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La rabbia di Prati Fiscali: “Dopo la passerella del sindaco siamo ancora tra melma e rifiuti”

A quasi due settimane dall'allagamento i cortili e i giardini si sono trasformati in discariche, nell'area ancora forte l'odore acre dei liquami

“Dopo la passerella del sindaco qui tra i disastrati non si è più visto nessuno”. Corrono rabbia e sconforto tra i residenti del quadrante di Prati Fiscali che lo scorso 15 aprile si è allagato. Il maltempo e il contemporaneo guasto all'impianto di sollevamento idrico di Acea hanno mandato sott’acqua le abitazioni di via dei Prati Fiscali Vecchia, vicolo dei Prati Fiscali, via Patmo, una parte di Valmelaina e Conca d’Oro. 

L'allagamento di Prati Fiscali

Ai piani bassi, così come in box e cantine l’acqua è arrivata anche a due metri e mezzo di altezza spazzando via tutto quello che ha trovato sul proprio percorso. Nelle case divani, librerie, elettrodomestici, scarpiere. In un ristorante trenta tavoli e relative sedie, nell’hotel di Prati Fiscali cinquanta materassi stipati nel deposito oltre ad arredi di riserva vari. Danni anche in palestre, autorimesse e supermercati di zona. Le pareti mostrano i segni dell’allagamento, mentre residenti ed esercenti sono ancora alla presa con le pulizie e con una conta dei danni che di ora in ora e di giorno in giorno cresce in modo esponenziale. Tutti si chiedono se, quando e come potranno richiedere i ristori promessi dal sindaco che una settimana fa ha fatto visita agli alluvionati. Il primo cittadino ha parlato con una parte delle venti persone che ancora sono fuori dalle loro case: ospiti nelle strutture alberghiere messe a disposizione dal Comune, dove potranno rimanere al massimo fino al 15 maggio, e chi ha scelto di appoggiarsi da amici e parenti. Tra gli sfollati anche due bambini di 8 mesi e 1 anno, una persona disabile. 

Le case ancora tra melma e odore di liquami

In tutta l’area colpita dall’allagamento è ancora forte l’odore acre dei liquami, mentre nelle abitazioni tolta buona parte della melma cortili e giardini si sono trasformati in discariche. Ama ha già rimosso il maxi cumulo da 70 metri cubi di rifiuti accatastati all’angolo con via Patmo, ma i residenti chiedono ulteriori passaggi per liberarsi da arredi e suppellettili umidi e maleodoranti. 

Prati Fiscali, le case allagate diventano discariche

“Giorno dopo giorno emergono nuovi danni dell’allagamento. Le persone disperate sono tantissime: case umide e piene di muffa, cantine ancora allagate, automobili che non partono più. I tombini di vicolo dei Prati Fiscali si sono ammalorati diventando pure pericolosi per pedoni e ciclisti e questo il quadrante non può permetterselo” - dice Paolo D’Angelo, presidente del comitato ‘I Bravi di Prati Fiscali’, tra i primi ad arrivare nelle zone colpite dall’alluvione poco meno di due settimane fa. “La collettività è molto smarrita, per questo chiediamo alle istituzioni chiarezza sui ristori e sulle procedure per ottenerli”. 

La rabbia di Prati Fiscali: "Non vogliamo essere dimenticati"

“Le case nonostante le stiamo pulendo e disinfettando emanano ancora cattivi odori e sono ovviamente molto umide con formazione di muffe. Abbiamo tante cose da smaltire che purtroppo non sono state recuperate nonostante gli sforzi, ci sono danni a tombini e strade causati dal disastro” - racconta a RomaToday Gianluca, uno dei residenti più colpiti dall’allagamento.  “Ci stiamo arrangiando e aiutando tra di noi, in tanti non abbiamo le possibilità economiche per ripristinare quanto distrutto e lesionato, sia a livello di cose interne sia a livello di struttura, chiediamo - dice - di non essere dimenticati. Qui la situazione è veramente drammatica per tanti”. 
 

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