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INTERVISTA | Municipio III, Marina D'Ortenzio è la candidata di Liberare Roma: "Sicurezza al primo posto, scuola e socialità"

Dai Verdi a Sinistra Ecologia e Libertà, Marina D'Ortenzio è il volto di Liberare Roma in Municipio III: "Siamo come Davide contro Golia ma porteremo nostro contributo programmatico"

Marina D’Ortenzio, è lei il volto di Liberare Roma per le primarie del Municipio III. Prima l’esperienza con i Verdi nell’esecutivo romano, poi la costruzione di Sinistra Ecologia e Libertà, con incarichi di dirigenza cittadina e nazionale. Tramontata SEL il viaggio è proseguito con Liberare Roma. Negoziante, con una vocazione creativa, ecologica e antispreco correrà per lo scranno più alto di Piazza Sempione. Sfiderà l’ex minisindaco Paolo Marchionne (Pd), l’assessore Francesco Pieroni (Pd) e la consigliera di Demos, Angela Silvestrini. 

Montesacrina doc, da sempre impegnata in politica. Perchè ha deciso di candidarsi presidente del Municipio III?

La risposta è nella prima frase della tua domanda, nel “da sempre impegnata in politica”. Questo per molte donne della mia generazione va oltre l’appartenenza a un partito o alla partecipazione nelle piazze, è una scelta di vita sintetizzabile con una frase “il personale è politico”. La scelta di candidarmi non è soggettiva, ma è maturata insieme ai miei compagni di strada di Liberare Roma.

Prima i Verdi, poi Sel e adesso Liberare Roma. Qual è il contributo che quella parte politica può dare al Municipio III e alla città in generale?

È stato un percorso molto lineare; tra i Verdi sono stata tra le più convinte della necessità di trasformazione e della costruzione di Sinistra Ecologia e Libertà, nella quale sono confluiti diversi partiti, anche con culture politiche diverse. Quindi per me e per i miei compagni di Liberare Roma, che da SEL proveniamo, le differenze sono ricchezze fondamentali per crescere e costruire nuove strade, nuovo futuro. Chiunque sarà il candidato del centro sinistra in questo municipio potrà avvalersene.
 
Negli ultimi cinque anni il Roma Montesacro è stato governato prima dal M5s, poi da Giovanni Caudo. Qual è il suo giudizio sulle ultime amministrazioni del territorio?

Posso tralasciare il giudizio sull’amministrazione M5s? Durante la breve presidenza si sono intestati il risultato di battaglie iniziate anni prima dalle precedenti amministrazioni. È una condotta che ritengo disdicevole e poco onesta. Per quanto riguarda Caudo, alla cui elezione abbiamo partecipato attivamente, penso che nella sua costellazione brilli soprattutto una stella: l’assessore alle Politiche Sociali Maria Romano, instancabile, competente, ha restituito dignità all’assessorato.

La pedonalizzazione di Piazza Sempione ha fatto molto discutere. E’ d’accordo con il progetto così come proposto?

Non amo i conflitti inutili e questa vicenda ne ha creati troppi e, appunto, inutili. Ciascuno ha la propria visione prospettica; trovo assurdo che da una proposta di pedonalizzazione si scateni una guerra santa. La politica è l’arte del compromesso, non a scapito delle idee, ma per la realizzazione di opere essenziali per il territorio. La gestione di questa vicenda tra don Mario e il Municipio, se non si fossero toccati livelli molto bassi di attacchi reciproci, farebbe sorridere come un film con Peppone e Don Camillo. I processi partecipativi sono fondamentali per la realizzazione di opere di pubblica utilità; senza questi si perde il senso del buon governo che per noi di Liberare Roma è irrinunciabile e, come dimostra Amedeo Ciaccheri in VIII Municipio, realizzabile.
 
Quali sono le tre priorità che dovrebbe affrontare il prossimo presidente del Municipio III?

Premetto che senza decentramento amministrativo, ovvero senza i fondi necessari per governare da gestire in autonomia, ci si deve davvero limitare molto nel programma a meno di non voler fare inutili proclami. Ritengo comunque che la sicurezza vada messa al primo posto. Nel declinare le azioni necessarie per rendere un territorio sicuro gli altri due punti sono consequenziali. Apertura pomeridiana delle scuole, con un’offerta sportiva frutto di una programmazione municipale e di una intesa tra ente locale e sistema scuole per non sottostare alle esigenze delle società/associazioni sportive. Lo sport deve essere accessibile a tutti, momento ludico e di gruppo. A Roma ci sono soltanto 4 centri in cui giocare a palla a mano, uno sport facile, divertente, accessibile. Perché solo quattro? Le scuole aperte nel pomeriggio diventano luoghi in cui trascorrere tempo, socializzare in sicurezza, creano comunità, l’illuminazione rassicura le strade adiacenti. Il commercio, le strade vive, colorate, i negozi aperti, sono un altro elemento che contribuisce a generare sicurezza. Alcune vie del nostro municipio mostrano serrande abbassate, in alcune zone molti sono i locali ATER. Allora perché non semplificare la burocrazia? Perché non defiscalizzare? Soprattutto in alcuni territori le nuove aperture avrebbero una triplice valenza: creare occupazione, generare sicurezza, depotenziare l’impatto della movida in alcune strade.  

Entrerebbe in un’eventuale maggioranza Pd-M5s?

È una domanda alla quale non si può rispondere… trovo abbastanza improbabile che si verifichi questa alleanza nel municipio.

Si parla molto di quote rosa. Nel Pd di Roma la rincorsa alla “parità” ha prodotto candidature calate dall’alto e passi indietro “forzati”, mi riferisco soprattutto a quanto accaduto in I Municipio. Che idea si è fatta della vicenda?

Ho sempre avuto una certa allergia per questa definizione, soprattutto per l’uso che ne viene fatto. Un po’ una categorizzazione del tipo “specie protetta”. Purtroppo è anche vero che il potere difficilmente viene affidato alle donne, dunque negli anni mi sono tappata il naso e ho accettato di usare le quote rosa. Penso ai congressi di partito, alla formazione delle liste elettorali a qualsiasi livello. I passi indietro forzati del Partito Democratico sono stati diversi nelle ultime settimane, non penso che riguardi solo una questione di genere.
 
Perchè, eventualmente meglio, una donna presidente?

Domanda insidiosa, visto che sono candidata e sono una donna. Tuttavia non penso la discriminante per scegliere chi votare debba essere questa.  Liberare Roma, come Davide contro Golia, sfida candidati del Partito democratico che godono di un apparato elettorale importante. Faremo tutte e tutti del nostro meglio per portare il nostro contributo politico e programmatico in queste primarie.
 

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