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Balduina Balduina / Piazza della Balduina

LETTORE, Roma-Bracciano in 25 h e 37 km nella neve: passeggeri abbandonati sui binari

E' la foto di Emanuele Perugini a raccontare l'odissea notturna vissuta da 700 passeggeri che venerdì, per non rischiare di beccarsi in pieno l'emergenza neve, hanno preso il treno Fr3 delle 16.00 Roma-Viterbo che si è fermato a pochi chilometri da Cesano

Roma-Bracciano in 25 ore e 37 chilometri. E' una foto a raccontare l'odissea notturna vissuta da 700 passeggeri che venerdì, proprio per non rischiare di beccarsi in pieno l'emergenza neve, hanno preso il treno Fr3 delle 16.00 Roma-Viterbo. E' la foto scattata da Emanuele Perugini - che ha preso il treno a Balduina, dove risiede - quando il treno su cui viaggiava si è dovuto fermare lasciandoli, è il caso di dirlo, al freddo e al gelo. E a piedi. Il treno infatti si è fermato alla Stazione di La Storta e ha invitato i passeggeri a scendere e prendere un altro treno, attrezzato dalle Ferrovie unendo insieme due treni.

"Dopo appena pochi chilometri la marcia si arresta - racconta Perugini - Il treno è stracolmo e comincia a far buio. Fuori continua a nevicare. La luce va e viene, ma nessuno dice nulla di preciso. Alle undici di sera, finalmente, sul treno si rincorre una voce: hanno aperto le porte e chi vuole può arrivare alla stazione di Cesano a piedi". Si parla anche di un comunicato stampa del presidente della Regione Lazio, Renata Polverini che dice: 'Abbiamo predisposto un servizio di accoglienza con coperte, bevande calde e autobus sostitutivi per i passeggeri del treno rimasto bloccato alle porte di Cesano'. "Una cosa che noi non abbiamo mai ricevuto", sottolinea Perugini.

"Fuori dal treno ci sono solo tre carabinieri che aiutano le persone stanche e stremate a scendere sul terreno ghiacciato e qualche volontario della Protezione Civile. La marcia è lunga. Camminare tra le rotaie innevate non è facile. Molte signore hanno buste della spesa. Alla fine la scena è apocalittica. Lungo quel chilometro di ferrovia si snoda una fila di uomini disperati". All’arrivo in stazione vanno a cercare informazioni: non c’è nessuno che sappia dire qualcosa di sensato e tutti cercano i bus sostitutivi.

Ne arriverà uno dopo una ventina di minuti. "Viene letteralmente assediato - continua Perugini - ma è uno dei mezzi sostitutivi che Trenitalia aveva chiamato in servizio nel pomeriggio sulla linea Viterbo-Roma e doveva arrivare fino alla stazione della Giustiniana sulla Cassia. E’ ripartito vuoto. Arriva un altro autobus, anche questo deve arrivare alla Giustiniana. Stavolta però alcuni passeggeri decidono di fare da soli e salgono sull’autobus. L’autista sulle prime cerca di fare resistenza, ma poi cede e promette di tornare indietro almeno fino a Bracciano, non oltre".

Il bus parte scortato dai carabinieri e si dirige verso la Caserma della Scuola di Fanteria di Cesano e non verso la Via Braccianese. Fuori dall’ingresso della caserma i carabinieri invitano chi vuole a scendere mentre agli altri viene offerta la possibilità di tornare a casa. "E' quasi l’una di notte - continua Perugini - Alcuni scendono ad Anguillara, mentre un’altra quarantina di persone prosegue verso Bracciano su una strada secondaria, più breve. Dopo dieci minuti l’autobus incrocia una macchina ferma nella neve. Nella manovra per evitarla la catena si rompe e le ruote dell’autobus scavano una fossa nel ghiaccio". Sono di nuovo bloccati.

"Mentre cominciamo a chiedere aiuto alla polizia, ai Vigili del Fuoco, alla Protezione Civile e ai Carabinieri, alcuni tentano di riparare il danno e di ripartire, ma tutto è vano. Verso le due di notte arrivano due pattuglie della Protezione civile: 'Abbiamo bisogno di una ruspa per tirarvi fuori e di una pala meccanica, andiamo e torniamo con i rinforzi'. Non si sono più visti", prosegue Perugini. I malcapitati risalgono sull’autobus e aspettano questi rinforzi cercando di dormire, ma il freddo è davvero atroce, non hanno acqua, né cibo e anche andare in bagno è praticamente impossibile.

"Alle cinque del mattino inizia il panico. Tutti telefonano ripetutamente a tutti i numeri possibili: 112, 113, 115. Alle sei e mezzo riesco a chiamare il sindaco di Bracciano - spiega Perugini - il primo cittadino subito si attiva e manda un messaggio a un imprenditore di una cava di pozzolana lì vicino, che però non legge il messaggio prima delle otto. Alle otto e mezzo è sul posto insieme a una pattuglia del reparto artificieri della Polizia di Stato e, finalmente, due ore dopo finisce l'odissea sulla neve".

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