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Scuola via Taggia, gli alunni per ora al loro posto: nessuno spostamento alla XXV Aprile

La presa d'atto in un comunicato

Tutto è stato messo nero su bianco. Il consiglio d’istituto della scuola di via Taggia, la scorsa settimana, in un comunicato ha affermato che la frequenza del plesso “da parte degli alunni e del personale va considerata priva di rischi, ma non senza disagi”. Una presa d'atto (e non una decisione, come precedentemente scritto, ndr) arrivata in base anche alla relazione del Responsabile del servizio di protezione e prevenzione. Per il momento, quindi, è stato messo uno stop alla discussione divampata nelle scorse settimane che vedeva da una parte la scuola via Taggia (istituto comprensivo Donati) e la XXV Aprile (istituto comprensivo Borromeo). Nel primo edificio, per la cronaca, sono ancora in corso i lavori di adeguamento sismico. Dopo l’apertura del 14 settembre - avvenuta con i lavori che andavano avanti - sono stati segnalati episodi che avevano creato disagi nei piccoli studenti (presenza di polveri, occhi arrossati). Così, era stata avanzata l’ipotesi di spostare i ragazzi al plesso della XXV Aprile. Il tutto, però, ha dato vita a quella che è stata definita “una guerra tra poveri”.

Lo scontro

Candida Carrino, dirigente dell’istituto comprensivo Borromeo, a RomaToday aveva denunciato: “Hanno organizzato l’appuntamento nella sede dell’Istituto comprensivo Borromeo per parlare dei problemi di allocazione della scuola di via Taggia, senza tener conto della disponibilità già data di otto aule (gli alunni delle medie di via Taggia, dall’inizio dell’anno scolastico, svolgono lezioni in alcune classi della XXV Aprile). Si chiede a gran voce che le altre istituzioni scolastiche, facenti parte della Rete Rosetta Rossi (dove confluiscono gli istituti del territorio) confermino la disponibilità da loro offerta nello stesso momento in cui la Borromeo aveva promesso le sue otto aule”. Non solo: “Secondo i tecnici e i politici, dobbiamo rinunciare a un’aula teatro, all’aula magna, ai laboratori di informatica, di lingua, all’aula di psicomotricità dedicata a un bimbo disabile. Abbiamo ricevuto finanziamenti, che dovremo restituire perché rischiamo di non avere più gli spazi per realizzare, ad esempio, una biblioteca innovativa (10mila euro) e per l’Atelier digitale (15mila euro) per l’intero Istituto”.

La mensa di nuovo a regime

Tornando al consiglio di istituto della scuola via Taggia, è stato indicato che la mensa dovrebbe tornare a regime il 16 ottobre. Proprio in quell’occasione verrà ripristinato il tempo pieno per la scuola primaria. La fine dei lavori di adeguamento sismico - fissata per il 31 dicembre - potrebbe subire uno slittamento. Conclusi gli interventi, la sede di via Taggia potrà riaccogliere tutti i suoi alunni.

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I lavori di efficientamento energetico

L’altro aspetto da evidenziare - non di poco conto - riguarda la seconda tranche dei lavori, relativi all’efficientamento energetico. Operazioni di una certa importanza e che non potranno essere portate avanti con gli alunni all’interno dell’edificio. A tal proposito, il consiglio di istituto ha stabilito che l'eventuale partenza degli intervenenti non potrà avvenire prima del “reperimento, da parte degli organi competenti, delle aule necessarie allo spostamento in blocco e per un tempo limitato di tutte le cassi della scuola primaria e secondaria”. Insomma, un modo elegante per dire “tra qualche mese evitiamo di brancolare nuovamente nel buio”.

La storia 

L’istituto comprensivo Borromeo - sia il Consiglio di istituto che il collegio dei docenti – si era opposto alla decisione “presa nella riunione convocata dal Municipio XIV presso il plesso XXV Aprile avente come oggetto il problema del reperimento delle aule per la scuola Taggia”. A irrobustire la posizione, la raccolta di oltre trecento firme  dove è stato chiesto di impedire l’eventuale trasferimento. Da parte della Taggia, invece, le testimonianze pubbliche sono state palesate nel corso del consiglio del 27 settembre. Una mamma aveva detto: “Vogliamo riuscire a trovare una soluzione comune. L’unica cosa fastidiosa è che le informazioni le abbiamo avute tramite Facebook o WhatsApp. Il problema è spostare 287 bambini di via Taggia in un altro plesso oltre agli eventuali disagi legati alla viabilità. Vogliamo capire perché è stata presa questa decisione, quando due settimane fa è stata certificata la salubrità dello stabile”. A seguire un papà: “Non è possibile fare una pianificazione dei lavori a giugno, poi pensare di avere una parte occupata dagli alunni mentre nel resto dell’istituto ci sono degli interventi. Se il 14 settembre la scuola è stata aperta, significa che qualcuno si è preso la responsabilità di definirla salubre e sicura. Cosa è cambiato dopo due settimane? Non c’è stata comunicazione”

Problemi alla scuola di via Taggia

Mentre il Pd di Monte Mario presentava un’interrogazione per sapere se c’era l’intenzione “di proseguire nell’ipotesi di totale utilizzo degli spazi dell’istituto comprensivo Borromeo, plesso XXV Aprile, per le esigenze della scuola di via Taggia” o se esisteva la possibilità di valutare altre soluzioni, Livia Marigliano – consigliera del M5S e presidente della commissione Scuola – aveva illustrato le tappe relative ai lavori di via Taggia. L’anno scorso, per evitare disagi visto il programma degli interventi di adeguamento sismico, era stato deciso di distribuire gli alunni così: le medie alla Sacchetto e la materna alla Andersen. Le elementari, da par loro, potevano restare alla Taggia. Il motivo? Gli interventi dovevano essere effettuati in due tronconi, per evitare che l'edificio occupato dai bambini venisse interessato dai lavori. Il problema è che ci sono stati degli intoppi: a febbraio la commissione stabili pericolanti ha dichiarato l’inagibilità del piano superiore della Sacchetto. “Ci siamo attivati da subito con la Rete Rosetta Rossi – ha spiegato Marigliano – per chiedere aule da destinare alle medie”. A fine agosto altra tegola: la ditta dei lavori nella scuola di via Taggia ha incontrato inconvenienti nel progetto. Nel frattempo ecco settembre. La scuola di via Taggia ha avuto una nuova preside, che ha effettuato un sopralluogo per vedere il plesso ridotto a un cantiere aperto. La dirigente - fatti due conti - ha chiarito subito che in quelle condizioni non avrebbe aperto la scuola: il tutto a una settimana dal suono della campanella. “Le ricerche non avevano dato esito positivo in merito alla disponibilità delle scuole del territorio di poter ospitare tutte le classi della Taggia” ha ammesso Marigliano. Nel mezzo un braccio di ferro fatto di contatti e rapporti da ricucire. Fino al comunicato della scorsa settimana, che per adesso ha calmato le acque. 

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