interno della chiesa del Redentore, tecnici di Roma Metropolitane e dell'impresa appaltatrice hanno immediatamente effettuato un sopralluogo e verificato che si tratta non di un "vero e proprio crepaccio" né di una "pericolosissima crepa", come è stato affermato, ma di un sollevamento localizzato delle mattonelle del pavimento della chiesa, lungo una linea di debolezza delle stesse, dovuto plausibilmente a una diversa dilatazione termica tra le mattonelle e il sottofondo su cui poggiano, correlato alle elevate temperature registrate in città nel periodo in questione, nonché alle modalità di realizzazione del pavimento stesso e all'età del fabbricato". I Vigili del Fuoco sarebbero poi intervenuti e ora il semplice dissesto è stato appianato e messo a posto. L'area però è ancora transennata: "Bisogna solo rimettere le mattonelle rosse, ma il problema è risolto", taglia corto il Viceparroco. Nel frattempo nella Chiesa continuano a svolgersi (e non si sono mai interrotte) le normali funzioni.

LE DENUNCE DEL COMITATO DI QUARTIERE. Un falso allarme, dunque. La colpa era solo del caldo, i cantieri della metro non c'entrano nulla. È sufficiente però farsi un giro nel quartiere, e anche un occhio inesperto noterebbe i numerosissimi e profondi "dissesti", chiamiamoli cosí, di marciapiedi e strade, ampiamente documentati e fotografati dal sito del comitato di quartiere Valmelaina: "Da tanto tempo abbiamo denunciato anche lo stato disastroso di strade e marciapiedi che forse qualcuno pensava di poter tenere in questo stato fino alla chiusura definitiva di tutti i cantieri, ma questo episodio (la crepa nella Chiesa, ndr) ha dimostrato, qualora ce ne fosse stato bisogno, che occorre un intervento urgentissimo di monitoraggio della situazione per evitare in futuro che avvengano episodi ancora più gravi", scriveva il 24 Settembre Pietro Fusco del comitato.

GLI STUDI SUL SOTTOSUOLO DI VALMELAINA. Risulta poi di un certo interesse in proposito l'opera del prof. Ugo Ventriglia, che per conto del Servizio Geologico della Provincia di Roma realizzó uno studio delle cavità sotterranee del sottosuolo della Capitale. Nel comunicato stampa diffuso nel 2002 dalla Provincia sulla presentazione di questi studi si legge: "L'esistenza nel sottosuolo del Comune di Roma di estesi vuoti sotterranei dovuti ad antiche cave di tufo e pozzolana ha spesso causato sprofondamenti"' , e più precisamente sulla zona Prati Fiscali-Val Melaina si legge ancora: "Nella zona compresa fra via Casale Giuliani, piazzale Jonio e le vie Scarpanto, Monte Cervialto, Gualterio, Cavriglia e dei Prati Fiscali si trovano vecchie cave di ghiaia e sabbie. Soprattutto ampie gallerie sotto via della Serpentara, nei pressi di via dei Prati Fiscali, via Monte Amiata e via Casale Giuliani, e sotto via Scarpanto, tra viale Jonio e via di Monte Ruggero".

A darci un quadro piú chiaro della situazione è anche un articolo di Enrica Murru comparso in questi giorni su affaritaliani.it, in cui si approfondisce il problema delle voragini a Roma, sentendo il parere di Lorenzo Grassi, autore del sito web voragini.it. Secondo quanto riporta l'articolo, per Grassi il fenomeno delle voragini "ha origine antropica. Sono cioè problemi causati dall'uomo: o perché si sono costruite strade su vecchie cave o catacombe o perché sotto ci sono condotte di servizio magari di acqua o gas che hanno perdite o infiltrazioni". E se quindi il maltempo e il traffico sono sufficienti a diffondere questo fenomeno, figuriamoci il nubifragio e i lavori di cantiere nel caso di specie.

UN'INTUIZIONE. Roma Metropolitane ha già smentito la gravità del fatto e un eventuale collegamento con i lavori di cantiere. Nel mese di Giugno un'ampia voragine si era aperta proprio in via Gran Paradiso ed aveva inghiottito anche le transenne, tanto che una signora anziana ci era caduta dentro, soccorsa e poi portata in ospedale. Dopo soli due mesi da questo episodio e le tante denunce dei residenti, si è verificato il fatto della Chiesa. Le condizioni meteo delle ultime settimane certo non aiutano a pensare positivo: Val Melaina si è già allagata più di una volta, in ultimo proprio la scorsa settimana e non pochi sono stati i danni cagionati. L'impressione che si ha quindi è quella di un quartiere (e anche un sottosuolo) che con difficoltà sostiene il peso di questi cantieri, del maltempo e del traffico, e troppo spesso sta rischiando di pagarne lo scotto.

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