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"Mio figlio, cacciato dal centro estivo perchè Down": la storia di Danilo tra rabbia e indignazione

RomaToday ha incontrato Andrea ed Elisabetta, i genitori del piccolo Danilo rifiutato da un centro estivo di Ottavia perchè Down. "Lottiamo contro questa mentalità, è una vera discriminazione". E intanto impazzano sul web messaggi di solidarietà e indignazione

Danilo ha 9 anni e mezzo ed è un bambino dolce e socievole, vivace proprio come un qualsiasi altro bimbo della sua età. Vive nel quartiere Ottavia-Palmarola, ha una sorellina con la quale si diverte a giocare e una grandissima passione per le divise. Anche per lui sono cominciate le vacanze, la scuola è finita ma mamma Elisabetta e papà Andrea ancora sono impegnati con il lavoro. Per questo qualche giorno fa, il papà lo ha accompagnato al centro estivo del quartiere, una bella struttura con tanto di piscina, campo da calcio e mini basket. Non è la prima volta che Danilo frequenta un centro di questo tipo, lo scorso anno ad esempio gli educatori gli avevano fatto addirittura i complimenti per la sua ottima condotta.

"Prima di arrivare avevamo già avvisato che Dany ha la sindrome di Down - ci racconta Andrea - Con il responsabile, un professore delle medie di zona, avevamo parlato di quanto fosse gestibile, certo ci vuole un pò di impegno in più ma basta stargli dietro esattamente come a un qualsiasi altro bambino della sua età". Danilo trascorre così la sua prima giornata al centro estivo, si diverte con gli amichetti, gioca, si trova benissimo, tant'è che quando il papà torna a prenderlo gli dice che non vede già l'ora di tornarci il giorno dopo.

Il titolare, però, chiede di parlare con Andrea. "Dice che è molto dispiaciuto, ma Danilo non può più frequentare", insomma troppo difficile da gestire. Andrea si offre addirittura di pagare una somma aggiuntiva per l'affiancamento di un tutor individuale, nel caso in cui il giovane personale del centro non fosse sufficiente. "Ma non è quello il problema - continua Andrea - La risposta è stata <sai, poi non vorrei che si creino problemi con gli altri bambini che poi tornati a casa si lamentano di lui. E magari i genitori portano via i loro figli dal centro>. A questo punto ho capito che il problema allora non era il comportamento di Dany ma proprio Danilo. Avevano paura di perdere i soldi". 

"Certo, 15 euro al giorno per ogni bambino, per 20 o 30 bambini sono un capitale. E gestiti in 3 o 4 persone rimane una bella fetta. Non possono mica permettere che un bambino 'diverso' possa far infastidire qualcuno. Ragazzi, ero fuori di me. Ho pagato la quota per quel giorno, 15 euro e non mi hanno fatto nessuna ricevuta. Ho ripreso il mio piccolo, le sue cose e me lo sono portato via. Con lui che salutava tutti e diceva Ragazzi, uno schifo".

Andrea ha sfogato tutta la sua rabbia condividendo la sua esperienza in rete, su facebook, e anche quando li abbiamo incontrati di persona, lui ed Elisabetta continuano ad essere increduli. "La nostra non è una battaglia contro quel centro o quel singolo responsabile - tengono a sottolineare - E' la mentalità che è sbagliata e che cerchiamo in tutti i modi di combattere". Per il loro Danilo ma anche per tutti i bambini come lui, considerati "diversi", distinti da quelli "normali". "La nostra storia non è nè la prima e non sarà purtroppo nemmeno l'ultima in cui si subiscono discriminazioni di questo tipo", continua Andrea che anche per questo motivo proprio su facebook ha fondato un gruppo a sostegno dei portatori di handicap, i loro diritti e la sensibilizzazione verso la loro disabilità.

E proprio dalla rete, i genitori di Danilo stanno ricevendo quotidianamente tantissime dimostrazioni di affetto e vicinanza per questa vicenda che ha dell'incredibile. Tanta rabbia e indignazione ma anche tanta solidarietà e la voglia di metterci la faccia proprio come hanno fatto questi speciali e coraggiosi genitori. "Tu hai potuto gridare al mondo quanto tuo figlio sia speciale per te e per tua moglie e tanti tuoi amici fanno lo stesso, ma permettimi di provare a dire qui, ora, che da quello che leggo, TU sei un papà speciale. Mi viene tanta rabbia, ma voglio mantenere insieme a te la calma. Sebbene sia un’attività privata io trovo inaccettabile che ci si comporti così", uno stralcio del messaggio da parte del Presidente del Municipio XIV Valerio Barletta. E nel frattempo, dal Centro Sportivo Daily Training del quartiere di Torresina, i gestori fanno sapere che sarebbero orgogliosi di poter ospitare il piccolo Dany, non vedendo l'ora "di farsi coccolare da un soggetto ritenuto 'pericoloso' come lui". 

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