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VIAGGIO TRA I COMITATI - Intervista all'Associazione Cittadini di Sant'Andrea

Negli anni '60 si sono battuti per i servizi e le migliorie del quartiere in fase di sviluppo, oggi l'impegno continua per risolverne le esigenze principali. RomaToday intervista Ferdinando Zorzi, Roberto Ercoli e Luciano Naticchioni, rappresentanti dell'A.C.S.A. della "nuova e vecchia guardia"

Il quartiere è nato negli anni '60 con la lottizzazione del consorzio cittadino. Il primo obiettivo dei residenti è stato quello di creare un luogo che fosse un centro di aggregazione e che coordinasse le loro iniziative per la costruzione dei servizi sul territorio come strade, acqua, luce e fognature. RomaToday intervista Ferdinando Zorzi, Roberto Ercoli e Luciano Naticchioni, rappresentanti dell'A.C.S.A. della "nuova e vecchia guardia".

Quando e come nasce l'Associazione Cittadini di Sant'Andrea?  

Ci siamo costituiti negli anni '90, ufficializzando così il nostro interesse nel seguire e perseguire le esigenze del quartiere, ma in realtà la nostra attività è praticamente cominciata molti anni prima, fin dall'arrivo a Sant'Andrea dei suoi primi residenti. L'idea era e continua ad essere quella di una rete di persone che si attivano concretamente per migliorare i servizi e la vita in generale all'interno del quartiere. Così, se all'inizio ci siamo battuti per la realizzazione di luoghi di aggregazione (com'è stata poi la Parrocchia Sant'Andrea, fortemente voluta da tutti i cittadini), oggi ci muoviamo per sollecitare gli interventi in fatto di mobilità e traffico, i mezzi pubblici e i servizi in generale.

Com'è il vostro rapporto con le istituzioni politiche e come si confrontano con la vostra realtà e le battaglie che portate avanti?

Il confronto con le istituzioni è sempre vivo e animato, com'è giusto che sia dal momento che sono il primo vero interlocutore con il quale ci si confronta quando vogliamo avanzare richieste concrete per il nostro territorio. Presentare delle mere proposte rende il tutto solo molto sterile, sia da parte nostra che loro. E' fondamentale un atteggiamento propositivo che costruisca così un dialogo continuo per interfacciarsi reciprocamente, solo così si fa davvero il bene dei cittadini e si ottengono risposte concrete.

L'Associazione è partiticamente dichiarata? 

Assolutamente no. Ovviamente siamo cittadini con le nostre personali idee politiche, ma come Comitato non ci affibbiamo alcun colore specifico. Verrebbe così meno quella spinta disinteressata che ci fa perseguire i bisogni della collettività in generale e non di uno specifico gruppo di persone. Se in passato ci hanno dipinti come tanto di destra quanto di sinistra, allora vuol dire che siamo davvero indipendenti.

Parliamo delle persone: quanti siete e come siete organizzati? 

Conosce il detto "armiamoci e partite"? Purtroppo uno dei punti dolenti è proprio questo: tanti problemi da risolvere, tante segnalazioni e altrettanto scontento da parte dei cittadini. Poi però quando si tratta di attivarsi concretamente è sempre difficile trovare chi sia disposto veramente a quelli che sono poi di fatto sacrifici di tempo ed energie. Oggi nel direttivo siamo circa 17 persone e soprattutto noi "della vecchia guardia" stiamo cercando di fare un passaggio di consegne con la nuova generazione. Poi c'è il discorso fondi: senza scopo di lucro vuol dire niente guadagno ma anche a costo zero, anche se in passato abbiamo provato il meccanismo della auto-tassazione.

Quali sono ora le battaglie che state seguendo più intensamente? 

Sono tutte esigenze del nostro territorio: il prolungamento del bus 907 nella zona di Ipogeo degli Ottavi, due fermate pensate soprattutto per i più anziani che altrimenti devono fare il giro di tutto il quartiere (proposta già avanzata con tanto di sopralluogo da parte dell'atac, ma poi bocciata; ndr); il problema generale della viabilità di fatto congestionata in tutto il quadrante; la conversione del trenino in una vera e propria linea metropolitana e ancora molte altre.

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