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Montesacro Viale Adriatico

Viale Adriatico, la rivolta dei genitori dell'Istituto comprensivo

Nove aule e tre laboratori inagibili, lavori iniziati e mai finiti. Una storia lunga 35 anni, con un durissimo contenzioso tra Comune e Regione. In mezzo i ragazzi e i genitori che vedono a rischio la didattica per il prossimo anno

Scuole inagibili e bambini che fanno lezione nelle biblioteche. Ogni mattina, nell'Istituto comprensivo di Viale Adriatico, accade che ragazzi, di diversa età, facciamo lezione in situazioni che di certo non sono delle migliori.

LA STORIA - In realtà la storia di questa scuola ha un lungo antecedente alle proprie spalle. L'istituto nasce infatti come sede del Gil, gioventù italiana littoria. Nel 1975, però, con una sentenza divenuta esecutiva l'anno successivo, questa associazione fascista venne sciolta. Di conseguenza si decise che tutti i beni e gli immobili riconducibili a Gil a livello nazionale, sarebbero passati alle Regioni e alle Provincie autonome di Trento e Bolzano.

Ed è a questo punto, siamo nel 1976, che anche la scuola in viale Adriatico è stata occupata, ma non dalla Regione come stabilito dalla sentenza, bensì dal Comune di Roma. Vent'anni dopo una sentenza ha stabilito che questa scuola non apparteneva al Comune, ma alla Regione. Dal 1976 al 2006 infatti l'ente regionale ha più volte reclamato la struttura, senza ottenere risposte. Il contenzioso tra Regione e Comune dopo la sentenza si è acuito, insieme ai problemi strutturali della scuola.

I PROBLEMI DELLE STRUTTURE - Al centro, a subire le conseguenze di tale contenzioso, i fruitori della scuola e i loro genitori. Questi ultimi hanno iniziato una protesta per la situazione attuale della struttura in questione: ben nove aule e tre laboratori sono stati chiusi perché inagibili.
A marzo 2010 un comunicato proveniente dalla Regione Lazio, aveva per oggetto l'inizio dei lavori di consolidamento strutturale dei solai delle aule in questione. Una ditta ha iniziato i lavori, ma ben presto questi si bloccano.
Ad oggi è rimasta l'impalcatura, ma nessun operaio a lavorare. I ragazzi sono costretti a fare lezione nelle biblioteche, nei laboratori di scienze e nelle aule dedicate all'approfondimento di matematica e via dicendo. Ora i rappresentanti dei genitori, vogliono una spiegazione, anche perché non riescono a capire perché i lavori non volgono al termine.

LA VERSIONE DEL COMUNE DI ROMA
- Il comune di Roma cerca di respingere l'accusa di occupazione abusiva e invoca l'usucapione. Questo però è stato dichiarato non usufruibile come diritto in quanto, con il corso degli anni, la Regione ha più volte richiesto l'immobile. È stato perfino chiesto un risarcimento danni, mai dato.

IL DANNO - La precarietà di questa scuola, arreca un danno enorme soprattutto perché l'istituto poteva rappresentare un fiore all'occhiello della capitale italiana, in quanto applica nella sua logica d'insegnamento il cosiddetto metodo Montessori, che nasce da uno studio pedagogico della capacità creativa e della disposizione morale dei fanciulli.

"Per i nostri figli questo istituto è importante. Noi vogliamo delle risposte concrete a questa problematica". Dalle istituzioni per ora nessuna voce risponde a questa richiesta.
Intanto per il prossimo anno scolastico ci saranno due aule in meno.

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