Gli sgomberati di Largo Sacconi: "Il Municipio XIX ci istiga alla prostituzione e al furto"
E' provocatoria la vice-presidente dell'associazione L'Edera, Roberta Liberati, che difende i diritti dei 77 iscritti ai quali era stato fatto intendere di potersi trasferire in Largo Zola, pulita a loro spese ieri e oggi
"Per due giorni, ieri e oggi (mercoledì 16 e giovedì 17 novembre), abbiamo pulito Largo Zola a nostre spese. E ci troviamo nella stessa situazione di prima. Non avremo a disposizione per il nostro mercato nè Largo Sacconi nè Largo Zola. Praticamente gli zingari sono più tutelati e assistiti di noi". Non ce la fa più Roberta Liberati, vice-presidente dell'associazione culturale L'Edera, composta da 77 persone che vendevano e scambiavano la propria merce nell'ormai famoso Largo Sacconi, sgomberato soprattutto per via degli zingari.
"Enzo Salesi (consigliere Pdl del Municipio XIX, n.d.r.) ci ha detto di inviare la richiesta protocollata per lo svolgimento delle nostre attività sociali in Largo Zola e noi lo abbiamo fatto martedì 15 novembre - racconta Liberati - Il 10 novembre infatti c'è stato un incontro tra il presidente del Municipio XIX Alfredo Milioni e l'ottavo Dipartimento e ci avevano detto che l'esito era positivo e che avrebbero risolto il nostro problema. Ma quando siamo andati da Milioni la sua risposta è stata sempre la stessa: 'L'unico permesso che posso darvi è quello di un mercato previsto per sei giorni l'anno'. E' ovvio che per noi non va bene. Siamo tutti pensionati, disoccupati, invalidi o ex detenuti, tra l'altro tutti coloro che disturbavano sono stati cacciati dall'associazione, quindi siamo incensurati, non capisco perché continuano a dirci che non abbiamo i requisiti. Noi viviamo alla giornata, non abbiamo soldi in banca e dobbiamo pagare come tutti le tasse, il gas, l'affitto. Sono almeno due settimane che non lavoriamo e il modo in cui il Municipio XIX e il Comune di Roma ci sta trattando è da istigazione alla prostituzione e al furto. E' come se ci dicessero: dato che siete ex detenuti tornate a rubare, non c'è speranza per voi di lavorare onestamente".
"Noi da soli non ce la facciamo - continua Liberati - altri mercati a Roma, come il nostro, hanno il permesso ben oltre i sei giorni l'anno. Perché a noi non può essere concesso? Ci avevano parlato di una possibilità sufficientemente concreta di svolgere la nostra attività in Largo Zola e noi abbiamo chiesto di poterlo pulire per lavorare lì. Neanche questo è servito a nulla. Siamo stremati. A quanto pare gli abitanti di Largo Zola non ci vogliono e se ci sistemiamo lì bloccheranno Via Andersen. Ma noi non siamo un mercato di rom, uno di quelli che tanto spaventa le persone per il degrado che comporta. Noi siamo persone per bene che hanno voglia e bisogno di lavorare".