Termosifoni a singhiozzo nella scuola di Selva Candida: i genitori si organizzano con termometri e stufette
In sei anni l’impianto termico non è mai stato consegnato al Comune: da li la ragione dei disagi
Riscaldamenti a singhiozzo nella scuola Pablo Neruda di Selva Candida dove le classi dell’ultimo piano sono costrette a fare lezione a temperature poco confortevoli. Termosifoni in parte spenti, finestre aperte per far arieggiare gli ambienti contro il rischio di contagio da Covid, così nulla basta per fronteggiare il freddo.
La caldaia delle scuola elementare mai consegnata al Comune
Una situazione che nel plesso di via Santi Audiface ed Abacuc si trascina da anni, anche nel gennaio scorso i 280 alunni della scuola elementare erano stati costretti a fare lezione con cappotti e guanti. Oggi la situazione non è più la stessa, in parte risolta, ma a pesare su bambini, maestre e personale scolastico è una questione burocratica amministrativa che ha dell’incredibile: dopo sei anni, ossia da quando la scuola è stata aperta, l’impianto termico risulta ancora in carico alla società che ha costruito la struttura. Mai preso in carico dal Comune.
Di conseguenza gli interventi di manutenzione risultano sempre complessi, incerti e con tempistiche lunghe. Lo sanno bene le famiglie di Selva Candida che nel dicembre scorso hanno combattuto una dura battaglia per garantire ai loro figli una scuola calda e accogliente.
La scuola che combatte contro il gelo
“Li c’è un problema di fondo, ossia che la caldaia non è ancora in capo al Dipartimento SIMU di Roma Capitale. A inizio dicembre è stata registrata una grandissima perdita d’acqua e il Comune è intervenuto in prima persona per risolvere la questione: la priorità è stata quella di mettere in sicurezza i bambini” - ha detto a Romatoday il consigliere del Pd e presidente della commissione scuola in Municipio XIV, Andrea Montanari.
“L’assessora comunale Ornella Segnalini e quella del nostro municipio Claudia Salerno hanno dato anima e corpo per risolvere questo problema, nonostante tutte le difficoltà burocratiche e amministrative. Oggi le aule non sono più al gelo anche perchè si è deciso di lasciare acceso l’impianto di riscaldamento per tutto il week end ed in alcune classi sono stati attivati i termoconvettori. E’ chiaro che questa è stata una situazione gestita malissimo da chi ci ha preceduti, ma in un mese e mezzo abbiamo fatto di tutto per tutelare i bambini. Permane qualche difficoltà nelle aule del secondo piano ma già da domani inizierà la sostituzione delle valvole”.
Alla Pablo Neruda termosifoni a singhiozzo
Duro il commento di Stefano Oddo, consigliere di FdI in XIV. “L’amministrazione 5 Stelle dall’apertura della scuola non si è mai accorta che la caldaia non era mai stata presa in carico dal dipartimento Simu” - ha scritto in una nota non risparmiando critiche nemmeno all’attuale assessora del centrosinistra. “Ho chiesto più volte la presenza dell’assessore municipale alla scuola in commissione per iniziare un lavoro congiunto per risolvere il problema, ma ha deciso di non presentarsi e non riferirci del suo operato. A dicembre sui social raccontava di aver risolto il problema, a quanto pare però - ha concluso Oddo - è rimasto tutto come prima. Bambini al freddo o a casa”.
I genitori di Selva Candida con stufette e termometri
Anche parte dei genitori degli alunni di Selva Candida sono sul piede di guerra: “Questa situazione ha dell’incredibile, pensavamo che i tempi delle vacanze natalizie fossero sufficienti per risolvere una volta per tutte la questione dei riscaldamenti invece ad oggi - racconta Paolo, papà di uno dei bambini della Pablo Neruda - cinque classi sono ancora al freddo. Per i bambini, ma anche per le maestre, la situazione è insostenibile. Chiediamo chiarezza e soprattutto certezza sui tempi per avere una scuola dignitosa: l’abbiamo attesa per 40 anni e oggi, ad appena sei anni dalla sua apertura, è impensabile vederla in queste condizioni”. Intanto mamme e papà chiedono che nelle classi dove i termosifoni sono ancora spenti vengano installate “almeno delle stufette” ("ma ci sono già" - ribattono dal XIV), in più “andremo a comprare dei termometri per monitorare costantemente la temperatura delle aule”. “I nostri figli non possono stare a scuola ancora in queste condizioni”.