Don Ernesto Buonaiuti che si oppose al fascismo, Montesacro ricorda il suo Civico Giusto
Il sacerdote si rifiutò di giurare fedeltà al fascismo e nascose per mesi nel suo villino di via Monte Faraone il giovane ebreo Giorgio Castelnuovo
Anche Montesacro custodisce la memoria del suo ‘Civico Giusto’. E’ stata apposta in via Monte Faraone, 5 una delle targhe che in tutta la città rendono omaggio a quei cittadini eroici che durante il periodo dell’occupazione nazifascista non hanno fatto finta di non vedere e si sono opposti. Le abitazioni di coloro che hanno protetto la vita dei perseguitati sono individuate, segnate e riconosciute attraverso una targa-simbolo che ne ricorda il coraggio. Un’iniziativa promossa e da anni portata avanti dal presidente di 'Roma BPA' Paolo Masini.
Montesacro: il Civico Giusto era don Buonaiuti
In via Monte Faraone visse Ernesto Buonaiuti, sacerdote e professore di Storia del cristianesimo alla Sapienza, scomunicato nel 1926 perché aveva abbracciato le tesi moderniste. Nel 1931 perse anche la cattedra perché fu uno dei 12 professori universitari che rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo. Nel 1943, dopo l'occcupazione nazista della capitale, Buonaiuti nascose per alcuni mesi il giovane ebreo Giorgio Castelnuovo proprio nel suo villino di via Monte Faraone.
"Mettere insieme i ricercatori, le scuole, l'associazionismo di quartiere, la Comunità ebraica, per costruire una rete che riscopre le memorie della nostra città, gli esempi di coraggio e generosità in un periodo buio, è qualcosa di veramente importante - ha dichiarato il presidente del III municipio, Paolo Marchionne- soprattutto oggi, nel momento in cui chiediamo a tante famiglie romane di tornare ad accogliere chi fugge dalla guerra, per ribadire che la storia può sempre essere d'insegnamento per l'oggi". Il 'Civico Giusto' è "un progetto importante, che attualizza il tema della scelta, come valore fondante dei nostri principi di cittadinanza" - come l'ha definito Maria Grazia Lancellotti, dirigente scolastica del liceo 'Orazio' e coordinatrice della rete di scuole 'Memorie'. Perché in ogni momento siamo chiamati a scegliere - ha aggiunto Lancellotti - e questo è un momento particolare, in cui i miei studenti stanno facendo tante riflessioni e sentono più vicine delle tematiche che forse, e per fortuna, sembravano molto lontane. Con questo progetto vogliamo insegnare loro che in ciascun momento della propria vita possono essere chiamati a scegliere, e che quelle scelte possono portare al bene o al male".
Ruth Dureghello: “Una scelta si può sempre fare”
"È fondamentale insegnare ai nostri studenti che una scelta si può sempre fare - ha ribadito Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma- noi siamo qui perché in molti hanno fatto la scelta giusta. Sono quei gesti che hanno significato l'apertura di tante case a Roma, che hanno accolto ebrei dopo la razzia, dopo che altri li andavano invece a prendere nelle loro abitazioni, o li denunciavano nelle strade. C'è chi semplicemente ha aperto la casa e ha detto 'dinnanzi al valore della vita, questo è quello che devo fare'. C'è un bene che può prevalere, c'è una responsabilità di ciascuno di noi nell'anteporre questo bene al tanto male".