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Montesacro

Gli studenti dell’Archimede-Pacinotti restano fuori dalle aule: “Vogliamo una scuola sicura”

Protesta nell’istituto del municipio III per chiedere ffp2 e tamponi gratuii, più spazi e potenziamento trasporti

Aule vuote, cortile pieno. Mobilitazione degli studenti dell’Archimede-Pacinotti che oggi hanno scelto di non fare lezione e riunirsi all’aperto per protestare contro “le pessime condizioni" nelle quali si ritrovano a vivere ogni giorno a scuola. 

La protesta degli studenti dell'Archimede-Pacinotti

Nell’istituto di Montesacro mancano spazi e strutture adatte, la pandemia ha poi acuito le difficoltà portando ragazze e ragazzi a reclamare una scuola in sicurezza con mascherine ffp2 gratuite, tracciamento efficace e tamponi gratuiti, potenziamento dei trasporti, assunzione dei docenti e aumento dell'organico. "Una situazione di cui soffrono non solo gli studenti ma anche i docenti, i dirigenti, il personale ATA e i genitori” - scrivono i ragazzi dell’Archimede-Pacinotti. “Scuola sicura” - il grande striscione appeso all’esterno. 

Il grido dei ragazzi di Montesacro: "Scuola sicura"

“Pretendiamo che le istituzioni ci ascoltino e rispondano alle esigenze degli studenti e delle studentesse che hanno portato avanti decine e decine di mobilitazioni e occupazioni in tutta la città. Pretendiamo che venga tutelato il nostro diritto allo studio e il nostro diritto alla salute, pretendiamo investimenti reali sul mondo della formazione, che la scuola pubblica sia una priorità di questo governo e non un luogo dove garantire profitto". Nei prossimi giorni il tavolo con Città Metropolitana, organo responsabile delle strutture e dell'edilizia scolastica, “per cercare di risolvere problematiche strutturali che all' 'Archimede-Pacinotti' sono evidenti da 50 anni". 

L'assessore e prof. del Municipio III: "Studenti perdono fiducia"

E sulla protesta degli studenti di Montesacro è intervenuto anche l’assessore alla Cultura del Municipio III, Christian Raimo, che è anche docente: “Nei giorni scorsi nella mia scuola i casi di covid si sono moltiplicati come in tutte le scuole d'Italia. Nel frattempo nulla è stato fatto per mettere le scuole in sicurezza. Apriamo le finestre, ci mettiamo le coperte addosso, facciamo lezione. Le dirigenti e le segreterie lavorano 18 ore al giorno solo per la burocrazia delle quarantene. Stamattina i miei studenti hanno protestato: non sono entrati. E hanno appeso uno striscione con scritto Scuola Sicura. Non c'è nemmeno un punto esclamativo, un 'vogliamo' davanti, è una specie di bandiera bianca. Tipo: vi prego, non fateci ammalare, vi prego dateci la possibilità di non fare ammalare le nostre famiglie, vi prego coinvolgeteci nelle scelte utili al bene collettivo. Nelle settimane passate ho spesso discusso con loro di questi ultimi due anni di scuola. E quello che più mi ha colpito - riporta l’assessore e professore - è come si stia diffondendo un sentimento di odio nei confronti della scuola. Odio e basta, argentina insofferenza: non credono più che quella comunità, quello spazio fisico, sia per loro. Monta una rabbia anche in noi, nella classe docente, nei dirigenti, che ci mettiamo magari anni per conquistare la fiducia di una classe o di una scuola e la vediamo scemare in una settimana per ragioni che non dipendono da noi. Trattare la scuola con il paternalismo autoritario ostentato in questi giorni da parte di un ministero e un governo incapaci di ascolto e di mediazione, risoluto a moltiplicare casuisticamente ogni intervento a ogni problema, vuol dire - conclude Raimo - rinunciare all'unica cosa di cui c'è bisogno in questo momento: adulti credibili. Questa cosa, i ragazzi, se la ricorderanno”. 
 

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