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Martedì, 19 Marzo 2024
Primavalle Torrevecchia / Via Cardinal Domenico Capranica

Case popolari nell'ex scuola di Primavalle, l'Osservatorio cittadino ha incontrato Montuori e Vivarelli: "Costruiamola insieme"

L'Osservatorio è composto da realtà del quartiere, sindacati e movimenti per il diritto all'abitare: "Necessità di realizzare un’esperienza innovativa"

Lo avevano rivendicato in piazza a Primavalle, con un’assemblea pubblica partecipata dalle realtà del territorio, dai movimenti per il diritto all’abitare e dai sindacati: un percorso partecipato sul progetto di demolizione e ricostruzione dell’ex scuola di via Cardinal Capranica. Così lunedì 3 maggio si è tenuto un primo appuntamento: l’Osservatorio popolare Roma Nord Ovest ha incontrato gli assessori a Urbanistica e Politiche Abitative, Luca Montuori e Valentina Vivarelli presso gli uffici di via del Turismo 30. Presenti all’incontro anche una rappresentanza di famiglie sgomberate dall’ex scuola.

Dopo lo sgombero del 15 luglio 2019, quando con un grande schieramento di forze dell’ordine oltre 300 persone sono state costrette a uscire dall’ex scuola trasformata in tante piccole abitazioni, l’amministrazione capitolina ha annunciato un progetto di recupero dello stabile.

Il progetto di demolizione e ricostruzione dell’ex scuola è tra quelli presentati al Programma innovativo nazionale per la qualità dell'Abitare del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, ed era già stato messo in lista anche per un finanziamento regionale per l’edilizia pubblica. Nel frattempo, l’amministrazione capitolina impiegherà fondi propri per dettagliare il progetto. Lo stabile verrà demolito per la realizzazione di un complesso di edilizia residenziale pubblica, 63 appartamenti, social housing, 7 alloggi, e cohousing per un totale di 70 alloggi di diverse dimensioni. Al piano terra si troveranno servizi pubblici gestiti da associazioni culturali o no-profit tra cui un centro anziani, una ludoteca, un laboratorio/osservatorio di quartiere, uno spazio per lo svolgimento di attività di intrattenimento e un centro per le attività culturali. Spazi flessibili che possono ospitare attività diverse.

“Nel corso del confronto sia Montuori che Vivarelli hanno sottolineato l’importanza di un percorso partecipato e la necessità di realizzare un’esperienza innovativa sia per l’abitare che per la socialità e i servizi culturali”, scrive l’Osservatorio. Una delle principali richieste è quella di assegnare alle famiglie sgomberate, circa la metà delle quali vivono ancora in assistenza alloggiativa da parte del Comune, le case popolari che verranno realizzate.

“Rispetto alle modalità di assegnazione dei 63 alloggi ERP e 7 in housing sociale oggi previsti, per un totale residenziale di 4467 m2, abbiamo ritenuto necessario avanzare una richiesta d’incontro specifica per entrare nel merito di una questione per noi centrale, la possibilità per i nuclei sgomberati nel 2019 di rientrare nel progetto di rigenerazione urbana previsto, atto questo che in parte sanerebbe la ferita prodottasi con lo sgombero voluto dall’allora ministro dell’Interno Salvini e avallato dal Prefetto per motivi di stabilità della struttura. Motivazione questa sostenuta nel corso dell’incontro anche dalla Vivarelli”. Al momento, però, non è previsto alcun incontro tra i movimenti e l’assessora alle Politiche abitative per affrontare il tema.

“Così come abbiamo chiesto all’assessorato alle politiche abitative un approfondimento del tema assegnazioni, lo stesso abbiamo fatto con Montuori, che si è reso disponibile ad un nuovo confronto con l’Osservatorio al momento dell’avanzamento dei lavori di abbattimento e di nuovi dettagli progettuali che riguarderanno i 1346 m quadri destinati a servizi per il municipio e il territorio. Questo avverrà prima dell’estate e coinvolgerà soggetti universitari e le associazioni del XIV municipio, soprattutto di Primavalle”.

L’Osservatorio, conclude la nota, “intende svolgere funzione di informazione e mobilitazione permanente in merito al progetto oggetto dell’incontro e coinvolgere gli abitanti del territorio interessato, valorizzando in questo modo la partecipazione attiva necessaria per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissi. Cioè la realizzazione di un spazio socio-abitativo di qualità e senza consumo di suolo. Un percorso che dovrebbe essere portato avanti nell’intera città, dove esiste tanto patrimonio da riqualificare e tanto invenduto da utilizzare. In questo senso registriamo una volontà di attenzione da parte dell’amministrazione comunale, un’attenzione che riteniamo non debba essere dettata dalla ricerca di consenso ma dalla reale disponibilità a cambiare modello di sviluppo in una capitale dove il cemento va arrestato a vantaggio del riuso finalizzato al benessere di chi la abita, al superamento delle emergenze, quella alloggiativa in prima istanza”.

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