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Venerdì, 19 Aprile 2024
Val melaina Valmelaina / Via Monte Cervialto

LETTORI – Caos bus in IV municipio, disabile: “Attese di un'ora al caldo”

L'accorato appello di una malata di sclerosi multipla che, a causa della soppressione degli autobus è costretta ad attese alla fermata di quasi un'ora sotto il caldo

Sono una donna disabile con difficoltà motorie e oggi prendere un bus che mi porta a lavoro, è diventato un vero problema. Prima quando il capolinea si trovava a Via basseggio prendevo il 38 che mi portava a via montecervialto in 5 massimo 7 minuti. Ora per arrivare a lavoro impiego quasi un'ora e mezzo e devo prendere due bus: salire sul 38, scendere a fine Val Melaina, da lì arrivare all'inizio di via di Monte Cervialto e prendere il 93 per solo una fermata.

Il problema però sta nella frequenza con cui passa ora l'autobus numero 93: prima passava continuamente, ora devo aspettarlo per tre quarti d'ora o un'ora. Essendo disabile, non riesco sempre  a farmi notare, quindi i tempi si allungano molto. In genere, alla fermata ci sono dalle 10 a 15 persone che, purtroppo, come me si trovono in difficoltà: persone con il bastone, anziane, donne con passeggino che vanno alla posta, al mercato o a casa.

Il 93 è diventato l'unico autobus che fà tutte le fermate in questa via, passano anche l'80 express e il 90 express, ma proprio perché “express” saltano tutte le fermate.  

Sono affetta di sclerosi multipla, grazie a Dio sono ritornata a camminare, non mi lamento ma per tornare a casa sono costretta ad aspettare l'autobus con il caldo delle 13.30 e per fare una o due fermate impiego tutto questo tempo e le mie gambe cominciano a irrigidirsi. Non voglio essere compatita, ma alla mia malattia si aggiunge anche tutto questo e non è facile.

Infine, vorrei dire che la cosa più strana è che tutti i bus arrivano a Porte di Roma dove c'è il centro commerciale e alla metro b1, ma allora chi ha fatto queste deviazioni perché non si è preoccupato di  via Montecervialto?

Per colpa di queste persone, se non faranno nulla per migliorare la situazione, sarò costretta a non andare più a lavoro, perché la mia malattia è progressiva e con queste attese e il caldo temo una ricaduta. Perdonate lo sfogo, ma lotto con tutta me stessa per questa maledetta  malattia non farmi più muovere è come volermi uccidere.

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