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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Municipio III, è scontro tra grillini. Chiesta revoca assessore: "Menzogne e rara incompetenza"

La consigliera pentastellata "dissidente" Francesca Burri scrive a Sindaca e presidente Capoccioni: "Revocare deleghe ad assessore D'Orazio. Comportamenti opachi, falsità e insulti creano visione distorta M5s"

Ritirare le deleghe e dunque far fuori dalla Giunta del Municipio III l'assessore all'Ambiente e Urbanistica, Domenico D'Orazio. Questa la richiesta inoltrata per la seconda volta alla Sindaca Raggi e alla presidente Capoccioni dalla consigliera grillina "dissidente" Francesca Burri, già tra i firmatari di una lettera che chiedeva di mettere alla porta D'Orazio e per "inopportunità politica", con lo spauracchio dell'accusa di parentopoli dietro l'angolo, l'assessora Tadonio, moglie di Marcello De Vito

Ora però le attenzioni della dissenziente Burri, già in aperto conflitto con la minisindaca nonostante il tentativo di mediazione di Raggi, sono tutte per l'assessore con deleghe ad Ambiente e Urbanistica. 

"Menzogne, omissioni e inadeguatezza professionale" - quanto rimproverato da Burri a D'Orazio. Il riferimento è a quel curriculum in cui l'assessore scrive di essere attivista del M5s dal 2007 pur essendosi candidato nel 2008 con la lista Civica Rutelli ed aver tentato la strada della lista civica con Civica in Quarta anche nel 2013, non in appoggio a Moretti candidato presidente grillino ma mostrando simpatie, con pure un apparentamento fallito, nei confronti di Marchionne del Pd. Un trascorso politico, sebbene D'Orazio non risulti iscritto ad alcun partito, che parte della base pentastellata del Montesacro non gli ha mai perdonato. 

Ma non solo. L'appunto di Burri a D'Orazio riguarda anche stile e comportamenti: "L'assessore sin dal suo insediamento utilizzando un linguaggio inadeguato al suo ruolo diffondeva via Facebook opinioni e giudizi sessisti su attività e persone" - si legge nella lettera di Burri che accusa il delegato ad Ambiente e Urbanistica di aver reiterato tali comportamenti insultando pure chiunque non fosse allineato alle sue posizioni. 

"Manifestazioni di evidente rilevanza giuridica" nei confronti di un funzionario del Servizio Giardini, con accuse, "false" - sottolinea Burri, reiterate in Consiglio quanto ancora imputato a D'Orazio dalla presidente della Commissione Ambiente che lo accusa pure di "comportamenti opachi sugli abusi edilizi compiuti nel Parco delle Magnolie, di cui risulterebbe affidatario, - si legge nella lettera - nonostante l'evidente conflitto d'interesse". 

Un vero e proprio fiume in piena con Burri ad accusare D'Orazio di aver pure diffuso "notizie false e tendenziose, prive di qualsiasi fondamento giuridico e di ogni risconto tecnico che dovrebbe costituire la competenza di base di un Assessore all'Urbanistica" in merito alla vicenda delle presunte edificazioni ad opera dell'Inps nei terreni di via Capuana a Talenti

Da qui la richiesta di mettere alla porta l'assessore: "I comportamenti del signor D'Orazio appaiono palesemente contraddistinti da una pericolosissima tendenza al mendacio ed una rara incompetenza per i ruoli afferenti la sua funzione pubblica, creando ed alimentando una visione distorta del M5s in merito ai principi fondanti dello stesso: correttezza, competenza, onestà e, non ultimo, l'evidenza che strascichi giudiziari dei suoi comportamenti intemperanti non potranno che nuocere al M5s ed alla credibilità dello stesso Movimento" - sintetizza in conclusione Burri in una lettera al veleno nei confronti del delegato a Verde e Urbanistica scelto dalla presidente Capoccioni. 

"Quale datore di lavoro consentirebbe ad un proprio dipendente tale comportamento?" - si è domandata Burri pubblicando la missiva sui social. 

Lettera che sarà già arrivata sulla scrivania della Sindaca che a fine aprile, in un incontro tenuto segreto ma ben noto nei corridoi di Piazza Sempione, ha tentato la mediazione per ricucire i rapporti all'interno della maggioranza grillina del Municipio III.

Tentativo fallito: in Campidoglio non sono mancati insulti ed urla. Inutile dunque per la Sindaca precipitarsi a Montesacro come accaduto in quel di Monteverde: i cocci all'ombra di Palazzo Pubblico, dopo un anno di fronde, fuoco amico e dissenso alla luce del sole, difficilmente potranno essere rimessi insieme. La maggioranza Capoccioni, con Burri a non essere l'unica "dissidente", naviga a vista. 
 

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