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"Mia figlia disabile esclusa dalla recita": la rabbia di una mamma. La scuola: "Solo malinteso"

L'accaduto alla scuola dell'infanzia comunale di via Bandello: "Mia figlia giù dal palco, relegata tra il pubblico". Il rammarico della maestra: "Solo grandissimo equivoco, non l'avremmo mai esclusa: tra qualche giorno al mare tutti insieme"

Relegata tra il pubblico mentre i compagni di classe, scuola dell'infanzia, mettevano in scena la recita di fine anno scolastico. Per lei, G. bambina disabile di 7 anni, nessuna parte tanto che ai genitori, ignari fino all'apertura del sipario, sarebbe stato raccomandato, in base alla loro versione, di portarla a scuola direttamente alle 14.30, ora d'inizio dello spettacolo, tenendola a casa nel corso della mattinata dedicata alle prove generali.  

A denunciare la vicenda, accaduta nella scuola dell'infanzia comunale di via Mattia Bandello, in Municipio III, la mamma della bambina disabile che sarebbe stata esclusa dallo spettacolo di fine anno. 

"Mia figlia ha un'anomalia genetica: una duplicazione del cromosoma 11, non parla e non cammina ma ama la musica e riesce ad interagire con gli altri bambini. Quando mia sorella giovedì pomeriggio è andata a riprendere mia figlia a scuola le è stato detto di non portarla l'indomani mattina ma di essere assolutamente presenti a scuola alle 14.30: anche se ci è sembrato strano, abbiamo pensato ad una mattinata di stop alla didattica per sistemare il teatrino, ma mai avremmo pensato che fosse un modo per tenere lontana nostra figlia che probabilmente - osserva amareggiata Raffaella - era d'impiccio"

Il duro scontro con la realtà alle 14.30 quando la piccola G., arrivata a scuola con la famiglia pronta ad assistere alla recita, è stata invece relegata tra le fila del pubblico: non parte della classe ma, suo malgrado, mera spettatrice. "La bambina - prosegue mamma Raffaella - è stata tenuta in mezzo al pubblico: solo per qualche istante, grazie alla AEC, è stata portata nelle prime file. Le maestre, con cui sono andata a parlare a margine dello spettacolo, mi hanno detto di non averla vista: cosa - osserva la donna - molto improbabile visto che parliamo della sala teatro di una scuola". 

"Quello che è successo è una cosa molto grave: so che mia figlia non avrebbe potuto cantare o recitare, ma sicuramente le avrebbe fatto piacere stare anche solo seduta sul palco magari con uno strumento in mano. Si trattava pur sempre di uno spettacolino della scuola dell'infanzia. Già durante l'anno noi genitori di bambini con disabilità sopportiamo disagi e mancanze, ma questo è stato davvero troppo. La sua esclusione - conclude visibilmente rattristata Raffaella - è stata una cattiveria gratuita: una discriminazione sulla quale non voglio tacere". 

Ma nessuna esclusione, solo un fraintendimento: tengono a precisare dalla scuola. "Quanto successo è stata solo la conseguenza di un grandissimo malinteso. Quando la zia è venuta a prendere la bambina le ho detto di ricordare alla mamma di essere presente alle 14.30 per lo spettacolo: ma non mi riferivo al fatto che G. dovesse arrivare a quell'ora, l'appuntamento dopo pranzo era per le famiglie. Ci siamo capite male" - ha spiegato a RomaToday una delle maestre di quella classe.

"Una volta arrivata in sala lo spettacolo era già iniziato: abbiamo tentato di coinvolgere, con l'aiuto della AEC, la bambina nel saggio seppur dalla platea: era infatti giusto che partecipasse visto che per tutto l'anno aveva preso parte con successo al laboratorio di teatro. Siamo molto dispiaciuti per l'accaduto e siamo rimaste molto male per il qui pro quo. Non l'avremmo mai esclusa da alcuna attività tant'è che tra qualche giorno andremo tutti, G. compresa come è giusto che sia, al mare" - la replica ricca di rammarico della maestra. 

Dunque da parte delle educatrici non ci sarebbe stata nessuna volontà di esclusione, solo un increscioso equivoco: il mare tutti insieme e la festa di fine anno in programma il 7 anche per salutare quanti, proprio come G., andranno elementari riusciranno forse a far si che quanto successo venga lasciato alle spalle.

Perchè il saluto al vecchio istituto e ai compagni della materna sia senza rancori e dubbi: con la scuola a dover rappresentare - nonostante grandi mancanze, difficoltà e mezzi limitati - il luogo d'inclusione per eccellenza. 

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