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Venerdì, 19 Aprile 2024
Montesacro Via della Cesarina

Rom di Salaria e Cesarina: "Spazi angusti e inadeguati, paura e ricatti"

Ieri blitz di due Senatori all'ex cartiera e al campo della Cesarina. Associazione 21 Luglio: "Politica dei campi ha fallito, invertire rotta"

Un blitz a sorpresa quello effettuato nel pomeriggio di ieri da due membri della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato: sopralluoghi nell’ex cartiera di via Salaria e al “villaggio attrezzato” della Cesarina per i Senatori Francesco Palermo (Gruppo per le autonomie) e Daniela Donno (Movimento 5 stelle) accompagnati per l’occasione da una delegazione dell’Associazione 21 Luglio.


L’iniziativa infatti rientra nella Campagna “Stop all’apartheid dei Rom!”, tra i cui obiettivi vi è quello di informare i rappresentanti politici e istituzionali sulle conseguenze negative che le attuali politiche rivolte in Italia nei confronti di rom e sinti hanno sulla vita quotidiana di queste comunità.


“È peggio di quanto immaginavo. I rom sono buttati lì in un limbo giuridico, lasciati a se stessi, senza alcuna attenzione delle istituzioni: una situazione disperante” – ha commentato a margine della visita il Senatore Francesco Palermo.


ex cartiera salaria-3L’EX CARTIERA DI VIA SALARIA – Dopo l’iniziale diniego all’entrata dei due rappresentanti del Parlamento, la delegazione è riuscita ad ottenere le autorizzazioni necessarie per visitare il civico 971 della consolare romana dove attualmente vivono 380 rom, di cui 200 minori.


Il centro di raccolta di via Salaria, inaugurato nel 2009 come struttura transitoria per far fronte a situazioni di emergenza, non sembra però offrire ai propri ospiti delle condizioni di vita dignitose: “I servizi offerti all’interno di questa ex cartiera sono scarsi e inadeguati a bisogni di lunga accoglienza, di assistenza e di supporto nei diversi percorsi che una struttura di assistenza deve garantire” – sottolinea la 21 Luglio.


L’Associazione inoltre mette in luce un aspetto che va oltre le mere considerazioni strutturali: “Accogliendo al suo interno quasi esclusivamente persone rom con cittadinanza rumena – spiegano – si connota come un luogo di discriminazione istituzionalizzata su base etnica, caratterizzata da esclusione sociale, segregazione spaziale e precarietà abitativa dove mancano percorsi finalizzati all’integrazione e al reinserimento sociale delle famiglie accolte”.


VILLAGGIO ATTREZZATO DELLA CESARINA – Questo è il più piccolo degli otto villaggi attrezzati della Capitale, ma non per questo presenta problematiche meno evidenti: le maggiori criticità sottolineate dall’Associazione 21 Luglio riguardano il precario stato generale delle condizioni strutturali dell’insediamento e una serie di minacce alla sicurezza rappresentate dall’assenza di sistemi antincendio, dal frequente uso domestico di bombole gpl a causa del basso voltaggio disponibile che non permette di usare stufe elettriche e la presenza di alti alberi con molti rami spezzati che potrebbero cadere da un momento all’altro.


Ma c’è di più. Gli abitanti denunciano di vivere in un clima di costante paura e ricatto a causa della gestione del tutto arbitraria e poco trasparente del gestore del campo: “Il gestore ci obbliga a dargli 50 euro al mese, anche se questo versamento non è previsto nel regolamento del Comune di Roma – hanno raccontato le persone ai senatori - Per punirci ci stacca di frequente la corrente e in più per avere l’acqua per lavarci o per lavare i vestiti dobbiamo andare all’autobotte fuori dal campo. Qui non ci trattano come essere umani ma come animali. E le conseguenze peggiori sono per i bambini, che non riescono a studiare, a giocare e a vivere una vita degna di tale nome”.


LA REAZIONE DEI SENATORI -  “È chiaro che chiunque viva in queste condizioni poi possa cadere nella disperazione” – ha detto a margine della visita la senatrice Daniela Donno, sottolineando la necessità di dare la possibilità a queste persone di vivere in modo dignitoso come peraltro previsto dagli accordi internazionali. 

“Il Comune di Roma invece – ha proseguito la Senatrice - spende tanti soldi ogni giorno per non dare tutti i servizi che occorrono a queste persone, come alla Cesarina dove gli stessi ospiti devono pagare a un privato per avere alcuni servizi”.


“Ho visto tanti campi rom in giro per l’Europa ma nessuno a questo livello. Neanche in Serbia o Romania” – ha commentato il senatore Francesco Palermo esprimendo la necessità di un intervento del Parlamento che dovrebbe essere spronato dagli stessi Comuni  “affinché ci sia quella base giuridica minima per fare azioni che abbiano un senso”.


LA CRITICA DELL’ASSOCIAZIONE 21 LUGLIO – Così dopo l’ennesimo sopralluogo per i centri di raccolta e ‘villaggi attrezzati’ della Capitale l’Associazione 21 Luglio torna a chiedere un’inversione di rotta sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione di rom e sinti: “La politica dei campi, che a Roma ha un costo annuo di 20 milioni di euro,  si è dimostrata fallimentare e totalmente inefficace ai fini dell’inclusione sociale dei rom. Essa è stata attuata indistintamente da amministrazioni di centrodestra e di centrosinistra e sta continuando inesorabilmente anche oggi con il preoccupante immobilismo dimostrato finora dalla giunta Marino”.

L’obiettivo dell’Associazione 21 Luglio dunque resta sempre quello dichiarato nell’Agenda Rom e Sinti per il cambio radicale delle politiche sociali, ossia procedere alla chiusura dei ‘villaggi attrezzati’ in cinque anni e porre così fine a politiche discriminatorie e talvolta anche lesive dei diritti umani.

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