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Sabato, 20 Aprile 2024
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Metro B1, alzano la voce i cittadini di Vigne Nuove

Fa discutere la questione della Metro B1 e del nuovo tracciato previsto. Questa volta a farsi sentire sono i cittadini di Vigne Nuove e Porta di Roma, che non accettano di dover sopportare il cemento senza avere neanche il vantaggio della metro

La questione del cambiamento di tragitto della linea Metro B1 continua a far discutere. Questa volta, però sono i cittadini di Porta di Roma e Vigne Nuove a farsi sentire, e a chiedere il diritto di replica a quanto pubblicato ieri da Romatoday.

 Luca Giovagnoni, portavoce della comunità virtuale Abitare Nel Parco, ci spiega: “Mi sento in dovere, essendo stato toccato un tema a noi molto caro, di chiedere il diritto di replica rispetto a quanto divulgato.

In passato abbiamo già avuto modo di incontrare il Presidente del IV Municipio Bonelli il quale ci ha esposto quali sono i diversi progetti previsti per l'area di Porta di Roma dandoci anche visibilità su quello che é il suo pensiero in merito al prolungamento della Metro B1, ovvero che non vorrebbe far colare tutto quel cemento su di noi.

 A parte questo mi piacerebbe poter esprimere la mia opinione che credo rappresenti il pensiero comune di "NOI" che abitiamo nel quadrante opposto a quello di Via della Serpentara, rappresentato (da come leggo) dal Sig. Mimmo D'Orazio. Fermo restando ciò che sappiamo in merito al Project Financing ed al fatto che il Comune di Roma ha come unica alternativa al completamento dell'opera questa soluzione e che sarebbe quindi costretta ad acconsentire a cubature aggiuntive per circa 2 milioni di mc, la cosa che veramente spiazza é leggere che un rappresentante di un CDQ ignora completamente ciò che tale colata di cemento produrrebbe a livello di incremento della popolazione nel territorio antistante, visto che in zona Serpentara sarebbe ben difficile poter cubare di più data la mancanza di spazi, e che, pur di avere le fermate "sotto casa", secondo loro indebitamente deviate a favore di via conti, via di vigne nuove e porta di roma, sarebbe disposto ad acconsentire di scaricare su altri i problemi che tutto ciò produrrebbe nel territorio limitrofo, ovvero: congestione del traffico e danni ambientali.

E alla fine, dopo essersi visti invasi col cemento quel po’ di verde che ancora é rimasto, neanche la possibilità di avere la Metro! In barba alle più elementari regole della concertazione e del confronto democratico questi signori quindi vorrebbero far passare il messaggio, sbagliato, che siccome il nuovo tracciato non includerebbe aree densamente popolate come il Tufello o Val Melaina, allora questo rappresenterebbe uno smacco per un area che al contrario ne potrebbe godere più a pieno, dando quindi il lasciapassare al Comune di Roma nell'avallare il Project Financing ignorando completamente le sorti dei cittadini invasi dalla colata di cemento, ovvero di tutto quel quadrante che loro indicano come scarsamente popolato solo ed unicamente per il proprio tornaconto.

 I latini dicevano mors tua vita mea ma non é facendosi la battaglia tra poveri che si risolvono i problemi. Voglio dire che non é vero che il tracciato non piace a nessuno, anzi, probabilmente non va giù solo al CDQ del Sig. D'Orazio. Il fatto é che una opera del genere costituirebbe un aggravio di problemi col quale però gli unici a dover fare i conti saremmo noi dirimpettai che qualche area di pregio dove piazzare i grattacieli con abitazioni ed uffici ce l'abbiamo, mentre loro che hanno tutto lo spazio occupato ne vorrebbero solo scaricare a noi tutti gli svantaggi e prenderne loro i vantaggi. Non é così che funziona la democrazia e comunque non é caldeggiare il tracciato attuale che ci interessa, anzi, noi cittadini del quadrante opposto a queste condizioni neanche la vogliamo la metro anche perché ci rendiamo conto che alla fine per avere le fermate sotto cosa comunque dovrebbero costruire nel nostro poco verde che ancora abbiamo. Allora a questo punto, visto che entro due anni avremo a 3-4 km due fermate pronte (Conca d'oro e Piazzale Jonio) che diavolo ce ne faremmo di tutto quel cemento per tre maledettissime fermate??”.

 La questione insomma non è assolutamente di semplice soluzione. L’unica possibilità per poter allungare il percorso della metro fino a Bufalotta è ricorrere al project financing. Ma la colata di cemento che questo mezzo di finanziamento comporta andrebbe, a prescindere dal percorso deciso, a gravare sul territorio di Porte di Roma, Vigne Nuove e zone limitrofe. I cittadini di Serpentara rivendicano il ripristino del percorso iniziale della metro, ma non possono assumersi anche gli effetti negativi di tale opera perché non hanno lo spazio per costruire. D’altra parte i cittadini di Vigne Nuove non sono assolutamente disposti a tollerare la colata di cemento, se non possono avere neanche il vantaggio della metro.

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