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Semafori, un cittadino: "Perchè non razionalizzarli?"

Tante le cause del traffico che innervosiscono quotidianamente gli automobilisti in fila nelle ore di punta, ma qualcuna forse si potrebbe eliminare. Un interessante studio di un cittadino sul funzionamento dei semafori a Roma mostrerebbe come la maggior parte di essi funzioni in modalità random

Le problematiche a causa delle quali molti automobilisti ogni giorno nelle ore di punta si ritrovano a dover circolare a passo d’uomo in mezzo al traffico sono molteplici. Ma se a quelle inevitabili se ne aggiungono altre, cui si potrebbe invece facilmente ovviare, le difficoltà di circolazione aumentano ancor di più.

Un cittadino residente nel quartiere Tufello, professore di elettronica in pensione, ha voluto mostrarci i suoi studi fatti sulla rete semaforica di alcune importanti strade di collegamento del Municipio, ed in particolare via Nomentana, via Prati Fiscali, via Monte Cervialto e viale Jonio. Studi dai quali possono emergere alcune interessanti riflessioni.
L’ex professore si è occupato anzitutto di verificare la lunghezza di alcune strade, il numero di semafori presenti in ogni strada, la distanza fra un semaforo e l’altro, tempi di percorrenza in automobile e con una linea autobus, infine i tempi di ciascuna fase di ogni semaforo.
La prima considerazione del cittadino riguarda le fasi (verde, giallo, rosso) scandite dai semafori: “Non c’è nessuna razionalizzazione dei tempi. La maggior parte dei semafori funziona in modalità random”, ha spiegato. Insomma, secondo gli studi dell’ex professore viene lasciato tutto al caso e i semafori non sono regolati. Non esisterebbe quindi il concetto di “onda verde” per cui, data una velocità media, l’automobilista possa percorrere un certo tratto di strada senza doversi fermare a quasi tutti gli incroci perché sta per scattare il rosso. Due sono le principali conseguenze di questa casualità: quando troviamo quasi tutti i semafori rossi impieghiamo quasi il doppio del tempo necessario per percorrere un certo tratto di strada (considerata sempre una velocità media); in secondo luogo c’è un’alta emissione di anidride carbonica. Sul secondo punto il cittadino precisa che è risaputo che un’automobile consuma moltissima anidride carbonica in partenza, quindi trovare molti semafori rossi ed essere costretti ad inserire la prima ogni volta non solo ci fa consumare molta benzina, ma aumenta anche l’inquinamento.
Torniamo ai semafori. “Assurdo”, spiega l’ex prof, “che appena ad un semaforo scatta il verde, a quello successivo, magari a 100/150 metri di distanza, e in alcuni casi addirittura a soli 50 metri, scatti subito il rosso. I tempi di apertura delle fasi non sono pensati in funzione della necessità di fluidità del traffico. Quindi se il flusso di macchine non è scorrevolissimo nelle ore tranquille, figuriamoci nelle ore di punta. Regolare i semafori non costa nulla, basterebbe la volontà dell’amministrazione di voler garantire agli automobilisti del Municipio una migliore viabilità, “pensata” e non a casaccio. Mi sono già rivolto ad alcuni consiglieri e all’assessore Aurigemma, ma non ho ricevuto nessuna risposta. I problemi più semplici da risolvere a quanto pare non interessano”.
 
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