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Serpentara-Fidene Fidene / Viadotto Giuseppe Saragat

L'eterna favela del viadotto dei Presidenti: tende e baracche tra i rovi a bordo strada

Lungo lo stradone che collega Colle Salario alla Bufalotta proliferano gli insediamenti abusivi, villaggi della disperazione dove si vive in condizioni disumane. La Lega attacca: "Bisogna intervenire"

I tetti in lamiera che spuntano dai rovi a bordo strada, i cellophane a copertura per tentare di rendere quelle casupole impermeabili alla pioggia e ripararle dal gelo che in questi giorni morde. Intorno rifiuti e resti di roghi accesi per scaldarsi o cucinare. E’ la favela del Viadotto dei Presidenti

Una favela lungo il Viadotto dei Presidenti

Una distesa di baracche e tende lungo lo stradone che collega Colle Salario alla Bufalotta. La situazione peggiore nei pressi dello svincolo verso Serpentara dove il villaggio della disperazione, fatto di tuguri affondati tra fango e rovi, si contrappone all’imponenza dei palazzoni del quartiere che lo sovrasta. 

La Lega tra le baracche di Serpentara: “Serve sgombero”

Nella favela del Viadotto dei Presidenti il sopralluogo dei consiglieri della Lega. “In quella baraccopoli abbiamo notato panni stesi, discariche a cielo aperto, tende e baracche che formano un vero e proprio villaggio popolato da grandi e piccoli che vivono in pessime condizioni” - hanno commentato la consigliera regionale Laura Corrotti e il consigliere del Municipio III, Fabrizio Bevilacqua. “Cosa attendono ancora ad intervenire con lo sgombero e una bonifica dell’area?” - domandano al Campidoglio e al Municipio III. 

Viadotto dei Presidenti: dal sogno della Green Line alla desolazione

Condizioni, quelle del Viadotto dei Presidenti, immutate nel tempo. Quei quattro chilometri che attraversano diversi quartieri del Roma Montesacro sono da sempre terreno fertile per il proliferare di baraccopoli e insediamenti abusivi. Veri e propri villaggi della disperazione ai margini della città. Rifugi di fortuna tra terriccio, sporcizia e condizioni igienico sanitarie davvero pessime. A nulla in passato sono serviti gli sgomberi effettuati: le tendopoli, teatro anche di tragedie, sono sempre state ritirate su con buona pace dei residenti, degli automobilisti, di chi usa il viadotto per fare sport e delle amministrazioni spesso inermi. Nemmeno le petizioni al Prefetto e alla Sindaca hanno cambiato lo scenario. 

Così su quella che molti immaginavano come la Green Line della città resta solo la desolazione e la vita disperata degli “invisibili”. 
 

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