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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Serpentara-Fidene Fidene / Via Salaria, 981

Impianto Ama Salaria, indagati cinque Presidenti della muncipalizzata

Immissione nell'aria di miasmi e odori molesti oltre la soglia della normale tollerabilità, questo il reato contestato all'Azienda

Esalazioni fastidiose e miasmi tutto l’anno, cattivo odore che nel periodo estivo diventa nauseabondo ed insopportabile, un’intera zona della Capitale sotto scacco con le famiglie e i lavoratori delle aziende di via Salaria costretti a serrare le finestre e difendersi  da quell’aria malsana che ormai da due anni condiziona la vita di tutti.


L’impianto Ama al civico 981 della consolare romana non smette di far parlare di sé: una lunga serie di Consigli Municipali, documenti giunti in Aula Giulio Cesare e addirittura l’interesse dell’Unione Europea, volenterosa di saperne di più su quel sito di TMB così vicino alle attività lavorative e ai quartieri - Villa Spada e Fidene -nei quali i bambini, a causa delle esalazioni fetide, non possono permettersi nemmeno di giocare nel cortile dell’asilo.


Situazioni ormai divenute insostenibili e che da tempo hanno indotto il Comitato di Quartiere, residenti, lavoratori ed istituzioni del territorio ad intraprendere la strada della protesta e chiedere a gran voce la delocalizzazione: mobilitazione costante, segnalazioni puntuali e denunce che hanno fatto si che sulla vicenda partisse un’indagine.


La notizia di oggi, riportata da Repubblica, è che gli ultimi cinque presidenti dell’Ama – Piergiorgio Benvenuti, Giovanna Anello, Salvatore Cappello, Marco Daniele Clarke e Franco Panzironi - risultano indagati: la Municipalizzata romana sarebbe infatti responsabile di getto pericoloso di cose per aver diffuso nell’aria miasmi e odori molesti che avrebbero superato la soglia della normale tollerabilità.


Nel mirino dei PM anche il vicino Aeroporto dell’Urbe e il depuratore di Acea, sottoposti a indagine tecnica.


Fari puntati dunque su quella parte della Città che da anni non ha smesso di battersi per raggiungere il proprio obiettivo che oggi, forse, è più vicino: la delocalizzazione dell’impianto Ama in un luogo lontano da case, uffici e scuole.

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