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Montesacro

L'arresto: “Non mi sento bene, datemi i farmaci”

Il comandante Di Maggio: “Ci sono molti casi di coinvolgimento di minori nelle violenze e stiamo eseguendo ulteriori accertamenti. Comunque le madri coinvolte, almeno in una prima fase, non erano a conoscenza di ciò che avveniva alle proprie figlie all’interno dell’associazione"

“L’operazione che ha portato all’arresto di Danilo Speranza avviene dopo un anno e mezzo di indagini”, spiega il comandante Antonio Di Maggio, nella conferenza stampa tenutasi oggi pomeriggio presso la sede della Polizia Municipale di via della Consolazione. Danilo Speranza, che è stato arrestato in mattinata in zona Montesacro dagli uomini dell’VIII Gruppo, abusava sessualmente di bambine di 10-12 anni e delle loro madri ed estorceva alle vittime denaro.

“Al momento dell’arresto ha solo detto che non si sentiva bene e voleva assumere dei farmaci”, racconta Di Maggio. Le violenze avvenivano nel contesto dell’associazione “Re Maya” con sede in via dei Sabelli a San Lorenzo. “Le persone aderenti a questa associazione, che si presentava come culturale con l’organizzazione di corsi di yoga, sono state sottoposte a gravi condizionamenti sotto il profilo psicologico, spesso hanno ricevuto minacce – specifica Di Maggio – ma assolutamente non dobbiamo immaginare che le violenze avvenissero sotto forma di rituali, anzi si verificavano nel contesto familiare”.

Le indagini, che sono scattate a seguito delle denunce di alcune vittime, non sono ancora terminate. Il comandante Di Maggio, infatti, non dà dettagli circa i supposti contatti della setta di Speranza con il mondo islamico e specifica che “ci sono molti casi di coinvolgimento di minori nelle violenze e stiamo eseguendo ulteriori accertamenti. Comunque le madri coinvolte, almeno in una prima fase, non erano a conoscenza di ciò che avveniva alle proprie figlie all’interno dell’associazione”.

Infine un pensiero alle giovani vittime. “Ci prendiamo l’impegno di accompagnare le ragazze verso un percorso di recupero con l’ausilio dei Servizi sociali del Comune – conclude Di Maggio – dobbiamo avere la lungimiranza di aiutarle nel tempo e di non dimenticarle quando non se parlerà più sui giornali”.
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