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Santa Maria della Pietà: "Una centralità urbana da valorizzare"

Sel: "L'acquisizione al patrimonio comunale del Forte Trionfale è un fatto senz'altro positivo"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di RomaToday

L'acquisizione al patrimonio comunale del Forte Trionfale è un fatto senz'altro positivo e per il quale esprimiamo soddisfazione, avendo sottratto alle ambizioni speculative di privati lo sfruttamento di quell'area, ancora verde e strutturata con spazi idonei a sostenere servizi amministrativi e culturali per la cittadinanza del territorio e non solo. Non possiamo tuttavia non evidenziare con forza la nostra preoccupazione per le sorti del comprensorio del Santa Maria della Pietà in vista di un imminente, anche se graduale, prospettato trasferimento degli uffici del Municipio da quei luoghi al Forte Trionfale per evidenti ragioni di convenienza contabile. Così riferiscono in una nota, condivisa anche dai vertici territoriali del partito, i consiglieri di SEL al XIV Municipio Silvia Ascani e Fabrizio Modoni. La preoccupazione maggiore, proseguono i due consiglieri, è che a fronte della assegnazione al Comune, e dunque al Municipio, di alcuni padiglioni, per soddisfare formalmente una battaglia portata avanti da tutto il centrosinistra anche durante la recente campagna elettorale del 2013, l'assenza di una progettazione globale sul recupero ed il riuso del SMdP possa consentire un processo di involuzione della struttura portandola ad una nuova ospedalizzazione.

"La vendita a privati del complesso del S.Spirito, sempre della ASL RME, e la acquisizione del San Filippo Neri", afferma Federico Falcolini, Coordinatore di SEL sul territorio del XIV Municipio, "accrescono la fondata preoccupazione che l'utilizzo, a qualsiasi titolo, della quasi totalità dei padiglioni da parte della ASL RME all'interno del SMdP possa portare ad un più o meno graduale trasferimento in quella sede di ambulatori, laboratori di analisi e strutture sanitarie di accoglienza. Assume carattere di priorità, dunque, la condivisione di un progetto organico di riuso pubblico, in termini di cultura e servizi per i cittadini. Su questo punto SEL, dal Municipio alla struttura Regionale, è compatta e determinata a rappresentare con la necessaria determinazione le nostre priorità, intervenendo presso le diverse istituzioni coinvolte. Il senso della nostra posizione, delle ragioni che ci portano a considerare con cautela ogni operazione che coinvolga l'assetto del SMdP", continua Falcolini, "è stato rappresentato dal nostro comunicato, condiviso e sottoscritto da Maurizio Zammataro e Giancarlo Torricelli, rispettivamente Coordinatore Provinciale e Coordinatore Regionale di SEL".

"La risanitarizzazione del SMdP sarebbe una sciagura", sostiene il capogruppo consiliare di SEL Fabrizio Modoni, "Consistendo nella negazione e nella cancellazione di un enorme patrimonio storico e simbolico che questa struttura rappresenta: per le battaglie portate avanti in campo medico nel nome di un nuovo rapporto con la malattia, da gestione e repressione al concetto di cura ed assistenza finalizzata al recupero, sfociate nella legge Basaglia, e per il coinvolgimento ultraventennale di aspirazioni e progetti voluti dai cittadini del territorio per un recupero pubblico e sociale di quella parte della città, che rappresenta, è bene sempre ricordarlo, l'unica centralità urbana a Roma interamente pubblica e sulla quale vige un vincolo di in edificabilità".

Continua la consigliera Silvia Ascani:" Sono molte le esperienze e le progettazioni, che si sono costruite intorno al comprensorio del SMdP: dalle prime elaborazioni della "Città ideale" degli anni '90, al successivo protocollo d'intesa del 2007, alle più recenti proposte di iniziativa popolare, sostenute da oltre 12.000 cittadini, circa un proposta di delibera Capitolina ed una proposta di Legger Regionale per il riordino dell'assegnazione dei padiglioni tra Comune, Regione ed ASL, sostenuto dal comitato "Si Può Fare" anche con il sostegno di SEL del XIV Municipio. Queste esperienze e progetti, però, sono naufragati da un lato per un atteggiamento ostruzionistico della ASL, teso alla conservazione del dominio assoluto sull'area, e dall'altro per la mancata capacità, o possibilità, dei diversi amministratori succedutisi nel tempo di far prevalere la finalità pubblica del comprensorio, riconducendo la ASL RME nel suo ruolo di "azienda", subalterno rispetto ai voleri dei rappresentanti dei cittadini".

Concludono gli esponenti di SEL: "Riteniamo, che non solo all'interno del comprensorio debbano essere assegnati al Comune diversi padiglioni a costo zero, compensando i crediti che il Comune vanta nei confronti della ASL per il mancato pagamento di strutture comunali in uso alla ASL, ma debba assolutamente reso esplicito da parte degli altri enti, elettivi o amministrativi, che possiedono il comprensorio cosa ne vogliano fare. Di recente l'ass.re capitolino Giovanni Caudo, durante le celebrazioni per il centenario del SMdP, ha manifestato persino la sua disponibilità di urbanista a gestire un nuovo assetto dell'intero comprensorio. Da qui riteniamo si possa ripartire, per scongiurare la trasformazione del SMdP, nuovamente, in un luogo di dolore e sofferenza, ma farne invece una cittadella della cultura e dei servizi, amministrativi, turistici, ed anche in parte sanitari".

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