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Serpentara-Fidene Fidene / Via Salaria, 981

Ama Salaria, firme per la delocalizzazione: “Siamo ostaggio dei miasmi”

Al via le sottoscrizioni per la chiusura e lo spostamento dell'impianto di TMB. I cittadini denunciano malori, nausee e dermatiti: "Stufi di disagi e malesseri"

Odori insopportabili dalla mattina alla sera, segnalazioni continue e quotidiane su quei miasmi che rendono la vita difficile a tutto il quadrante di Fidene,  Serpentara e soprattutto Villa Spada direttamente esposta alle esalazioni nauseabonde.


Occhi che lacrimano, dermatiti e nausee per non parlare delle finestre di case e uffici sempre serrate e di quelle sere in cui la “puzza” è talmente acre da costringere gli abitanti a dover camminare con un fazzoletto sul naso. L’estate poi – assicurano i cittadini – la situazione degenera.


La scorsa settimana un grande corteo al quale hanno aderito i Comitati e gli abitanti dei vari quartieri del Municipio III si è snodato dal cuore di Villa Spada all’impianto Ama di vai Salaria, responsabile – ci tengono a sottolineare da quelle parti – degli odori molesti.

Ama Salaria, cittadini contro i miasmi: "Basta puzza"


Una mobilitazione che va avanti ormai dal 2011 e che, come promesso nel corso della manifestazione, non si fermerà fino ad obiettivo raggiunto: la delocalizzazione del TMB.


Il Municipio tramite un atto votato all’unanimità ha chiesto la chiusura del sito dell’AMA per il 2015 e più volte l’Assessore all’Ambiente di Roma Capitale, Estella Marino, ha espresso l’intenzione di depotenziarlo per primo – quando in città diminuirà l’indifferenziata - perché troppo vicino a case e uffici.


“E’ a 50 metri dalla prima abitazione e a 150 da un asilo nido” – ricordano i cittadini che a proclami e promesse preferirebbero di gran lunga i fatti.


Per rinvigorire la lotta, oltre alla nuova assemblea pubblica del 10 luglio, è stata lanciata una raccolta firme che chiede la delocalizzazione dell’impianto AMA: “Difendiamo il nostro diritto alla salute” – dicono gli attivisti invitando tutti a sottoscrivere l’appello nel rispetto di quel diritto alla salute che Villa Spada e territori limitrofi chiedono ormai da tre lunghissimi anni.

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