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Casal Boccone, 2002-2012: sull'Accordo di Programma serve ora una decisione politica

Una decisione da prendere in Comune e in Regione sull'area agricola di Casal Boccone. Le associazioni: "Chiediamo alle Istituzioni di prendere una posizione"

La proposta di delibera sul progetto di intervento urbanistico "Casal Boccone" arriverà in Consiglio comunale molto prima dell'estate, e il parere contrario all'intervento dato dal Municipio rischia di non bastare a scongiurare la costruzione delle ormai famose torri da 62 metri d'altezza.

IL NUOVO PRG E LE PAURE NEL 2002. Su questo progetto, però, c'è chi non dorme sonni tranquilli già da molti anni, da quando cioè un nuovo timido Piano Regolatore Generale cominciava a farsi notare per il nuovo scenario che andava via via delineando nel territorio romano.
"L'impossibilità d'essere ascoltati da una politica sorda, l'indifferenza di una cittadinanza sorniona ai cambiamenti urbanistici (fin quando questi non vengono a toccare il "giardino" sotto casa), indebolì un gruppo che, oltre ad aver elaborato un valido compromesso urbanistico migliorativo di quel P.R.G., che pochi anni dopo avrebbe cambiato per sempre il volto del Municipio, ha non solo tentato di divulgare con incontri pubblici la conoscenza del nuovo P.R.G., ma ha provato a svolgere una funzione culturale allo scopo di creare una coscienza collettiva diffusa sulla materia dell'urbanistica. Un'azione preventiva, critica e allo stesso tempo propositiva, quella del comitato, che indubbiamente non ha avuto il successo che meritava". Si concludeva con queste amare parole la relazione del comitato d'associazioni "Cemento, Traffico & Partecipazione", il quale nel 2002 aveva avviato una serie di pubbliche iniziative per discutere con la cittadinanza dei rischi sul futuro assetto del territorio e rendere note le Controdeduzioni raccolte sul Prg. 
E a compromettere il futuro dell'area agricola di Casal Boccone, che un ormai timido e vecchio Piano Regolatore aveva declassato, non considerandola più come area inviolabile, arriva oggi un Accordo di Programma a cui, oggi, i cittadini si ribellano. 
 
IL MONITO DELLE ASSOCIAZIONI. Proprio per questo, oggi, quelle stesse associazioni riconducibili al comitato contro il cemento tornano a parlare, e questa volta rivolgono un monito alla classe politica: "L'intervento edilizio a Casal Boccone può essere fermato, ma occorre una seria presa di posizione, politica, in Comune e in Regione. L'unico modo per riuscirci è cassare la Delibera, e chiedere anzi una variante per estendere lo status di Riserva della Marcigliana all'area agricola oggetto dell'intervento, così da mettere un vincolo ulteriore per proteggerla. Se questo non dovesse accadere, l'amminisrazione dovrà assumersene la responsabilità".
Così Legambiente Lazio, tramite il Circolo Legambiente Aniene, e le associazioni "Organizzazione Alfa" e "Non Solo Cani", tuonano contro l'ennesima colata di cemento.
"Dopo un anno dalla richiesta di estensione dello status di Riserva rivolta pubblicamente all'assessore Visconti, in occasione dell'incontro pubblico del 27 Maggio 2011, non abbiamo ancora ricevuto alcuna risposta ufficiale e concreta dal Comune. E' il momento di prendere una decisione", è quanto dichiarano i rappresentanti delle associazioni, che annunciano di avere il programma un nuovo incontro pubblico, entro il prossimo mese.
 
Proteggere l'area agricola in questione, del resto, non significherebbe altro che riconoscere il valore di quanto riportato dal vigente Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio, sovraordinato al Prg, per il quale l'area di Casal Boccone è "Agro Romano di rispetto". Senza contare il parere positivo all'estensione dello status di Riserva, già dato dall'Ente RomaNatura nel 2009. E sono le stesse associazioni, però, a dirsi preoccupate: è di pochi giorni fa, infatti, la notizia che il Comune avrebbe avviato il processo partecipativo sull'Accordo di Programma. Un processo che di partecipativo rischia di avere ben poco, non incentrando la partecipazione sulla volontà della cittadinanza in merito all'intervento, (dandola piuttosto per scontata), riducendo così il dibattito a mere questioni inutili e secondarie. "Non vorremmo che la decisione, in realtà, sia già stata presa in Campidoglio, e ai cittadini spetti poi decidere come impiegare eventuali oneri", è il commento sarcastico di alcuni rappresentanti delle associazioni. 
 
Associazioni e cittadini chiedono dunque una presa di posizione alle Istituzioni, che sull'Accordo di Programma Casal Boccone hanno tutte le carte in regola per respingere il progetto e accogliere la volontà della cittadinanza, che da anni ormai dice NO al cemento.
 
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